Il comandante che ha cambiato Cefalù: la storia di Antonio Flaccomio

Antonio Flaccomio, noto semplicemente come “Il Comandante”, nasce a Cefalù il 5 marzo 1938. Dopo una lunga e rispettata carriera, muore nella sua città natale, il 17 dicembre 2022, lasciando un’impronta indelebile nella vita urbana e sociale del paese. Comandante della Polizia Municipale di Cefalù per molti anni, è ricordato per aver trasformato la gestione della sicurezza e della viabilità cittadina, introducendo innovazioni che ancora oggi segnano il paesaggio urbano. La sua leadership e il suo impegno per la comunità lo rendono una figura centrale nella storia recente della città, un uomo che ha sempre cercato di combinare la disciplina e il dovere con un profondo senso di responsabilità verso i suoi concittadini.

Cresce in un contesto storico e sociale complesso, segnato dalle trasformazioni politiche e culturali degli anni ’40 e ’50 in Italia. La Sicilia, terra di tradizioni radicate e di forti contrasti, viveva una fase di transizione, tra le difficoltà economiche del dopoguerra e i primi segni di sviluppo. Cefalù, un piccolo paese di mare, si stava lentamente modernizzando, ma mantenendo comunque un forte legame con le proprie tradizioni. La sua famiglia, di origine modesta ma ben radicata nei valori della comunità, svolge un ruolo fondamentale nella sua formazione. La madre e il padre gli trasmettono un senso di rigore e disciplina, valori che lo accompagneranno per tutta la vita. La sua educazione è improntata alla religiosità, ma anche all’importanza del lavoro e della solidarietà sociale, insegnamenti che riceve soprattutto attraverso la partecipazione all’Azione Cattolica e ai boy scout. In questo periodo, l’Italia sta attraversando un processo di ricostruzione e crescita, ma anche di instabilità politica, segnato da un forte desiderio di cambiamento. Flaccomio, in questo scenario, si forma come un uomo pratico, ma anche profondamente legato ai principi morali, e l’educazione ricevuta in famiglia e nel contesto religioso e sociale sarà determinante nel suo percorso professionale e nel suo impegno pubblico.

Studi e formazione

La sua infanzia si svolge in un ambiente semplice e familiare, a stretto contatto con la natura e la comunità di Cefalù. La sua casa di via Veterani, insieme alla campagna a Ruggero, rappresentano i luoghi che più ricorda con affetto. Ogni estate, la sua famiglia trascorreva un mese alla Ferla, un’esperienza che gli permise di sviluppare legami di amicizia e di familiarità con i compagni di gioco e le persone del posto. Questi anni formativi, immersi nella semplicità, sono caratterizzati da un forte senso di comunità e di solidarietà, valori che hanno segnato la sua crescita. Durante la sua giovinezza entra a far parte dell’Azione Cattolica e dei boy scout, esperienze che gli inculcano l’importanza della disciplina, del lavoro di squadra e della responsabilità sociale. La sua infanzia è segnata anche dai legami con i suoi amici di sempre, tra cui Pino Curreri, Pasquale Culotta e Mario Lombardo, figure che avranno un ruolo importante nella sua vita.

I ricordi della scuola sono altrettanto significativi, poiché le esperienze scolastiche si intrecciano con le prime forme di impegno e passione intellettuale. Frequenta la scuola elementare presso la Chiesa di S. Antonio, per poi passare alla scuola media Rosario Porpora a Cefalù. In seguito, si iscrive al liceo Mandralisca, sempre nella sua città natale, dove si distingue per la sua straordinaria capacità mnemonica. La sua predisposizione per lo studio, unita a una naturale curiosità, gli consente di affrontare con successo gli studi, rendendolo particolarmente abile nell’apprendimento di lingue e testi. La sua attitudine a concentrarsi sugli obiettivi lo porta a eccellere nelle materie scolastiche, e la sua formazione si arricchisce ulteriormente durante il percorso universitario a Palermo, dove si laurea in giurisprudenza. Nonostante la sua carriera professionale futura lo porterà verso un altro settore, la solida base culturale e l’educazione ricevuta durante gli anni scolastici saranno fondamentali per il suo futuro.

