Girolamo Coco è stato una figura di spicco nel panorama culturale e educativo di Cefalù e della Sicilia. Scultore, pittore e, soprattutto, educatore, Coco ha dedicato la sua vita all’arte e alla formazione dei giovani, facendo della Scuola d’Arte “Regina Margherita” di Cefalù una delle istituzioni più rispettate nella sua area. La sua storia è un esempio di dedizione, passione e impegno per la crescita culturale della sua comunità, che ha trovato nella scuola il fulcro di una vera e propria missione educativa. Il suo impatto non si è limitato alla sola sfera dell’arte, ma ha contribuito alla formazione di intere generazioni, incardinando l’arte e la cultura come strumenti di progresso sociale ed educativo.
Le origini: un inizio in una famiglia di tradizione
Girolamo Coco nacque a Cefalù nel 1907, figlio di Salvatore Coco, farmacista, e di Matilde Fava. Cresciuto in una famiglia che, pur lontana dal mondo dell’arte, gli avrebbe comunque trasmesso il valore della cultura e del sapere, Girolamo si distinse fin da giovane per la sua passione per la scultura e la pittura. Il giovane Coco mostrò presto un’inclinazione naturale verso le arti visive, un talento che non passò inosservato. Iniziò il suo percorso formativo nell’accademia di Palermo, dove un incontro determinante avrebbe segnato il suo futuro artistico.
Il viaggio verso Milano e Roma: formazione e scelte cruciali
A Palermo, Girolamo fu notato da un importante scultore, Wilde, autore di numerose statue monumentali a Milano. Wilde riconobbe subito il talento del giovane e lo portò con sé a Milano, dove però non riuscì ad ottenere un posto nell’accademia locale. Nonostante la delusione, Girolamo non si perse d’animo e si trasferì a Roma, dove completò il suo percorso accademico e ottenne il diploma di scultore a martello, una qualifica che avrebbe definito il suo futuro artistico e che segnò l’inizio di una carriera ricca di successi.
Durante questi anni, Girolamo non si limitò a perfezionare la sua tecnica scultorea, ma approfondì anche il suo amore per la pittura, un altro campo in cui si distinse per il suo talento. Il suo soggiorno a Roma fu fondamentale non solo per la sua crescita artistica, ma anche per la sua evoluzione come uomo e come educatore, preparandolo ad affrontare il futuro con una visione più ampia e ricca di esperienze.
Il ritorno a Cefalù: l’Incontro con Angelina e la missione educativa
Nel pieno della sua formazione e carriera, Girolamo Coco decise di ritornare a Cefalù, la sua città natale, e qui trovò anche l’amore. Si sposò con Angelina, figlia di Salvatore Martino e di Salvatrice Agnello, e insieme ebbero tre figli: Matilde, Salvina e Toti. Il ritorno a Cefalù non fu solo un ritorno alle radici familiari, ma anche un nuovo inizio per Girolamo, che iniziò a riflettere sul suo futuro come insegnante e educatore.
Fu proprio a Cefalù che iniziò a dare forma alla sua missione educativa. Nel 1939, Girolamo Coco divenne docente nella Scuola d’Arte “Regina Margherita”, una scuola che sarebbe diventata il centro della sua vita professionale. Questa scuola era una realtà che, seppur apprezzata, necessitava di una forte trasformazione per rispondere alle nuove sfide educative e culturali della società. E fu proprio Girolamo a cogliere questa necessità.
La trasformazione della Scuola d’Arte “Regina Margherita”
Nel periodo in cui Girolamo Coco assunse il ruolo di Presidente e Direttore della Scuola d’Arte “Regina Margherita”, l’istituto era caratterizzato dalla sua natura serale, che rendeva difficile per molti studenti seguire con regolarità le lezioni. Coco, consapevole delle difficoltà derivanti da questo orario e della scarsità di opportunità per gli studenti di proseguire gli studi in istituti d’arte superiori, intraprese un coraggioso cambiamento: trasformò la scuola da serale a diurna.
