Il 29 e 30 novembre 2024, il Teatro Comunale Salvatore Cicero di Cefalù ha ospitato il Gruppo Teatrale “Triscele” del Centro di Cultura “Polis Kephaloidion”, che ha portato in scena “L’invisibile che c’è”, una commedia drammatica scritta da Antonio Grosso. L’opera, diretta artisticamente e interpretata da Marco Falletta, ha emozionato il pubblico affrontando temi universali come l’amore, la perdita e la speranza che trascende la morte. L’evento, sostenuto dal Comune di Cefalù, ha sottolineato l’importanza del legame tra cultura e comunità, coinvolgendo spettatori di tutte le età e rappresentando un momento significativo per il panorama culturale locale.
Una messa in scena di forte impatto emotivo
Il tema centrale dello spettacolo è stato arricchito da una scenografia accurata, che ha riprodotto un ambiente ferroviario, metafora del viaggio della vita e del passaggio verso l’aldilà. Tra i simboli più potenti, la colonna spezzata ha rappresentato la fragilità della vita e la resilienza necessaria per superare le tragedie. Gli attori, guidati dalla regia di Marco Falletta, hanno saputo bilanciare momenti di profonda intensità emotiva con altri più leggeri, rendendo l’esperienza teatrale completa e coinvolgente.
L’opera esplora il rapporto tra padre e figlio, un legame che persiste oltre la morte, trasmettendo un messaggio di amore incondizionato e speranza. La commedia, nonostante i temi drammatici, è riuscita a mantenere un equilibrio tra riflessione e leggerezza, grazie a dialoghi intensi e simbolismi che hanno toccato il cuore del pubblico.
Significati profondi e omaggi emozionanti
La rappresentazione è stata arricchita dalla presenza di Padre Aurelio, che ha sottolineato il valore della solidarietà umana e della speranza in una vita oltre la morte. Durante lo spettacolo è stato ricordato Nicola Cefalù, figura centrale nel mondo teatrale locale, scomparso un anno fa. Il suo contributo alla rassegna dedicata a Totò D’Ippolito, altro pilastro del teatro a Cefalù, è stato commemorato con grande affetto dal Presidente Massimo Portera anche il compianto Franco Glorioso stretto collaboratore di Nicola e pioniere dell’armonia. La presenza in scena della figlia Luisa e della nipotina Ambra ha simboleggiato il legame tra generazioni unite dalla passione per il teatro.
Parallelismi tra teatro e letteratura
L’opera teatrale ha trovato un riflesso nella produzione letteraria di Domenico Portera, fondatore del Centro di Cultura Polis Kephaloidion. Il suo libro “Luce ed Amore” narra la perdita del figlio Stefano, scomparso in un incidente sul lavoro, e la capacità di mantenere vivo il suo ricordo attraverso la speranza. Come nello spettacolo, anche nel libro i temi di amore, resilienza e speranza offrono una visione profonda sulla forza umana di fronte al dolore. Questo parallelo ha arricchito ulteriormente il significato dell’evento, lasciando al pubblico spunti di riflessione sulla vita e sulla capacità di superare le avversità.
Conclusione: cultura e comunità in armonia
Il successo dello spettacolo “L’invisibile che c’è” è stato reso possibile dalla sinergia tra il Gruppo Teatrale “Triscele”, il Comune di Cefalù e la comunità locale. La rappresentazione ha dimostrato come il teatro possa essere uno strumento potente per affrontare temi profondi, stimolare la riflessione e unire generazioni diverse. Questo evento non è stato solo un momento culturale, ma una celebrazione della resilienza e dell’amore che lega le persone, anche oltre la vita.