Insegnare in Italia: il paradosso tra Nord e Sud, un dilemma senza soluzione?

Il divario nel settore dell’insegnamento tra il Nord e il Sud Italia è diventato sempre più evidente, mettendo in luce un paradosso che colpisce duramente gli aspiranti docenti. Mentre al Nord l’accesso alla professione sembra essere più agevole, al Sud la situazione è critica, con un numero esiguo di posti disponibili rispetto alla grande domanda.

I dati pubblicati dalla Cisl scuola, focalizzati sulle posizioni degli insegnanti di sostegno, svelano una realtà sconcertante. In Lombardia, ad esempio, la competizione per i posti nella scuola dell’infanzia è sorprendentemente bassa, con soli 84 candidati per 440 posizioni disponibili. Nella scuola primaria, il divario è ancora più evidente, con 4.111 posti a disposizione e solo 171 aspiranti.

Il problema si estende a diverse regioni del Nord, come Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana, dove la richiesta di insegnanti sembra essere notevolmente inferiore all’offerta. In Liguria, per la secondaria di I grado, si registrano 16 concorrenti per 191 posti, evidenziando una situazione di squilibrio.

Al contrario, al Sud, la situazione è critica e fonte di frustrazione per gli aspiranti insegnanti di sostegno in Sicilia. Nella scuola dell’infanzia, solo 15 posti sono disponibili per ben 1299 candidati, mentre alla primaria i 51 posti sono contesi da 3357 docenti. Anche nella scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado, la domanda supera di gran lunga l’offerta, con migliaia di candidati per un numero limitato di posizioni.

La situazione, per gli aspiranti insegnanti del Sud, sembra essere sempre più inaccessibile, alimentando la frustrazione di coloro che attendono da anni un’opportunità stabile nel mondo della scuola. La disparità tra Nord e Sud continua a essere un dilemma senza soluzione apparente.

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