Giuseppe Perito: il bagnino cefaludese che ha salvato centinaia di persone

Giuseppe Perito rappresenta un esempio luminoso di eroismo quotidiano e di dedizione al prossimo. La sua vita, dedicata a salvare centinaia di persone dalle acque del mare, lo ha reso un eroe silenzioso nella sua città natale, Cefalù, e un simbolo di speranza e altruismo per l’intera comunità. La sua storia non è solo quella di un bagnino che ha svolto il suo lavoro con professionalità, ma anche quella di un uomo che ha vissuto con passione e impegno la sua missione di aiutare gli altri, spesso mettendo a rischio la propria vita.

Le origini di Giuseppe Perito

Giuseppe Perito nasce nel 1939 a Cefalù. Cresce come penultimo di sei figli in una famiglia di contadini, con il padre Francesco che lavora nei campi e la madre Valenza Caterina che si dedica alla casa. La famiglia, pur vivendo una condizione modesta, si impegna duramente per affrontare le difficoltà quotidiane. Sin da giovane, Giuseppe si trova a confrontarsi con la necessità di guadagnarsi da vivere, e il suo primo impiego lo vede impegnato nei magazzini di un commerciante di pesce, il signor Stefano Matassa, che ha un’attività nella piazza Cristoforo Colombo, un’area del lungomare che i cefalutani chiamano “a Ravia”. Lì, Giuseppe si occupa di salare il pesce, una mansione che gli consente di avvicinarsi al mondo del mare, ma che, allo stesso tempo, gli fa comprendere fin da giovane l’importanza del lavoro fisico e il valore del sacrificio.

Il giovane Giuseppe, però, ha una voglia di cambiamento e di avventura che lo spinge a cercare opportunità lontano dalla sua città natale. La Sicilia, pur essendo la sua terra di origine, gli appare limitata in termini di opportunità di crescita. Così, nel 1958, decide di lasciare Cefalù e di cercare fortuna all’estero. Inizia così il suo viaggio che lo porterà in Francia.

La giovinezza e le esperienze formative in Francia e in marina

Nel 1958, Giuseppe emigra in Francia e trova lavoro nelle miniere di carbone. È un’esperienza dura e difficile, che lo segna profondamente. L’industria mineraria è nota per le condizioni di lavoro estremamente pesanti e per il pericolo che quotidianamente incombe sui lavoratori. La vita in Francia è faticosa, ma Giuseppe ha il desiderio di accumulare esperienza e di guadagnare abbastanza da poter tornare un giorno in Italia con nuove prospettive. Il suo spirito di sacrificio e il suo carattere forte lo rendono un lavoratore instancabile, e gli permettono di farsi strada in un ambiente difficile. Tuttavia, dopo due anni, si rende conto che quella vita non è quella che vuole per sé. Decide quindi di tornare in Italia per assolvere agli obblighi di leva militare.

Il servizio militare sarà una tappa fondamentale nella crescita di Giuseppe. Durante il suo periodo di addestramento, imbarcato sul cacciatorpediniere “Aviere”, Giuseppe entra in contatto con persone provenienti da tutto il Paese e acquisisce competenze che si riveleranno cruciali per il resto della sua vita. È proprio durante questo periodo che conosce Rosalia Tricarico, una giovane donna originaria di Foggia, con la quale si sposerà nel 1963. Dalla loro unione nasceranno tre figlie: Caterina, Angela e Maria, che arricchiranno la sua vita e la sua visione del mondo.

La vita in Svizzera e il ritorno a Cefalù

Terminato il servizio militare, Giuseppe decide di emigrare in Svizzera, dove si stabilisce a Losanna e trova lavoro come muratore. La vita in Svizzera, sebbene ancora lontana da Cefalù, rappresenta un’opportunità di stabilità per lui e la sua giovane famiglia. Giuseppe continua a lavorare con dedizione, ma nel suo cuore non smette di sentirsi legato alla sua terra d’origine. Le figlie nascono a Losanna, ma la famiglia è radicata nell’idea di tornare un giorno nella splendida città di Cefalù, dove Giuseppe sente di poter realizzare pienamente se stesso. Nel 1975, spinto dal desiderio di ritornare a casa, decide di fare ritorno in Sicilia insieme alla sua famiglia.

