Angelina Caputo, conosciuta da tutti come “zza Ancilina”, è una delle figure più indimenticabili della comunità di Cefalù, una donna che, con il suo lavoro e la sua dedizione, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del paese. Nata il 19 febbraio 1920, da Rosaria D’Antoni e Salvatore Caputo, Angelina cresce in un ambiente familiare che le trasmette sin da giovane il valore dell’impegno verso il prossimo, la solidarietà e la compassione. È una donna che diventa una figura di riferimento per la sua comunità, dedicando tutta la sua vita a un lavoro che non le ha mai portato fama né riconoscimenti ufficiali, ma che l’ha resa una vera e propria leggenda tra le mura del suo rione, il rione Giudeca. La sua vita, pur segnata da numerose difficoltà e tragedie, come la morte di due dei suoi figli alla nascita e la dolorosa perdita della sua amata figlia Maria, è comunque stata caratterizzata da una straordinaria forza interiore, da un amore incondizionato per gli altri e da una dedizione che ha segnato la vita di tantissime persone. La sua dedizione alla sua famiglia, alla comunità e alla sua fede è stata la sua forza, e il suo nome continua a essere una fonte di ispirazione per chiunque ascolti la sua storia.
L’infanzia e la giovinezza
Angelina nasce e cresce a Cefalù, una piccola città siciliana che, nel periodo in cui lei è giovane, vive in una condizione di povertà e difficoltà, dovute agli effetti devastanti della Seconda Guerra Mondiale e ai cambiamenti sociali ed economici che caratterizzano l’epoca. Cefalù, pur essendo una cittadina di grande bellezza, è un luogo che, come molti altri in Sicilia, vive in un contesto rurale, dove la vita si svolge principalmente in ambito familiare e comunitario. Le tradizioni locali, la fede e il legame con la terra sono gli elementi che più caratterizzano la vita quotidiana. La sua famiglia, pur non essendo benestante, è un nucleo solido, che le trasmette l’importanza della generosità e della solidarietà, e la educa con i valori tipici della tradizione siciliana, dove la comunità è il centro di ogni vita. Angelina cresce con il senso di dovere verso gli altri, un valore che diventerà la base della sua intera esistenza.
Durante la sua giovinezza, Cefalù è attraversata da momenti di grande difficoltà e trasformazione. La guerra ha lasciato cicatrici profonde nel paese, e il contesto socio-politico è caratterizzato da incertezze, povertà e tentativi di ricostruzione. In quest’ambiente segnato dalla sofferenza e dalla mancanza di risorse, Angelina sviluppa un profondo senso di responsabilità verso la sua comunità. Nonostante le difficoltà materiali e le difficoltà quotidiane, Angelina riesce a coltivare il sogno di poter fare la differenza nella vita degli altri, in particolare delle donne e dei bambini, e inizia a farsi conoscere per la sua disponibilità ad aiutare chiunque si trovi in difficoltà.
L’educazione e le influenze formative
Il percorso educativo di Angelina non è segnato da un’istruzione formale che la porti a frequentare scuole superiori o università, ma piuttosto da un’educazione pratica, tramandata dalle donne della sua comunità. Nonostante le limitate opportunità di studi accademici, Angelina sviluppa un’abilità naturale per l’assistenza alle persone, un’arte che apprende principalmente osservando e imparando dai più esperti, attraverso l’esperienza diretta. Il suo approccio all’arte infermieristica è radicato nell’esperienza quotidiana, un valore che, in una piccola città siciliana come Cefalù, è cruciale. Le donne più anziane le insegnano i fondamenti dell’ostetricia e delle cure mediche, ma ciò che veramente distingue Angelina è la sua capacità di ascoltare, di osservare e di imparare con umiltà, tanto dai successi quanto dagli errori. Crescendo, si fa conoscere per la sua dedizione e il suo impegno nei confronti degli altri, acquisendo competenze che la rendono una delle figure più rispettate nel suo rione.
Sebbene non sia mai stata formalmente istruita in ambito medico, Angelina ha sempre trattato le persone con la massima cura, con un’attenzione che va oltre la pura assistenza fisica. La sua educazione, quindi, è segnata dalla conoscenza che solo una vita vissuta con il cuore aperto può portare. Diventa così una figura centrale nel rione Giudeca, dove le sue doti umane e professionali sono particolarmente apprezzate.
