Messaggio del Vescovo di Cefalù per la Quaresima

Carissimi fratelli e sorelle,

con l’inizio della Quaresima entriamo anche nel cuore del Giubileo. Entrambi, infatti, ci rivelano la pazienza di Dio. Vorrei soffermarmi su questa prerogativa divina: la pazienza, il Dio paziente.

Il termine greco μακροθυμία, macrotimia, esprime la magnanimità, la lentezza all’ira, la ricchezza di misericordia di Dio, specialmente di fronte a un popolo dal cuore indurito. La pazienza di Dio si manifesta in modo sublime nella passione di Cristo, nel sacrificio del Figlio che si offre per la salvezza di tutti i peccatori.

Come afferma la Seconda Lettera di Pietro:

“Il Signore non ritarda nell’adempiere la sua promessa, ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti giungano alla conversione.”

Dio, dunque, ci rivolge il suo invito:

  • Venite a me,
  • Ritornate a me,
  • Convertitevi.

Eppure, nella sua infinita pazienza, attende che questo appello porti frutto nella conversione. La pazienza di Dio è espressione della sua lungimiranza, della profondità del suo amore, che non desidera la morte del peccatore, ma che questi si converta e viva.

Anche il credente, a sua volta, è chiamato a coltivare il dono della pazienza, strettamente legata alla fede. Essere pazienti significa perseverare fino alla fine, accogliere la distanza e la dissimmetria tra la pazienza divina e la nostra fragilità nel perseverare nel peccato.

Un’altra riflessione mi porta a connettere la pazienza con l’umiltà: la pazienza conduce l’uomo alla consapevolezza delle proprie fragilità e della propria incompiutezza. Mi viene in mente Papa Francesco, che, nella sua malattia, sta certamente esercitando molta pazienza dinanzi alla fragilità del corpo. Anche nelle relazioni umane, la pazienza è essenziale: attendere l’altro, rispettare i suoi tempi, diventa fondamentale per costruire una vera comunione.

Scrive la Prima Lettera ai Corinzi:

  • La carità è paziente.

Tertulliano la definisce summa virtus, la virtù per eccellenza. Essa è essenziale alla fede, perché si traduce in perseveranza; è fondamentale per la speranza, perché ne anima la fiducia nell’attesa dell’adempimento delle promesse di Dio; ed è profondamente legata alla carità, poiché ne determina la gratuità.

San Cipriano di Cartagine afferma:

  • Essere cristiani è opera della fede e della speranza.

Ma perché la fede e la speranza possano dare frutti, hanno bisogno della pazienza, radicata nella fiducia in Cristo. La pazienza è la forza di Dio che, grazie al dono dello Spirito, sostiene l’uomo anche nelle prove, rendendolo capace di perseverare, di rimanere se stesso nelle difficoltà, di sopportare e supportare gli altri.

Il credente è paziente perché è animato dalla promessa:

“Chi persevererà sino alla fine sarà salvo.”

La pazienza è dunque perseveranza nella prova, nelle persecuzioni, nel martirio. I santi e i martiri ci hanno dato un esempio straordinario di pazienza, sapendo attendere con fiducia la risposta di Dio.

Il Giubileo, come la Quaresima, è un’esperienza viva della pazienza divina, che non lascia nulla di intentato pur di salvarci dalla morte, dal peccato, dalla disperazione eterna.

E allora, carissimi fratelli e sorelle, approfittiamo di questo tempo prezioso: è un tempo di salvezza. Non lasciamo sfuggire l’opportunità che Dio, ancora una volta, ci offre.

Buona Quaresima a tutti!

S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Marciante invita tutti i Fedeli a unirsi in Preghiera per la salute del Santo Padre Francesco. Anche attraverso i canali TV.

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