Si è svolto presso l’Orto Botanico dell’Università di Palermo, l’incontro per l’avvio del progetto “Strategie decisive di conservazione in situ ed ex situ per la salvaguardia e la conservazione dell’Abies nebrodensis” LIFE 18 NAT/IT/164 LIFE4FIR .
Il progetto vede come beneficiario coordinatore il CNR di Firenze e partners l’Ente Parco delle Madonie, il CIRITA – Università di Palermo, il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale e l’Università di Siviglia.
Il territorio del Comune di Polizzi Generosa, dove insiste la popolazione residuale dell’Abies nebrodensis, sarà interessato dalle azioni di conservazione rivolte agli abeti, nonché da quelle che verranno svolte nel vivaio di Piano Noce che porteranno, tra l’altro, alla produzione di piantine per le attività di riforestazione e di conservazione del prezioso germoplasma. Oltre alla conservazione, diversi saranno gli eventi legati alla divulgazione e alla conoscenza della specie e sull’importanza della conservazione della biodiversità. Previste a cura dell’Ente Parco delle Madonie, apposite visite guidate al sito indigenato, al neo museo dell’Abies nebrodensis a Polizzi Generosa e al Museo Minà Palumbo di Castelbuono, sede della criobanca, che avrà il fine di preservare l’intero germoplasma della popolazione relitta.
Si tratta, spiega il Commissario Straordinario Salvatore Caltagirone, di un progetto LIFE il cui scopo principale, sarà quello di aumentare la diversità genetica e migliorare lo stato di conservazione della specie a rischio di estinzione Abies nebrodensis, eletta lo scorso anno dalla SBI come specie rappresentativa della Flora Siciliana, e i cui ultimi esemplari ricadono all’interno del Parco delle Madonie nel Comune di Polizzi Generosa.
L’Ente Parco delle Madonie, afferma il Commissario, ancora una volta protagonista nel campo ambientale a livello europeo, avrà come obiettivo la tutela e la salvaguardia di una specie protetta, con il compito di attuare, congiuntamente con il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale interventi di ingegneria naturalistica localizzata per limitare l’erosione del suolo, mentre la protezione degli esemplari di Abies nebrodensis e della rinnovazione naturale,sarà garantita con doppie recinzioni sia di tipo tradizionale che elettrica. Ma è importante sottolineare, conclude la capacità delle azioni dirette a fermare l’erosione genetica della specie con la consapevolezza di un futuro adattamento ai cambiamenti climatici.
Tra i risultati attesi, spiega il professore Rosario Schicchi, Direttore dell’Orto Botanico, vi è quello di produrre un aumento almeno pari al 50% della superficie protetta da erbivori e dalla pressione umana, al fine di promuovere la rinnovazione naturale in modo da incrementare significativamente il numero di individui di Abete delle Madonie. Il progetto mira anche all’aumento della biodiversità dei semenzali e alla micorrizazione degli stessi al fine di avere piantine più adatte alla costituzione di nuclei di re-diffusione della specie: ció consentirà un incremento del 25% dell’estensione della superficie dell’habitat.
La sostenibilità del progetto, conclude il professore, è molto ambiziosa dal momento che la creazione di nuove piantagioni così come pianificate nel progetto LIFE4FIR contribuirà a ridurre l’impronta di carbonio, attraverso strategie che saranno attuate per combattere la deforestazione.
Luoghi, già individuati in progetto, per possibili repliche dei protocolli che saranno messi a punto nel corso delle attività, sono il Parco Naturale La Sierra De Las Nieves in Spagna, il Parco Nazionale del Pollino in Italia ed il Parco Nazionale Mavrovo in Macedonia.