Il suo impegno nella comunità
L’inizio della carriera di Angelina è segnato dal suo naturale desiderio di aiutare gli altri. Non è una carriera che sceglie per guadagnare fama o denaro, ma piuttosto per soddisfare una vocazione profonda che l’accompagna fin da giovane. Con il tempo, si specializza come ostetrica e infermiera, diventando una figura fondamentale nel rione Giudeca, dove il suo nome è sinonimo di disponibilità, compassione e professionalità. Nonostante non abbia mai ricevuto compensi economici per il suo lavoro, la sua dedizione è incrollabile. Le donne che aspettano un bambino sanno di poter contare su di lei, che si fa trovare pronta in ogni momento, a tutte le ore del giorno e della notte. La sua generosità è totale: non chiede mai compensi, né in denaro né in regali, e la sua unica ricompensa è la soddisfazione di vedere una vita nuova venire al mondo. L’amore che infonde nel suo lavoro è palpabile, e il suo approccio umile ma instancabile la rende una persona amata e rispettata da tutti.
L’impegno di Angelina va oltre la semplice professione: ella diventa una vera e propria colonna portante della comunità, tanto nel suo ruolo di infermiera quanto in quello di “mamma” per tutti, pronta ad offrire conforto, rassicurazione e aiuto in ogni momento di bisogno. Molte delle persone che oggi sono adulti nel rione Giudeca, e che sono diventati padri e nonni, ricordano con affetto l’aiuto che Angelina ha dato alle loro madri, assistendo loro durante il parto o curandole durante le malattie. La sua figura diventa sinonimo di sicurezza e di fiducia, e la sua presenza costante e silenziosa nel rione diventa il cuore pulsante di una comunità che si raccoglie attorno a lei nei momenti di bisogno.
Il successo di Angelina non è mai stato misurato in termini di denaro o riconoscimenti ufficiali. Tuttavia, la sua importanza per Cefalù è enorme. Con il passare degli anni, diventa una figura di riferimento non solo per il suo lavoro, ma anche per la sua capacità di generare un impatto profondo e positivo nelle vite delle persone che incontra. La sua fama si diffonde, non solo nel rione Giudeca, ma in tutta Cefalù, dove la sua reputazione di donna generosa e instancabile si consolida sempre più. È la donna che, senza chiedere nulla in cambio, è sempre pronta a rispondere a una chiamata, che si tratti di un parto urgente o di una semplice visita a domicilio per una persona malata. Ma non è solo il suo impegno professionale a fare di lei una figura così rispettata: ciò che veramente la distingue è il suo spirito altruista, la sua disponibilità a mettere gli altri prima di sé stessa, e il suo amore incondizionato per la sua comunità. Il dolore che ha vissuto, come la morte della figlia Maria, non le impedisce di essere sempre presente per gli altri, continuando a fare del bene e a offrire conforto a chi ne ha bisogno.
La vita personale
Oltre al suo impegno nella comunità, la vita di Angelina è segnata anche dalle difficoltà personali. La perdita della figlia Maria, una tragedia che la colpisce profondamente, segna un punto di svolta nella sua vita. Maria muore a causa di una leucemia fulminante, lasciando due bambine piccole, che Angelina cresce con amore e dedizione. Nonostante il dolore immenso per la morte di sua figlia, Angelina trova la forza di andare avanti, prendendosi cura di tutte le persone che ha sempre amato e continuando a dedicarsi alla sua famiglia, alla sua comunità e alla sua fede. La sua devozione alla Chiesa di Sant’Oliva è un altro aspetto fondamentale della sua vita: dedica molte ore a pulire e decorare la chiesa, ed è sempre presente durante le celebrazioni religiose, dimostrando una profonda fede che non si è mai indebolita. Anche durante le festività, come alla vigilia di San Giuseppe, dove prepara gli sfinci per la comunità, il suo spirito di servizio e il suo amore per la tradizione sono evidenti. La sua vita è una testimonianza di sacrificio, di dedizione e di amore che non conosce limiti.
Oggi, Angelina Caputo, o “zza Ancilina”, è ricordata come una delle figure più importanti e significative di Cefalù. La sua eredità non si misura in riconoscimenti formali, ma nel profondo impatto che ha avuto su tutti coloro che l’hanno conosciuta. La sua vita è stata un esempio di come, con umiltà, dedizione e amore, una persona possa davvero fare la differenza nella vita degli altri. Il suo nome è per sempre legato alla storia di Cefalù, e ogni persona che ha ricevuto il suo aiuto, che ha visto la sua dedizione e la sua generosità, ricorda il suo spirito instancabile e la sua capacità di prendersi cura degli altri con un cuore pieno di amore. La sua eredità continua a vivere nella memoria della comunità, e nelle storie che vengono raccontate di generazione in generazione, come quella di una donna che ha dato tanto senza chiedere nulla in cambio, una donna che ha reso la sua vita un atto di amore continuo. La sua storia è un esempio che trascende il tempo e che, ancora oggi, continua a ispirare chiunque ascolti il suo racconto. (Nella foto Angelina nel 1980 con i nipoti Salvina, Angela e Vincenzo)