Già da giovane dimostra un forte senso del dovere e una naturale inclinazione verso la disciplina. Questi tratti della sua personalità sono ulteriormente plasmati dal rigore educativo ricevuto dai genitori, che lo incoraggiano a sviluppare una forte etica del lavoro. Il padre gli trasmette i valori della libertà e della tolleranza, mentre la madre trasmette l’importanza della spiritualità e del rispetto per gli altri. Nella sua giovinezza, l’atmosfera di serietà e di responsabilità che caratterizza la sua educazione si riflette nel suo comportamento maturo e rispettoso delle regole, che diventerà un elemento distintivo anche nella sua carriera futura.

Da giovane è una persona socievole e ama trascorrere il tempo con gli amici, partecipando ad attività ricreative e a momenti di socializzazione che contribuiranno a formare il suo carattere equilibrato e a rafforzare il suo spirito di comunità. Anche se non ha particolari passioni artistiche o hobby specifici, la sua vita è caratterizzata da un impegno costante e da una visione pragmatica, che lo orientano verso una carriera nella pubblica amministrazione. L’esperienza degli scout, dove acquisisce competenze organizzative e di leadership, e la partecipazione attiva nelle attività comunitarie, pongono le basi per la futura carriera nel corpo dei vigili urbani. In quegli anni, pur non avendo ancora definito in modo preciso il suo futuro professionale, sviluppa una forte connessione con la sua città, una connessione che, nel corso degli anni, lo spingerà a contribuire al miglioramento della sicurezza e della viabilità di Cefalù.

Gli anni nella Polizia Municipale

Dopo aver completato gli studi universitari e aver assolto il servizio militare come ufficiale a Trieste, Antonio intraprende inizialmente una carriera nel settore delle assicurazioni. Tuttavia, il suo destino sembra già segnato, e ben presto la sua vita professionale lo porta a entrare nel corpo dei vigili urbani di Cefalù. Il forte legame con la sua città natale e la volontà di contribuire al suo benessere lo indirizzano verso la pubblica amministrazione. È proprio in questo ambito che si distingue, riuscendo ad ottenere il ruolo di comandante della Polizia Municipale, carica che ricoprirà con dedizione per molti anni.

I primi anni del suo servizio come comandante sono segnati dall’entusiasmo e dalla passione per il suo lavoro. In un periodo in cui Cefalù sta iniziando a crescere in modo esponenziale, l’introduzione di nuove dinamiche di viabilità e sicurezza urbana diventa una priorità. L’ambiente lavorativo è inizialmente genuino, con colleghi che si riflettono nei suoi stessi ideali di impegno per la città. Durante questo periodo, Flaccomio riesce a far crescere l’importanza del corpo dei vigili urbani, riconoscendo la necessità di un’organizzazione più efficiente per fronteggiare le sfide di una città che sta cambiando rapidamente. Non mancano le difficoltà: le risorse limitate e le esigenze sempre crescenti di una comunità in espansione pongono sfide quotidiane che il comandante affronta con pragmatismo e determinazione.

Da comandante, Flaccomio ritiene fondamentale la fiducia reciproca tra colleghi e ogni difficoltà l’affrontata con spirito di collaborazione. Questo principio lo guida nel suo operato quotidiano, dove, pur nelle difficoltà, cerca di mantenere un clima di rispetto e di equilibrio, sia con i suoi collaboratori che con i cittadini. Nel corso degli anni si impegna a rinnovare la viabilità della città, puntando su scelte che, per l’epoca, erano considerate avanguardistiche. L’introduzione di sensi unici in alcune vie centrali, come via Roma, e l’eliminazione dei semafori in favore di soluzioni più moderne, come le rotatorie, sono esempi della sua capacità di innovare in un contesto che stava cambiando rapidamente. Le sue scelte, sebbene non sempre comprese appieno all’inizio, hanno avuto un impatto duraturo sulla città, tanto che molte delle sue iniziative sono ancora in vigore oggi. L’amministrazione della sicurezza e della viabilità cittadina, sotto la sua guida, diventa un modello da seguire, tanto da essere riconosciuto come un riferimento nell’ambito della Polizia Municipale.

