Seconda Guerra Mondiale: la Conferenza di Casablanca (1943-2023).
Il 24 gennaio di Ottanta anni fa, in Marocco, si concluse un’importante e risolutiva riunione di tutta la Seconda Guerra Mondiale: la Conferenza di Casablanca, nome in codice alleato “Symbol”. All’incontro che si tenne all’Hotel Anfa, il 14 dello stesso mese, parteciparono: Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), Winston Churchill (1874-1965) e i Capi di Stato Maggiore Combinati. In questo vertice a carattere strettamente militare fu assente un autorevole personaggio, Iosif Stalin (1879-1953) che reclinò l’invito per i fatti d’arme che all’epoca si svolsero in U.R.S.S. ovvero, la controffensiva di Stalingrado (17 luglio 1942 – 2 febbraio 1943). Tuttavia, il leader sovietico, non mancò di far sentire la sua voce, reclamando ancora una volta l’apertura di un secondo fronte nel continente europeo.
Al termine del convegno, conosciuto anche come la conferenza della “resa incondizionata”, emersero diversi provvedimenti decisivi sulla condotta della guerra contro le potenze dell’Asse, in particolar modo fu pianificata la presa di Pantelleria e delle Pelagie, “Operazione Corkscrew” (9 maggio – 13 giugno 1943). Parliamo della Conferenza di Casablanca, intervistando il Dott. Geol. Donaldo Di Cristofalo (1) del “Comitato spontaneo per lo studio delle fortificazioni militari”.
«La Conferenza di Casablanca del gennaio del 1943 (nome in codice Symbol) deve essere considerata come una delle più importanti, se non la più importante, di tutta la Seconda Guerra Mondiale. Essa coincise e fu determinata dall’andamento del conflitto, che registrava a quella data la svolta delle sorti sui campi di battaglia, che avrebbe portato alla vittoria degli Alleati sulle forze dell’Asse.
Se nel Pacifico gli Americani, con la campagna di Guadalcanal avrebbero di lì a pochi giorni ottenuto il totale controllo di quella importantissima porzione delle Salomone, prendendo definitivamente in mano l’iniziativa che li avrebbe condotti alla baia di Tokyo, nell’Europa continentale si registrava l’annientamento della 6^ Armata tedesca a Stalingrado (il feldmaresciallo Paulus viene catturato il 31 gennaio), anche qui determinandosi un riflusso di marea che avrebbe consentito ai russi, dopo altri due anni e mezzo di feroci combattimenti, di entrare per primi a Berlino. Nell’altro importante teatro di guerra, il Nord-Africa, gli Italo-Tedeschi sono ormai allo stremo in Tunisia, e la loro capitolazione avverrà il 13 maggio 1943, due giorni prima della data auspicata proprio a Casablanca dai leader alleati. Anche in Atlantico la battaglia tra i convogli cargo e gli U-Boot tedeschi vedono, in questo scorcio di fine 42 – primi del 43, una sempre maggiore capacità delle unità di scorta alleate, ormai dotate di efficienti apparati radar e sonar, ed utilizzate con tattiche molto efficaci, di prevalere sui sommergibili di Donitz.
Anche in questo caso le indicazioni di priorità della lotta ai sommergibili tedeschi redatte a Casablanca troveranno puntuale applicazione, e nel maggio dello stesso 1943 gli U-Boot saranno costretti a rinunciare agli attacchi in massa (“branchi di lupi”), sancendo la capacità degli alleati di garantire la regolare alimentazione logistica della Gran Bretagna e con essa i preparativi del fatidico giugno 1944. Infine, sempre nel settore europeo, ed anche qui a seguito delle indicazioni di Casablanca, viene accentuata l’offensiva aerea sulla Germania, con un coordinamento tra la RAF e l’USAAF per una campagna di bombardamenti strategici contro il complesso industriale e logistico (di fatto troverà applicazione anche il concetto di bombardamento a tappeto indiscriminato).
