Inizi anni ’40 – Il C.200 Saetta antagonista nei duelli aerei con i migliori caccia alleati.
Il C.200 Saetta conosciuto anche come M.C.200, fu un caccia monoposto a motore radiale della Regia Aeronautica. Il monomotore tripala ad ala bassa con carrello detrattile, malgrado fosse munito solamente di due mitragliatrici (che facevano fuoco attraverso il disco dell’elica), divenne una icona della Regia. In realtà, il C.200, partecipò in tutti i teatri di guerra del secondo conflitto mondiale: Mediterraneo, Africa, Balcani e Fronte orientale.
Infatti, la popolarità fu tanto grande da essere comparato dagli storici all’Hawker Hurricane della RAF, e comprimario, insieme al Macchi M.C.202 Folgore, con un altro simbolo della Royal Air Force, il Supermarine Spitfire. Il “Saetta” fu progettato dall’ingegner Mario Antonio Castoldi. Nelle prime serie venne prodotto con il tettuccio chiuso. In seguito, a causa di avvenute complicanze nell’abitacolo: problemi di visualizzazione laterale, difficoltà nell’apertura di emergenza, nonché l’opacizzazione del cupolino nella parte posteriore, si optò per la versione con il tettuccio semiaperto. Il C.200 fece il suo primo volo il 24 dicembre del 1937. Nel 1939 il nostro miglior caccia, soprattutto per il combattimento ravvicinato, entrò in servizio nella Regia. L’esordio del monoplano nelle attività belliche avvenne nel settembre del 1940, quando partecipò a missioni di intercettazioni sul Mediterraneo, e scorta ai bombardieri durante l’assedio di Malta.
Come per il marchio Savoia-Marchetti, che fu il sinonimo di bombardiere, anche la casa costruttrice Aeronautica Macchi, in equivalenza, fu accostata al velivolo C.200, caccia di prima generazione in senso lato.
Nel precedente articolo abbiamo parlato del Tenente Aldo Allegra della sua 94a Squadriglia dell’8° Gruppo, che affrontò sul cielo di Pisa, con il suo C.200, la prima formazione di bombardieri statunitensi B17. Oggi, invece, vogliamo presentare ai lettori una sintetica scheda tecnica del “Saetta”, facendoci aiutare dallo storico dell’aeronautica Giovanni Pesce.
Aeronautica Macchi M.C. 200 Saetta. Battle Horse
«Il Macchi C200 è stato un vero cavallo da battaglia della Regia Aeronautica; ha combattuto su tutti i fronti aperti in 2 GM, con tutte le sue possibilità. Non era il miglior aereo, non era il peggiore, secondo i classici parametri di velocità, armamento, agilità etc. Ha svolto molti ruoli: caccia, cacciabombardiere, ricognitore, supporto ad azioni di terra, scorta di naviglio in mare, addestratore e persino formazione acrobatica.
Mentre le Aeronautiche estere aggiornavano i loro aerei monoposto di prima linea, il nostro C200 restava sostanzialmente identico al primo prodotto, casomai veniva destinato a ruoli più lontani dalla prima linea. Nato assieme ai fratelli Fiat G50 e Reggiane 2000 è stato quello più utilizzato dalle nostre forze aeree in quanto prodotto anche da altre ditte Aeronautiche italiane (Breda, Siai).
Costruito nel varesotto dalla Ditta Macchi, con tecniche artigianali come quelle dei falegnami mobilieri, costava molte ore di produzione, molte di più dei Messerschmitt 109 o Supermarine Spitfire. Quella costruzione particolare contribuiva però alla robustezza del velivolo. Insomma era un aereo onesto che ahimè non eccelleva, ma riportava a casa il pilota, come il vero cavallo da battaglia che pur colpito, con il cavaliere ferito rientrava al reparto.
Messo in mano ad un pilota gagliardo, il C200 si faceva rispettare.
Il Ten. Pil. Costantino Petrosellini “Pedro” vantava un abbattimento di un B17 nei primi giorni di Settembre 1943, con le sole armi di un C200: in realtà non fu un instant kill ma un abbattimento abbastanza lungo… l’equipaggio abbandonò il velivolo in Lunigiana ma l’ aereo, con il solo pilota, continuò a volare fino alle Alpi al confine con la Svizzera, dove atterrò in un prato, sul versante italiano.
Le due armi Breda Safat da 12.7 mm erano sincronizzate con i giri dell’elica con cadenza di tiro 575 colpi/minuto ed efficacia limitata a 300 metri, mentre l’efficacia delle corrispondenti Browning Usa montate sui B17 era di 800 metri con cadenza 1200 colpi/minuto.
Il C 200 fu la base per impostare la produzione del Macchi C202/C205, che utilizzavano il motore lineare tedesco Daimler Benz 601/605 da oltre 1000 CV, invece del Fiat A74 da 840 CV.
Il motore radiale Fiat A74 Ciclone era di progettazione Pratt & Whitney e dava un piccolo contributo di sensazione di protezione anteriore al pilota.
Il serbatoio carburante posizionato alle spalle del pilota variava la stabilità del velivolo ed impediva manovre “nervose”.
I C200 dell’8 Gruppo Caccia Terrestri erano forniti di apparato radio Radio Allocchio Bacchini ed erano così coordinati da un Guida Caccia; questo collegamento TBT primordiale permise azioni come quella appena descritta di Petrosellini.
Mio padre, dovendo nel tardo 1943 contrastare i B24 Liberator, riportava, come aereo da caccia, un giudizio negativo, infatti, se usato come intercettore per salire a 6000 metri necessitava di 7 minuti e mezzo.
Forse era più apprezzato se usato in missione di altro tipo, come il supporto di aerocooperazione terrestre.
Da parte dei meccanici godeva invece di buona reputazione in quanto la sua semplicità di manutenzione era una sua dote caratteristica. Insomma, un vero Battle Horse».
Bibliografia e sitografia:
AA.VV. “Museo storico dello sbarco in Sicilia”, Provincia Regionale di Catania, Catania, 2002.
Maurizio Di Terlizzi, Macchi M.C. 200 Saetta, pt. 2, IBN Editore, 2004.
Nico Sgarlato, Regia aeronautica. Storia, uomini e macchine di un’aviazione immortale. Vol. 1, Delta Editrice, 2014.
Giuseppe Longo 2022, La Regia Aeronautica in Sicilia alla vigilia dello sbarco degli Alleati (9 luglio 1943), Cefalunews, 16 giugno.
www.aeronautica.difesa.it
www.aviazione-italiana.it
www.mission4today.com
Foto a corredo dell’articolo:
Regia Aeronautica Macchi M.C. 200 Saetta. 12° Gruppo Assalto, 160a Squadriglia, 50° Stormo. Primavera 1943.
Giuseppe Longo