La ‘spesa sospesa’ e la rabbia di chi non ha nulla

Il lavoro è vita e senza quello esiste solo paura e insicurezza’John Lennon 

In questi giorni di limitazione nella circolazione uno dei problemi principali delle famiglie è il reperimento delle risorse alimentari. Per i nuclei più indigenti la situazione è ancora più grave. Alle difficoltà di movimento si aggiunge quella della scarsa disponibilità di mezzi finanziari. In taluni casi è difficile perfino mettere sulla tavola un piatto di pasta.

Si tratta di lavoratori precari, sia dipendenti che autonomi, che si trovano senza reddito e senza tutele sociali. In molti, fino a ieri, si arrangiavano con piccoli lavoretti come la vendita ambulante o con piccoli lavori artigianali e commerciali. Oggi sono senza nessuna occupazione e senza quel poco di risorse economiche indispensabili per dare un minimo di sussistenza alle loro famiglie.

La situazione è grave. In alcuni quartieri delle città o nei piccoli paesi i volontari si sono organizzati. Incuranti dei pericoli dovuti alla pandemia, si recano a portare quotidianamente beni di prima necessità a chi non ha nulla. In particolare, è nata l’abitudine della cosiddetta ‘spesa sospesa’. Chi può permetterselo, quando va al supermercato o al negozio sotto casa, può pagare beni di prima necessità e lasciarli ‘sospesi‘ per chi ne ha bisogno.

Certo, la solidarietà individuale, seppur importante, non può bastare. Provvidenziale, a tale proposito, è il provvedimento emanato due giorni fa dal Governo. Lo stanziamento di 4,3 miliardi di euro destinato ai Comuni, di cui 400 milioni di euro vincolati all’acquisto di beni di prima necessità, possono apparire poca cosa, ma ad esso si devono aggiungere i 25 miliardi di euro pianificati con il decreto ‘Cura Italia’

E’ bene sottolineare, tuttavia, che non tutto dipende da chi ci governa e dalle risorse finanziarie disponibili, molto deriva dai nostri comportamenti. In futuro, quando la pandemia sarà passata, sarà importante non dimenticare il dramma che tante famiglie stanno vivendo in questi giorni. Tutti dovremo operare affinché nessuno debba trovarsi in una situazione di indigenza e fragilità. Un impegno che richiederà pazienza e solidarietà, valori che spesso mancano quando le cose vanno bene e che non sono sufficienti quando siamo in difficoltà, come ora.

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