Pietro Saja: un uomo che ha dedicato la sua vita a Cefalù e alla cultura

Pietro Saja nasce a Cefalù il 30 maggio 1930. La sua vita è stata dedicata  alla conservazione del patrimonio storico-artistico della sua amata Sicilia, ma è anche una testimonianza di come la passione per l’arte e la cultura possa permeare ogni aspetto dell’esistenza. La sua carriera spazia tra l’insegnamento, la pittura, la ricerca storica e la tutela del patrimonio culturale, senza mai tralasciare l’impegno verso la sua comunità. È stato un uomo che ha scelto di vivere la propria vita come una continua esplorazione delle radici della sua terra, mettendo a servizio della conoscenza la sua grande passione per la storia e l’arte. Per molti decenni ha  arricchito con il suo lavoro la città di Cefalù e la Sicilia, diventando un punto di riferimento per gli studiosi, per gli appassionati d’arte e per chiunque desideri conoscere la storia della Sicilia.

Le radici siciliane e l’infanzia a Cefalù

Cefalù, la cittadina siciliana che dà i natali a Pietro Saja, è un luogo che affonda le sue radici in una storia millenaria, un angolo di Sicilia ricco di tradizioni e di bellezze naturali che non solo incantano chi la visita, ma influenzano anche profondamente chi vi nasce e cresce. Pietro viene al mondo in questa cornice affascinante, in un periodo storico che sta ancora cercando di risollevarsi dalle ferite della Seconda Guerra Mondiale. Cefalù, purtroppo, non si trova nel suo periodo di massimo splendore economico, ma continua a essere un luogo dove arte e tradizione si intrecciano in modo armonioso. La sua infanzia si svolge in un contesto economico difficile, che caratterizza la Sicilia del dopoguerra, ma ciò non impedisce a Pietro di sviluppare una visione profonda e sensibile della cultura locale.

La sua famiglia gli trasmette soprattutto l’amore per le tradizioni locali e da queste egli prende le mosse per ampliare i suoi orizzonti culturali.  Il padre e la madre, venuta a mancare prematuramente, lo  aiutano a continuare gli studi, pur tra tante difficoltà.  Il giovane Pietro, sempre grato ai suoi per i sacrifici affrontati, prosegue con impegno il suo percorso di formazione, desideroso di scoprire sempre di più le origini della sua terra e l’immenso patrimonio che Cefalù e la Sicilia rappresentano. In un mondo che sta cercando di rinascere dalle difficoltà del conflitto mondiale, Pietro sviluppa una curiosità insaziabile per la storia e l’arte che lo accompagnerà per tutta la vita.

Durante gli anni della sua giovinezza, Cefalù si trova in una fase di grande trasformazione; ma, nonostante le difficoltà economiche della Sicilia, la città conserva una bellezza intrinseca, che si esprime nei suoi monumenti storici e nel suo paesaggio unico. Pietro comincia a vedere in ogni angolo della città e in ogni opera d’arte una narrazione, una storia che deve essere preservata. Non c’è nulla di superficiale nella sua curiosità: cerca di scoprire e di comprendere ogni dettaglio, ogni sfumatura storica che può raccontare qualcosa di più sul passato della sua città e della sua regione. Cefalù, con la sua cattedrale normanna, il mare che lambisce le sue coste e le montagne che la circondano, diventa così la sua scuola di vita, il luogo in cui da giovane sviluppa una passione profonda per la storia e l’arte siciliana.

La formazione accademica e l’impegno culturale

Dopo aver completato il suo percorso scolastico a Cefalù, diplomandosi nel 1952 presso il locale Istituto d’Arte, continua i suoi studi a Palermo e frequenta  il Magistero d’Arte, dimostrando subito un talento e un impegno notevoli. Durante il suo percorso accademico, si distingue per la  preparazione e per la passione con cui affronta ogni materia. Grazie all’orientamento ricevuto dai suoi professori, in particolare dal professor Guido Di Stefano, noto storico dell’arte, affina le sue competenze sia nel campo della pittura che in quello della storia dell’arte. La sua preparazione accademica è anche accompagnata da una spiccata inclinazione alla ricerca storica e alla catalogazione delle opere d’arte. La sua tesi , dal titolo “Catalogazione della pinacoteca del Museo Mandralisca di Cefalù”, segna una tappa fondamentale nella sua carriera, poiché costituisce il primo passo verso un impegno costante nella valorizzazione delle ricchezze artistiche della sua città. Questo lavoro non solo gli vale il massimo dei voti, ma gli permette di entrare in contatto con una realtà culturale che trasforma la sua vita professionale: il Museo Mandralisca di Cefalù, con le sue opere d’arte uniche e il suo legame indissolubile con la storia della città, rappresenta la sintesi perfetta di ciò che Pietro vuole preservare e valorizzare. La catalogazione e la ‘lettura’ delle opere, che diventano un lavoro fondamentale per la comunità locale e internazionale, sono solo il primo passo di un lungo cammino di ricerca che lo vede impegnato per tutta la vita nella protezione e nella promozione del patrimonio siciliano.

