Dalla casa di Dio il campanile si drizza nella libera atmosfera e ne prende per così dire possesso per conto di Dio. […] Le campane chiamano “l’uomo dell’anelito”; l’uomo il cui cuore è aperto all’immensa vastità. Sì, quando udiamo le campane, noi sentiamo la vastità! Quando esse oscillano dal campanile verso la pianura, in tutte le direzioni dell’infinito, anche l’anelito dispiega con esse le ali verso la lontananza, finché comprende che il soddisfacimento non si trova al margine della pianura evanescente nell’azzurro, bensì dentro. (R. Guardini)
I nostri padri nei tempi di calamità e di pericoli non dubitarono mai della presenza del Signore e con rinnovata fede si affidavano nella preghiera alla mano potente di Gesù Salvatore. Un segno particolare di questa fede era il suono “a scunciuru” delle campane della nostra Cattedrale, mentre tutta la comunità si riuniva in preghiera. Questo non era un gesto di superstizione ma un vero atto di fede.
Il particolare suono delle campane “a scunciuru” consiste in una “scampaniata” solenne con le tre campane di Lucia, Agata, Immacolata; ad un certo punto il tono solenne diminuisce, tace Lucia e continuano a suonare solo Agata e Immacolata.
In questo tempo di contagio da Coronavirus, anche noi, come i nostri padri, suoneremo le campane “a scunciuru” mantenendo salda la nostra fede, pregando e confidando nella potente mano del nostro Salvatore perché ci custodisca e ci liberi da ogni pericolo.
Pertanto, domenica 22 marzo 2020 dalle ore 10.30 il nostro Vescovo Giuseppe in Cattedrale celebrerà l’Eucaristia; al termine della liturgia, mentre suoneranno “a scunciuru” le campane, il Vescovo innalzerà a Gesù Salvatore la supplica perché ci liberi e ci custodisca.
A quell’ora, al suono delle campane, tutti noi cefaludesi ci raccoglieremo in preghiera nelle nostre case e, personalmente o con tutta la famiglia, ci uniremo spiritualmente al Vescovo pregando con la stessa preghiera.
Chi vorrà, potrà seguire sia la messa sia la supplica a Gesù Salvatore attraverso i canali social della Diocesi.
Per prepararci a questo atto di fede, da oggi pregheremo ogni giorno il Salmo 91 (90) Chi abita al riparo dell’Altissimo.
1 Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
2 Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».
3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
4 Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.
5 Non temerai il terrore della notte
né la freccia che vola di giorno,
6 la peste che vaga nelle tenebre,
lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
7 Mille cadranno al tuo fianco
e diecimila alla tua destra,
ma nulla ti potrà colpire.
8 Basterà che tu apra gli occhi
e vedrai la ricompensa dei malvagi!
9 »Sì, mio rifugio sei tu, o Signore!».
Tu hai fatto dell’Altissimo la tua dimora:
10 non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
11 Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.
12 Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
13 Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.
14 »Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
15 Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso.
16 Lo sazierò di lunghi giorni
e gli farò vedere la mia salvezza».