È proprio in quel momento che inizia la nuova fase della sua vita, quella che lo vedrà diventare uno dei bagnini più conosciuti e apprezzati di Cefalù. Comincia a lavorare come bagnino presso il Club Med e si fa conoscere non solo per la sua professionalità, ma anche per la sua disponibilità e il suo spirito di sacrificio. Il 6 agosto 1975, partecipa alla tradizionale “Ntinna a mari”, una manifestazione che prevede una gara di nuoto e che simboleggia il legame profondo tra gli abitanti di Cefalù e il mare. Giuseppe non solo partecipa alla gara, ma diventa anche uno dei “ntinnari” più noti, vestendosi in modo divertente da “donna Giuseppina” e facendo coppia con il suo amico Salvatore Alioto. La sua partecipazione a questa manifestazione diventa leggendaria, e Giuseppe si fa conoscere in città per il suo spirito di iniziativa e per il suo amore per la tradizione.

La fondazione della Cooperativa “Nettuno”

Il grande cambiamento arriva nel 1980, quando Giuseppe si trova a fare i conti con un tragico evento: la morte del dottor Franco Bellipanni, un medico che aveva tentato di salvare una persona in mare. Questo episodio colpisce profondamente Giuseppe e lo spinge a riflettere su quanto sia urgente migliorare il sistema di salvataggio in mare. È così che, insieme ad altri compagni, decide di fondare la Cooperativa di salvataggio “Nettuno”, un’organizzazione che avrebbe dovuto occuparsi non solo della sicurezza in mare, ma anche della pulizia delle spiagge e della cura del litorale. La Cooperativa diventa presto un elemento essenziale della vita sulla costa, garantendo sicurezza e ordine nelle acque e contribuendo al miglioramento dell’ambiente urbano. Ogni anno, i membri della cooperativa, tra cui Giuseppe, partecipano alla processione del 2 luglio, portando il simulacro del Gesù Salvatore alla Torre “U Sabbaturieddu”, una tradizione che rafforza ulteriormente il legame di Giuseppe con la sua comunità.

I valori che hanno definito Giuseppe Perito

Giuseppe Perito è stato un uomo che ha dedicato la propria vita a salvare quella degli altri. La sua forza e il suo coraggio sono state le qualità che lo hanno distinto, ma ciò che ha realmente reso speciale Giuseppe è stato il suo spirito altruista. Il suo impegno non si limitava a salvare vite umane, ma si estendeva a migliorare le condizioni di vita di tutta la comunità. La sua filosofia era chiara: ogni vita è preziosa e ogni azione che si intraprende per il bene degli altri non è mai vana. Le sue parole, “Ogni vita salvata è un atto di speranza per tutti”, riflettono perfettamente il suo modo di vedere il mondo, un mondo dove il bene comune prevale su ogni altra considerazione.

Giuseppe è stato un esempio di determinazione e impegno, ma anche di umiltà. Non ha mai cercato fama o riconoscimenti per il suo lavoro, ma ha sempre agito con il cuore, sapendo che ciò che faceva era necessario e vitale per la sua comunità. Le sue azioni, tanto quotidiane quanto straordinarie, lo hanno reso un simbolo di speranza, dimostrando che anche un piccolo gesto può avere un grande impatto.

Le difficoltà e gli ostacoli

La vita di Giuseppe non è stata priva di difficoltà. Il suo percorso è stato costellato da sfide che lo hanno messo alla prova, come la vita in Francia e Svizzera, dove ha dovuto affrontare condizioni di lavoro difficili e lontananza dalla sua famiglia d’origine. Anche la creazione della Cooperativa “Nettuno” è stata una sfida, un’impresa che ha richiesto un grande impegno organizzativo e una continua lotta contro le difficoltà quotidiane. Nonostante gli ostacoli, Giuseppe non si è mai fermato, e ha continuato a lottare per la sua comunità, sapendo che ogni sacrificio fatto per il bene degli altri avrebbe avuto un valore duraturo.

Oggi, Giuseppe Perito è ricordato come un eroe locale, un uomo che ha fatto della propria vita un esempio di altruismo, dedizione e coraggio. Sebbene abbia ormai lasciato il suo lavoro come bagnino, il suo impatto su Cefalù e sulle persone che ha incontrato non è mai svanito. La sua eredità vive non solo nei salvataggi che ha compiuto, ma anche nel valore che ha trasmesso alla sua comunità. La città di Cefalù gli è grata per il suo impegno instancabile e per l’esempio di speranza che ha dato.

Giuseppe Perito, con la sua vita, ci insegna che ogni azione volta al bene degli altri è una scelta che può cambiare il mondo. Sebbene oggi goda di una meritata pensione, la sua influenza resta viva, a testimonianza di come la generosità e l’amore per gli altri possano segnare profondamente una comunità.


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