Questa decisione fu cruciale per il miglioramento del livello culturale e artistico della scuola. La nuova organizzazione permetteva agli studenti di dedicarsi maggiormente all’apprendimento e di acquisire una preparazione più completa, rendendo possibile l’accesso a istituti d’arte superiori e a licei artistici. La scuola divenne un vero e proprio centro di eccellenza, dove si insegnavano non solo tecniche artistiche, ma anche una solida preparazione culturale, fornendo agli studenti gli strumenti necessari per intraprendere carriere nel campo dell’arte, dell’architettura o dell’insegnamento.
Il cambiamento che Girolamo Coco apportò alla scuola “Regina Margherita” fu un passo fondamentale che permise agli studenti di Cefalù di crescere artisticamente e culturalmente, dando loro accesso a possibilità che in precedenza sarebbero state precluse. Questo contributo, insieme alla creazione di un corso misto e di un ambiente scolastico più dinamico, portò la scuola a guadagnare un ampio seguito e un affetto crescente da parte della comunità.
Un educatore visionario e l’amore per la cultura
Oltre a concentrarsi sull’aspetto artistico, Girolamo Coco si rese conto che l’educazione fisica doveva giocare un ruolo fondamentale nel processo educativo. Nella sua visione, una scuola non poteva limitarsi alla sola trasmissione di conoscenze teoriche e artistiche; essa doveva anche promuovere il benessere fisico e la crescita armoniosa degli studenti. Di conseguenza, la Scuola “Regina Margherita” iniziò a partecipare attivamente ai “Ludi Juveniles”, eventi che univano cultura, arte e sport, ottenendo eccellenti risultati.
Coco, sempre attento alle necessità dei suoi studenti, si adoperò anche per la creazione di una biblioteca e di una radio scolastica, due risorse che arricchivano ulteriormente la preparazione degli allievi e le loro opportunità culturali. La sua dedizione all’educazione e alla cultura non si limitava all’insegnamento delle discipline artistiche, ma si estendeva a un’educazione globale che mirava a formare individui completi, capaci di affrontare le sfide della vita con intelligenza, fisicità e passione.
Il riconoscimento e l’eredità di Girolamo Coco
Girolamo Coco dedicò tutta la sua vita alla scuola, con una passione che non venne mai meno, neanche negli anni più difficili. La sua opera non fu solo quella di un insegnante, ma di un vero e proprio innovatore nel campo dell’educazione artistica. La sua capacità di trasformare una scuola, renderla più accessibile, culturale e formativa, lo ha reso un punto di riferimento per la comunità di Cefalù e per le generazioni di studenti che sono passate sotto la sua guida.
La sua morte nel 1997, all’età di 90 anni, ha segnato la fine di un’era per la Scuola “Regina Margherita” e per tutta la comunità cefaludese. Tuttavia, l’eredità di Girolamo Coco vive attraverso i suoi ex studenti, la cultura che ha promosso e l’arte che ha insegnato. La sua figura continua a essere celebrata, non solo come scultore e pittore, ma soprattutto come educatore e innovatore, la cui passione per l’arte e la cultura ha avuto un impatto profondo e duraturo.
Un uomo che ha cambiato la vita di molti
Girolamo Coco è stato un uomo che ha saputo unire l’arte, l’educazione e la comunità in un modo unico e innovativo. La sua capacità di cambiare la scuola, di elevare la cultura e di preparare i giovani a un futuro migliore lo ha reso una figura leggendaria nella storia di Cefalù e della Sicilia. L’insegnamento di Coco non si limitava a trasmettere conoscenze artistiche, ma comprendeva anche lezioni di vita, di impegno civico e di amore per la propria terra. La sua vita e il suo lavoro rimangono una fonte d’ispirazione per chiunque creda nel potere dell’educazione e dell’arte come strumenti di trasformazione sociale