Il rapporto con le amministrazioni locali, in particolare con i sindaci che si sono susseguiti nel tempo, è stato caratterizzato da un equilibrio di collaborazione, ma anche da qualche divergenza. Flaccomio ha sempre cercato di mediare tra le necessità del corpo dei vigili e le decisioni politiche che influenzavano le scelte amministrative. Con la classe dirigente dei primi anni della sua carriera, ha trovato un’intesa che gli ha permesso di portare avanti il suo progetto di città, ma nel corso del tempo ha percepito un cambiamento nella visione politica della città, che riduceva le risorse destinate alla sicurezza urbana, nonostante la crescita dei bisogni. Questo progressivo ridimensionamento del corpo dei vigili urbani ha rappresentato uno dei principali problemi per il comandante negli ultimi anni della sua carriera.

Il momento di maggiore soddisfazione professionale di Flaccomio non è tanto legato a riconoscimenti ufficiali, quanto alle decisioni che ha preso e che hanno avuto un impatto duraturo sulla città. Le sue scelte in ambito viabilistico e urbanistico rappresentano un suo contributo tangibile al miglioramento della qualità della vita a Cefalù. Il fatto che alcune di queste decisioni siano ancora operative, e apprezzate dai cittadini, è un segno del successo della sua visione. Questo impatto duraturo è testimoniato anche dall’elezione a capo dell’Associazione Nazionale dei Comandanti dei Vigili Urbani, un riconoscimento che riflette il rispetto e la stima che aveva acquisito nel suo campo. 

La famiglia, le passioni e gli hobby

Fuori dal suo ruolo di comandante, Antonio si rivela una persona profondamente legata alla famiglia. La sua vita privata, pur segnando un equilibrio difficile con il suo impegno professionale, è un riflesso del suo carattere. Sebbene la carriera e le responsabilità professionali abbiano inevitabilmente pesato sulla sua vita familiare, si dimostra un padre affettuoso e rigoroso, attento alle scelte dei figli e pronto a offrire il suo sostegno. La famiglia è sempre stata al centro della sua vita, anche se il suo lavoro spesso lo costringeva a sacrificare del tempo da trascorrere insieme ai suoi cari. Nonostante ciò, i momenti di condivisione con la moglie e i figli erano preziosi e amati, e con il tempo, la sua dedizione a loro si intensifica, specialmente dopo la nascita dei suoi nipoti, con i quali si sente in grado di esprimere pienamente il suo affetto.

Al di fuori delle sue responsabilità lavorative, Flaccomio è una persona semplice, ma con una passione particolare per la natura e la tranquillità. Uno dei suoi hobby principali è la cura del giardino e dell’orto, attività che lo rilassa e gli permette di staccare dalla frenesia del lavoro. L’orto, coltivato con molta cura, è per lui un luogo di riflessione e di piacere, dove il contatto con la terra lo aiuta a ricaricarsi. Questa passione per la natura rappresenta un lato più intimo e personale del suo carattere, che contrasta con l’immagine del comandante severo e rigoroso. Il tempo trascorso nel suo giardino è, infatti, uno degli aspetti che gli permette di godere di una serenità che non trova altrove.

Nonostante il suo impegno nella vita pubblica, Flaccomio non ha mai dato l’impressione di essere un uomo privo di interesse per il mondo al di fuori delle sue responsabilità professionali. Sebbene non fosse particolarmente appassionato di sport o di altri svaghi, apprezzava la compagnia degli amici più intimi. Le serate trascorse con loro, lontano dai doveri quotidiani, erano per lui un’opportunità di svago e di rilassamento, un modo per alleggerire il peso degli anni di servizio. La sua vita sociale, sebbene discreta, era comunque ricca di legami sinceri e di affetti che duravano nel tempo.

