Oggi, 1° marzo, la città di Cefalù celebra una giornata di grande significato, una ricorrenza che richiama alla memoria un atto di eroismo che ha segnato la storia della comunità. Esattamente 74 anni fa, il 1° marzo 1951, sette coraggiosi pescatori cefaludesi compirono un’impresa straordinaria che non solo salvò cinque vite umane, ma divenne simbolo di coraggio, solidarietà e speranza.
La Storia degli Eroi del Mare
Tutto ebbe inizio all’alba del 28 febbraio 1951, quando la motobarca Franco, della marina di Arenella, salpò come ogni giorno per il suo normale servizio. A bordo, cinque marinai si preparavano ad affrontare una giornata di lavoro. Le condizioni meteorologiche, sebbene incerte, non fermarono la loro determinazione: la pesca era la loro fonte di sostentamento e nonostante il tempo minaccioso, il mare non avrebbe impedito loro di svolgere il loro dovere. Ma ciò che sembrava una normale giornata di pesca si trasformò presto in un incubo. Una violenta mareggiata colpì la barca e, nonostante gli sforzi per tornare a riva, un guasto ai motori fece precipitare la situazione. I marinai rimasero alla deriva, senza speranze di salvezza.
Dopo trentasei ore di angoscia e ricerche infruttuose da parte delle autorità marittime, il destino dei cinque naufraghi sembrava ormai segnato. Ma proprio quando la speranza sembrava svanire, l’occhio vigile di sette pescatori cefaludesi li vide. Senza esitazione, questi uomini di mare si lanciarono nell’inferno delle onde per salvare chi, nel buio della tempesta, aveva ormai perduto ogni speranza.
Gli Eroi della Tempesta
I sette pescatori, guidati dal coraggioso Carmelo Fertitta, non si lasciarono intimorire dalla furia del mare. Con un’imbarcazione a disposizione, la barca dei fratelli Cefalù, e con il coraggio nel cuore, affrontarono un viaggio che sembrava impossibile. Tra di loro c’erano Salvatore Portera, Giuseppe Machì, Santo Aquia, Giuseppe Fertitta, Giovanni Cefalù e Giovanni Glorioso, uomini pronti a rischiare la propria vita per salvare quella degli altri.
Per sei ore, sfidando il mare in tempesta, i sette uomini navigarono verso la motobarca in avaria. Tre ore di lotta contro le onde li separavano dalla salvezza, ma non si arresero. Quando finalmente giunsero accanto ai naufraghi, trovarono cinque uomini sfiniti, senza speranza, ma vivi. In un atto di grande umanità, con le forze che ormai li abbandonavano, i sette pescatori non solo riuscirono a salvare i naufraghi, ma li riportarono a riva sani e salvi. Un miracolo del mare, frutto di coraggio e determinazione.
Il riconoscimento di una Città
Il giorno successivo, il 2 marzo, l’intera città di Cefalù si raccolse in un abbraccio di gratitudine. Il sindaco Giuseppe Giardina e la giunta comunale, con un decreto ufficiale, elogiarono pubblicamente il gesto eroico di questi uomini straordinari. Le parole di riconoscimento furono chiare: “La prova di grande coraggio dell’alto spirito di abnegazione e di umana solidarietà dei sette pescatori di Cefalù è degna del più alto encomio e della massima ammirazione.” Un atto che passò alla storia della città e che, dopo anni di silenzio, venne finalmente ricordato come si doveva.
Nel corso degli anni, la memoria di questo gesto eroico è rimasta nel cuore della comunità cefaludese, ma fu grazie all’iniziativa di Cefalunews, diretta da Mario Macaluso, e con il contributo di Rosa Maria Aquia, che la storia dei sette eroi del mare è stata riportata alla luce dopo oltre 60 anni di oblio. La targa in marmo, realizzata dal Maestro Roberto Giacchino, e la cartolina commemorativa curata dal Professor Giuseppe Forte sono diventate simboli di un ricordo che non può essere dimenticato.
Oggi, i nomi dei sette pescatori – Carmelo Fertitta, Salvatore Portera, Giuseppe Machì, Santo Aquia, Giuseppe Fertitta, Giovanni Cefalù e Giovanni Glorioso – sono impressi nella memoria collettiva di Cefalù. Ma non solo: il loro eroico salvataggio è diventato un simbolo di solidarietà e coraggio che risuona nei cuori di ogni cefaludese. La città ha deciso di intitolare una strada a questi uomini indimenticabili, un gesto che è stato accolto con entusiasmo dalla comunità, che finalmente riconosce e celebra il valore delle loro azioni.
Anche oggi, a distanza di oltre sette decenni, il ricordo di quella storica impresa è vivo più che mai. Non solo grazie alle manifestazioni organizzate ogni anno da Cefalunews, ma anche grazie alla passione dei familiari che, come Rosamaria Aquia, figlia di uno degli eroi, continuano a raccontare e condividere quella che per loro è una storia di quotidiana normalità, seppur straordinaria.
La città di Cefalù oggi celebra questi sette uomini che, con il loro coraggio e la loro abnegazione, hanno scritto una pagina indelebile della storia marittima. E mentre il mare di Cefalù continua a battere sulle sue coste, il ricordo degli eroi del mare resterà per sempre nelle onde, nei cuori e nelle strade della città.