Questa è dunque la cornice entro la quale Churchill, Roosevelt e de Gaulle (comunque informati anche Stalin e Chiang_Kai-shek) si incontrano in quella città marocchina situata sulla costa atlantica dal 14 al 24 gennaio 1943.
Per la prima volta i leader alleati si trovano a dover cominciare a discutere di come porre fine alla guerra, con quali priorità, in vista di quali assetti futuri. Ma di fatto il nemico, in tutti i teatri sopra descritti è bell’ungi da essere sconfitto, per cui molti aspetti geopolitici rimarranno sotto traccia, dominati dalle contingenze belliche.
Ecco allora che Churchill dovrà cedere alle sue mire balcaniche, accettando il punto di vista statunitense di portare la guerra sul suolo nemico, nella fattispecie l’Italia, concetto ben accetto a Stalin che ritiene già i Balcani propria zona di influenza, e che comunque chiede a gran voce l’apertura di un nuovo fronte in grado di distogliere unità dal fronte orientale.
Non meno importante il principio sancito in Conferenza di ottenere dalle potenze dell’Asse nient’altro che una resa incondizionata e non separata. Evidentemente si teme, da Stalin per motivi evidenti di potenziale isolamento, da Roosevelt per porre una volta per tutte fine alla belligeranza tedesca, che Italia, Germania o Giappone possano tentare accordi separati a proprio vantaggio (chiariamo subito che l’Armistizio di Cassibile è un atto di resa incondizionata).
Circa le priorità, oltre a quanto accennato, si decide di subordinare la sconfitta del Giappone a quella della Germania, nella giusta considerazione che il primo avrebbe opposto maggiore resistenza rispetto ad una seconda ormai all’interno di una morsa tra più opposti fronti. La Marina degli Stati Uniti è comunque in grado di garantire una sempre maggiore pressione su tutto il Pacifico nei confronti delle forze nipponiche.
All’Unione Sovietica vengono promessi aiuti militari sotto forma di invio di armamenti, che effettivamente avvengono, sebbene non nei quantitativi desiderati, ma comunque con effetti che nel dopoguerra, e fino ad oggi, Mosca continua a sottacere.
Si decide inoltre di premere per l’entrata in guerra della Turchia, tassello utile alla definizione degli assetti geostrategici.
Per quanto riguarda l’attacco all’Italia venne infine scelta la Sicilia (l’alternativa era la Sardegna), per una serie di motivi, i principali risultando la possibilità di disporre di basi utili ai successivi attacchi aeronavali al continente, impegnare importanti unità italo-tedesche e rendere il Mediterraneo un bacino di comunicazione totalmente sotto controllo. Il mese di giugno del 43 viene indicato quale periodo a partire dal quel è possibile dare inizio allo sbarco».
Note:
(1) Geologo, già funzionario presso il Comune di Termini Imerese (PA), appassionato di storia militare e membro del “Comitato spontaneo per lo studio delle fortificazioni militari”.
Bibliografia e sitografia:
The Conferences at Washington, 1941-1942, and Casablanca, 1943, United States. Department of State. Historical Office, Washington 1968.
Enrico Serra, Winston Churchill. Luci e ombre, Le lettere, 2007.
Giuseppe Longo – Palermo, Pagine sul secondo conflitto mondiale in Sicilia e nel distretto di Termini Imerese, “Le postazioni militari costiere siciliane nel quadro delle operazioni belliche del Secondo Conflitto Mondiale”, Istituto Siciliano Studi Politici ed Economici (I.S.P.E.) 2021.
Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. I Dalla pace di Versailles alla conferenza di Potsdam 1919-1945, Editori Laterza, 2022.
https://fdr.blogs.archives.gov
www.musee-armee.fr
Foto a corredo dell’articolo: I leader alleati (da sinistra) il generale francese Henri Giraud, il presidente degli Stati Uniti. Franklin D. Roosevelt, il generale francese Charles de Gaulle e il primo ministro britannico Winston Churchill alla Conferenza di Casablanca, gennaio 1943. Da www.britannica.com
Giuseppe Longo