Gli anni della pensione

Il passaggio alla pensione avviene senza grandi cerimonie, ma con la consapevolezza di aver svolto un lavoro che ha lasciato un segno indelebile nella sua città. Nonostante il distacco ufficiale dalle sue funzioni, la sua transizione alla vita da pensionato è vissuta con serenità, seppur con una certa nostalgia per un ruolo che aveva ricoperto con passione e dedizione. Anche se non occupato più nel servizio quotidiano, il suo impegno verso la città di Cefalù non si esaurisce mai completamente. Non smette di seguire le vicende politiche e amministrative che riguardano la sicurezza e la viabilità urbana, rimanendo una figura di riferimento per i suoi ex collaboratori e per la comunità.

Anche da pensionato continua ad essere una presenza discreta, ma costante, nella vita della sua città. I suoi successori, così come molti dei suoi ex colleghi, lo cercano per consigli e pareri su tematiche legate alle su competenze. La sua esperienza e il suo giudizio sono ancora considerati fondamentali, e lui non si tira mai indietro quando qualcuno ha bisogno del suo aiuto. Anche se il suo coinvolgimento nelle questioni quotidiane di Cefalù sia ridotto, il suo spirito di servizio e la sua volontà di essere utile alla comunità rimangono intatti. Questo atteggiamento, unito alla sua disponibilità e alla sua integrità, lo rende ancora molto rispettato nella città, dove continua a godere di una grande stima.

Il suo tempo da pensionato è caratterizzato anche da una rinnovata possibilità di dedicarsi a se stesso e alle sue passioni, che durante gli anni di lavoro erano state messe in secondo piano. Flaccomio trova finalmente il tempo per viaggiare, seppur in modo limitato, e per godersi maggiormente la tranquillità della sua amata campagna. Passa molto tempo con la sua famiglia, soprattutto con i nipoti, con cui può finalmente creare quei legami che il lavoro gli aveva impedito di consolidare durante gli anni più intensi della sua carriera. Lontano dal comando e dalla frenesia del suo ruolo, riesce a vivere una vita più rilassata, ma sempre con la stessa attenzione e passione che lo avevano contraddistinto in gioventù. La pensione rappresenta per lui una nuova fase, ma non un abbandono completo della sua città e delle sue responsabilità civiche.

Ricordo ed eredità

Il ricordo di Antonio Flaccomio a Cefalù è ancora vivo e tangibile, non solo tra i suoi familiari e amici, ma anche tra i cittadini che lo hanno conosciuto nel corso della sua carriera. La sua figura è quella di un uomo che ha dedicato la propria vita alla sua città, con un impegno instancabile per il bene comune e per il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi concittadini. Molti lo ricordano per la sua integrità, la sua serietà e il suo amore per Cefalù, qualità che lo rendevano un punto di riferimento non solo sul piano professionale, ma anche umano. 

L’eredità lasciata da Flaccomio va oltre le sue azioni pratiche come comandante. La sua vita è un esempio di dedizione, di sacrificio e di impegno verso gli altri, valori che ha trasmesso non solo ai suoi familiari, ma anche ai suoi colleghi e alla comunità intera. Ha sempre cercato di conciliare l’efficienza e il rigore con la disponibilità verso chiunque avesse bisogno, guadagnandosi il rispetto e la stima di tutti. I suoi successori nel corpo dei vigili urbani lo ricordano con affetto e gratitudine, riconoscendo in lui un modello di correttezza e di professionalità. La sua capacità di affrontare le sfide con determinazione, senza mai perdere di vista i valori morali, ha fatto di lui una figura rispettata e ammirata, non solo durante la sua carriera, ma anche dopo il suo pensionamento.

Oggi, a distanza di alcuni anni dalla sua morte, il suo ricordo continua a vivere nei racconti di chi lo ha conosciuto e nelle testimonianze delle sue scelte che hanno contribuito al miglioramento della città di Cefalù. La sua eredità è quella di un uomo che ha saputo unire il rigore del dovere con l’umanità, e che ha sempre messo al centro della sua vita il benessere della comunità. La sua storia, fatta di sacrificio, dedizione e rispetto per gli altri, continua a ispirare chiunque venga a conoscenza della sua figura, un modello di integrità che lascia un segno indelebile nel cuore di chi lo ha avuto come guida. (Nella foto il comandante Flaccomio con la moglie nel giorno in cui va in pensione)

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