La carriera e il contributo alla cultura siciliana

La carriera di Pietro Saja è una continua fusione tra insegnamento e ricerca. Per oltre quarant’anni,  insegna materie artistiche e tecniche nelle scuole secondarie di primo e secondo grado di Cefalù e dei comuni limitrofi. La sua passione per l’arte e per la storia non rimane confinata alle aule scolastiche, ma si estende anche al di fuori della scuola, tanto da divenire un riferimento per la vita culturale di Cefalù e della Sicilia. La sua attività di insegnante non è solo un lavoro, ma una missione: trasmettere ai giovani non solo nozioni, ma anche l’amore per la storia, l’arte e la cultura siciliane. Le sue lezioni sono sempre arricchite da storie e aneddoti che aiutano gli studenti a vedere oltre i libri di testo, a comprendere l’importanza di ogni singolo dipinto, ogni opera d’arte come una testimonianza vivente della storia della loro terra.

La sua attività artistica si intreccia con il suo lavoro di insegnante e di ricercatore. Oltre a partecipare a numerosi concorsi di pittura, ottenendo diversi riconoscimenti, organizza alcune mostre personali, ricevendo sempre consensi e apprezzamenti. Il suo impegno per l’arte non si limita alla pittura, ma abbraccia anche altri campi, come la fotografia e la scrittura. Nel 1962, insieme ad altri cinefili, fonda il “Cine Club Cefalù”, un’iniziativa che ha un grande impatto sulla vita della città. Il cine club diventa un luogo di incontro e di dibattito, dove si trattano temi legati al cinema, alla cultura e alla letteratura. Grazie a questo progetto, riesce a coinvolgere nomi illustri del panorama cinematografico, come il regista Elio Petri, e critici di fama, dando così una visibilità internazionale alla città tirrenica. Il cine club è anche un’occasione per sensibilizzare la comunità sull’importanza del sapere come elemento di crescita e di dialogo e contribuisce a fare di Cefalù un centro di riferimento culturale nella Sicilia degli anni ’60 e ’70.

Un impegno costante per la conservazione del patrimonio

Uno degli aspetti più significativi della carriera di Pietro Saja è il suo impegno nella conservazione del patrimonio storico e artistico di Cefalù e della Sicilia. La sua passione per la tutela delle opere d’arte e dei monumenti storici lo porta a ricoprire il ruolo di ispettore onorario per i beni culturali e ambientali di Cefalù, incarico che gli è conferito dalla Regione Siciliana nel 1991. In questo periodo si dedica con grande passione alla salvaguardia di monumenti e opere della sua città e contribuisce a far emanare un  decreto regionale  di vincolo per l’edificio abitato dall’occultista inglese Aleister Crowley, luogo ritenuto di “importante interesse artistico” anche per i dipinti che custodiva. La riconosciuta competenza nella ricostruzione della permanenza in Italia di Aleister Crowley  fa del prof. Pietro Saja un interlocutore privilegiato.  Il suo impegno nella protezione e nel recupero del patrimonio artistico della città culmina con il suo contributo fondamentale al restauro del Teatro Comunale di Cefalù, un monumento che oggi rappresenta una delle testimonianze più importanti della storia della città. L’intervento di Saja, che presiede  un comitato per il recupero del teatro, riesce a sensibilizzare le autorità locali e regionali sulla necessità di salvaguardare un patrimonio che rischia di andare perduto.

La vita privata e il legame con la comunità

Pietro Saja vive una vita semplice ma intensa, lontano dai riflettori e dal clamore, ma sempre al centro della sua comunità. La sua vita privata è caratterizzata dalla dedizione alla famiglia, all’insegnamento e alla ricerca, senza mai cercare una facile notorietà. Il suo lavoro di conservazione e di promozione della cultura non è solo una carriera, ma un’autentica vocazione  e la sua personalità rispecchia questa passione costante per la sua terra.  

 La sua eredità vive ancora nelle sue opere, nei suoi scritti e nei suoi studi. Pietro Saja ha accompagnato tutte le sue ricerche, svolte negli archivi cefaludesi e palermitani, con una ricchissima documentazione fotografica, grazie alla quale ha potuto promuovere la conoscenza della storia, dell’arte e delle tradizioni cefaludesi e madoniti ad ogni livello. Tra i suoi numerosi scritti, si vuole ricordare, almeno, il volume La pinacoteca del Museo Mandralisca, pubblicato nel 1979 per i tipi della casa editrice Lorenzo Misuraca. Si tratta del   primo testo che ha analizzato i dipinti esposti nei saloni della Fondazione  Mandralisca. Il prof. Saja si è spento, dopo una breve malattia, nel maggio del 2011.

Cambia impostazioni privacy