C’era una volta il «lattaru». Il suo compito era quello di distribuire il latte appena munto e farlo arrivare così ancora caldo nelle case dei clienti. Dopo la mungitura il latte veniva riposto in contenitori d’alluminio e portato in giro per la città pronto per essere distribuito. All’arrivo del «lattaru» fra le strade, chi aveva bisogno del suo latte, usciva sull’uscio di casa con una bottiglia, una ciotola o lo stesso pentolino che avrebbe messo sul fuoco a bollire.
A Cefalù il «lattaru» aveva un volto giovane, cordiale e sincero. Era quello di Giuseppe Di Fatta nato a Cefalù nel 1941, da Salvatore e Pedi Rosa, e da tutti in città conosciuto come Peppe “tagghiarinu”. Nella sua vita segue le orme di papà Salvatore e, per questo, accudiva alle mucche nelle stalle che si trovavano nel terreno del cavaliere Giovanni Agnello a Santa Lucia, lo stesso luogo dove oggi è sorto il residence “Calanica”.
Peppe tutte le sere, con la sua ape a tre ruote, portava il latte porta a porta in città. In particolare a chiedere il suo latte erano tante famiglie che abitavano nella Cefalù “do vasciu”. Tantissimi sono stati i bambini cresciuti negli anni ’60 con il latte delle sue mucche. Con lo stesso latte veniva fatto il buonissimo dolce tipico cifalutano “u biancumanciari” che i bambini mangiavano caldo. In altri casi venivano guarniti i pan di spagna che a Cefalù avevano un nome: «u panettoni».
Nel 1971 Peppe sposa Concetta Incaprera. Dal loro matrimonio nascono quattro figli: Rosa, Salvatore, Francesco e Carmela. Oggi Peppe si gode la meritata pensione, con la sua Concetta, nella sua casa di via Nicola Botta dove hanno abitato anche i suoi genitori, mamma Rosa e papà Salvatore.