La Tradizione del Pellegrinaggio al Santuario di Gibilmanna il 15 Agosto

Ogni 15 agosto, giorno in cui la Chiesa celebra l’Assunzione di Maria, il Santuario si riempie di pellegrini. Per generazioni, questo pellegrinaggio è stato occasione privilegiata per chiedere grazie e affidare alla Vergine Maria gioie, fatiche e speranze. È una tradizione che unisce fede e identità: il cammino verso Gibilmanna non è solo un viaggio fisico, ma un’ascesa spirituale verso “la Donna vestita di sole”, immagine che l’Apocalisse ci consegna come segno della Chiesa gloriosa.

Il dogma dell’Assunzione, proclamato da Pio XII nella Munificentissimus Deus (1950), affonda le radici nella memoria viva della Chiesa fin dai primi secoli. I Padri la cantarono come “immagine compiuta della risurrezione”, primizia dell’umanità redenta. Così, San Giovanni Damasceno esclamava: “La terra non era degna di trattenere il tuo corpo… ma il cielo ti accolse”, e Sant’Agostino ricordava che il Signore l’ha glorificata “come preservata dal peccato”.

Oggi, salire a Gibilmanna il 15 agosto significa riconoscere in Maria Assunta la Regina che siede accanto al Figlio, rivestita d’oro come nel Salmo 44, e seguirla nella via della santità. È una festa che unisce preghiera e comunità, tradizione e futuro: nella sua immagine, i fedeli vedono ciò che sono chiamati a diventare.
Un grande quadro dell’Assunta sovrasta l’Altare Maggiore.

E mentre il coro si leva intonando il Magnificat, il cuore della Diocesi si stringe attorno alla sua Regina gloriosa e Madre premurosa, che dall’alto delle Madonie veglia su ogni casa e ogni famiglia.

Cambia impostazioni privacy