La Festa di San Biagio a Cefalù sarà celebrata il 3 Febbraio nella Chiesetta dell’omonima contrada. La prima Messa con la Benedizione della Gola sarà alle ore 11.00. Nel pomeriggio, alle ore 18 La Liturgia Eucaristica presieduta S.E REv.ma Mons. Giuseppe Marciante Vescovo di Cefalù.
La Chiesa di San Biagio appartiene al territorio della Parrocchia dello Spirito Santo. E’ facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni per Campella. Al Bivio, svoltare a sinistra seguendo le indicazioni San Biagio. LOCALIZZAZIONE GPS Latitudine 38° 0’14.71”, Longitudine 13°59’56.28”.
A Cefalù è forte la devozione a San Biagio e tanti i volontari che curano al Chiesa. Particolarmente legato a questo luogo sacro è la Comunità Scouts Masci e Agesci.
“La piccola chiesa e le abitazioni annesse sorgono nei pressi della vallata solcata dal torrente San Biagio, ai piedi dell’omonimo cozzo, aperto a nord verso il mar Tirreno e adiacente al bosco di Gibilmanna.
La chiesa, a unica navata con abside semicircolare rivolta a oriente, è coperta da un tetto in ligneo con capriate che poggiano su mensole intagliate ed è illuminata
da monofore laterali, molto svasate verso l’interno e delimitate superiormente da un grande elemento in cotto (G. Samonà, 1935, pp. 5-6).
Di particolare pregio sono gli affreschi che decorano l’abside, seguendo gli schemi iconografici delle decorazioni musive di età normanna: nella conca sono raffigurati gli
Apostoli, divisi in due gruppi attorno a una croce centrale, mentre nel catino è posto il Cristo Pantocratore nell’atto di benedire, secondo un modello mutuato dalla vicina
cattedrale di Cefalù; l’arco absidale è circondato da sette tondi con cartigli che contengono i busti di Profeti e Sibille e la pittura si estende anche ai tratti murari contigui, dove in alto è dipinta l’Annunciazione e in basso le figure di Santi vescovi e diaconi, tra cui è possibile riconoscere a sinistra San Nicola di Bari e a destra San Gregorio Magno e Santo Stefano.
Nella parete settentrionale della chiesa rimangono due pannelli con Sant’Onofrio e la Vergine del Soccorso, in origine inseriti in un programma decorativo più vasto che si estendeva all’intera navata, mentre nella parete di fronte è posto San Biagio, attorniato dai riquadri con gli episodi della vita del Santo.
Il ciclo pittorico, che va collegato alla diffusione della cultura figurativa valenziane e catalane in Sicilia, può farsi risalire alla seconda metà del XV secolo ed è stato accostato al maestro detto di San Martino, forse di provenienza spagnola e attivo nel siracusano (E. De Castro, 1988-89, pp. 42-49).
A valle della chiesa sono ubicate altre fabbriche disposte in due isolati paralleli, che racchiudono uno spazio interno, delimitato su uno dei lati corti da un’arcata. Questo insediamento è attestato per la prima volta nel 1521 quando vi si giunsero, i Domenicani, ma la sua origine va fatta risalire almeno al secolo precedente. Dopo la loro momentanea espulsione, alla metà Cefalù
LA CHIESA DI SAN BIAGIO
Cinquecento i monaci vi tornarono per opera di Girolamo Vitale e si stabilirono in un piccolo nucleo dipendente dal convento di Cefalù (B. Passafiume, 1645, pp. 30-32; R. Pirri, 1733, II, pp. 826; V. M. Amico, 1757-1760, p. 311). Nei secoli successivi il complesso è ricordato come beneficio semplice nella disponibilità dell’Arcidiaconato cefaludese, mentre attualmente è in parte abbandonato, eccetto la chiesa che è stata restaurata (G. A. De Ciocchis, 1836, p. 529).
(Fonte: N. Marino, Cefalù: la chiesa agreste di S. Biagio, in «Le Madonie», 4, 1-15 aprile 1999. riportato in I TESORI ARCHITETTONICI NEL PARCO DELLE MADONIE
a cura di Giuseppe Antista. Rilievi e disegni
Gandolfo Di Fiore, Mariangela Mogavero, Vincenzo Siragusa
Riprese fotografiche ed elaborazioni immagini
Gandolfa Chinese, Manuela Li Puma
Inquadramento planimetrico degli edifici
Loredana Brucato, Anna Gulino, Selene Murgia)”.