La Cappella del Santissimo Sacramento della Chiesa di San Francesco in Cefalù

La Cappella del Santissimo Sacramento della Chiesa di San Francesco in Cefalù realizzata dall’artista Patrizia Milazzo. Il Capolovoro artistico è stato presentato ieri sera alla presenza del Vescovo di Cefalù, S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Marciante, il Sindaco Daniele Tumminello, l’intera giunta Municipale.  La serata è stata aperta da fra Antonio Raimondo, guardiano di Gibilmanna, e Padre Aurelio Biundo, parroco di San Francesco. Poi la riflessione di fra Salvatore Vacca, incentrata sul legame tra Francesco d’Assisi e Antonio di Padova. Hanno relazionato la stessa Artista Patrizia Milazzo e Rosalba Gallà.

L’artista Milazzo ha presentato con un video la sua realizzazione.

Questi alcuni passaggi del suo discorso di introduzione al video. “Un giorno – dice –  visitando la bellissima città di Carini, fui presa da emozione e senso di meraviglia mentre ammiravo gli stucchi dell’Oratorio del Santissimo Sacramento. Gli stucchi sono probabilmente attribuiti a Giacomo Serpotta … Le sculture di Serpotta mi hanno sempre affascinato, ma in quell’occasione ho sentito chiaramente che c’era qualcosa di più. C’era lo stupore, la meraviglia e la mia predisposizione ad accogliere e assorbire mondi particolari. Ho seguito con lo sguardo le sculture, quasi a voler toccare i volumi resi con tanta maestria, eleganza e leggerezza.

Padre Aurelio Biondo, parroco della Chiesa di San Francesco a Cefalù, mi ha proposto di realizzare qualcosa per la Cappella del Santissimo Sacramento della stessa chiesa.

Ho pensato di creare un oggetto, avendo ancora in mente quella carica emotiva stimolante che ho sentito a Carini. Quella sensazione potrebbe certamente essere trasferita e trasformata ricreando pittoricamente i volumi plastici.
Mio cugino, Fra Antonino Milazzo, mi ha suggerito di realizzare delle forme in legno che fossero facili da maneggiare, dipingere e posizionare, tenendo conto dello spazio circostante e dello stile della chiesa.
È iniziata così una bellissima collaborazione con i falegnami Giovanni e Michele Culotta e lo stuccatore Gianni Fulco, che si sono resi disponibili a seguirmi tempestivamente nelle varie fasi della realizzazione dell’opera, mettendo in pratica tutte le competenze del loro mestiere”.

Una scoperta fortuita

Nella cappella dietro il tabernacolo era posta una tenda di velluto bordeaux dietro la quale era previsto uno spazio rettangolare per contenere il retro del tabernacolo. Invece, una volta rimosso il telo con grande stupore, venne alla luce una nicchia ornata nella parte superiore da una conchiglia scolpita. La mia sorpresa è stata grande perché nel progetto avevo previsto di dipingere una sagoma a forma di conchiglia esattamente nello stesso punto in cui è stata ritrovata nella realtà.
Gianni Fulco ha eseguito con cura il primo intervento di restauro, eliminando tutte quelle parti aggiuntive di carta floreale che un tempo ornavano il perimetro della nicchia, proseguendo poi con la stuccatura e la tinteggiatura.
Per quanto riguarda la parete di fondo con forme secondo il mio progetto, i falegnami hanno tagliato e lavorato il legno di quercia, disponendo i listelli in modo simmetrico.
Ho disegnato su carta vera e trasferito tutta la parte grafica delle singole forme, cornice, elementi decorativi, colomba, frutti e angeli sul compensato, che i fratelli Culotta hanno tagliato e rifinito con grande cura e maestria.
Ho dipinto l’opera con colori acrilici, mantenendo i toni caldi del grigio per avvicinarmi il più possibile alla plastica ornamentale esistente, riproponendo le forme in modo realistico per creare l’illusione del volume. A questo effetto contribuisce anche lo stacco dallo sfondo delle sagome a diverso spessore per dare risalto anche alle onde portate sulla parete.

La Colomba dello Spirito Santo e i Sette Arcangeli

La colomba dello Spirito Santo, rispetto al raggio, vengono evidenziate avendo un’inclinazione maggiore rispetto al contesto, che ne accentua la discesa verso l’osservatore. Brillano perché l’orientamento è regolato tenendo conto anche della fonte di luce naturale. Il tabernacolo stesso emana luce, la luce spirituale che si diffonde e diventa la vera fonte che illumina la composizione e tutti gli elementi ne vengono delicatamente toccati.
Gli angeli che arrivano volando, volteggiano con movimenti dinamici, cantano e lodano il Signore, per i tanti doni ricevuti. E a loro volta rendono omaggio anche con piccole offerte di frutti e fiori. Simbolicamente ho voluto rappresentare i sette Arcangeli, di cui i primi tre sono riconosciuti come i principali: Raffaele, Gabriele e Michele, poi Uriel, Barachiel, Jehudiel, Salathiel.
La missione dell’artista
L’Arcangelo Raffaele, posto all’ingresso della Cappella, porta una pergamena dove si legge l’iscrizione “Entra, egli ti aspetta” e un invito ad entrare e lodare il Signore. Sei amato e ami, sei perdonato e perdoni, e sei il suo riflesso di pace”.
Agli artisti è affidato il compito di diffondere e raccontare storie con immagini colorate che possano trasmettere all’osservatore emozioni, sentimenti e sensazioni particolari. Così come gli angeli lodano il Signore, allo stesso modo la mia opera vuole essere un personale canto di ringraziamento a Colui che ci ama, ci accompagna, ci solleva dalle sofferenze e dalle preoccupazioni, e ci fa gioire.

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