L’Africa Orientale Italiana e la Milizia Coloniale

L’incidente di frontiera di Ual-Ual, nell’Ogaden (5 dicembre 1934) che provocò uno scontro armato tra i soldati di Hailé Selassié (1892 – 1975), e le truppe coloniali italiane poste a presidio dell’omonima località di confine, fu il casus belli che portò il 3 ottobre dell’anno successivo, all’intervento del Regio Esercito per la conquista dell’Impero d’Etiopia. Infatti, le forze italiane, insieme ad àscari eritrei, dubat somali e àscari libici, muovendo dall’Eritrea e dalla Somalia invasero il territorio del Negus.

In realtà, dopo la seconda guerra italo – abissina (3 ottobre 1935 – 5 maggio 1936), l’Etiopia fu annessa all’Africa Orientale Italiana (A.O.I), un’istituzione questa che riuniva tutti i possedimenti coloniali italiani nella regione del Corno d’Africa.

Cartolina, Serie “La Milizia Volontaria per la Sic. Naz.” Edizione d’Arte Fauno. Collezione privata

Il controllo di tale penisola posta sul lato orientale del continente africano rappresentò un’importante posizione strategica nel locale scacchiere militare.

Alla campagna d’Etiopia, quindi, parteciparono reparti di tutte le armi: Esercito, truppe indigene, Aviazione, Marina, Carabinieri Reali, Regia Guardia di Finanza, ed anche la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), ovvero le Camicie Nere (CC.NN.), ripartite in Legioni, Gruppi e Coorti.

Alle azioni di guerra e di occupazioni del territorio etiopico presero parte altresì, sempre in seno alla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale: una Coorte della Milizia Forestale, un Nucleo della Milizia Portuale e Milizia della Strada, una Compagnia boscaioli (CC.NN.) e un reparto mobile della stampa e propaganda.

Tunisia Autoblindo SPA 41 AS – Collezione Alessandro Bellomo

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Nel 1911, nell’ambito della Guerra Italo-Turca, la fanteria italiana sbarcò a Tripoli e, tra mille difficoltà, iniziò l’invasione della Libia.

A.O.I. Guerra italo – turca 1912 – Collezione Alessandro Bellomo

Nella campagna militare fu attuato il teorizzato impiego operativo dei mezzi aerei nei conflitti bellici. Durante il mese di ottobre di quell’anno, il capitano Carlo Maria Piazza eseguì la prima ricognizione tattica aerea e il successivo novembre, il sottotenente Giulio Gavotti effettuò il primo bombardamento a bassa quota lanciando bombe a mano su un accampamento di ribelli ad Ain Zara. L’introduzione di questo nuovo mezzo condizionerà in seguito gli eventi di tante battaglie.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e la firma del successivo trattato di pace, che non riconobbe all’Italia alcuna compensazione coloniale, determinarono una grave crisi economica nel paese che produsse, congiuntamente ad altri fattori di natura politica, la sospensione dell’espansione coloniale. In tale frangente, gli organici delle truppe italiane in Africa furono ridotti e le forze residue furono concentrate nei centri di maggiore importanza.

Tripoli Piazza del Mercato 1916 – Collezione Alessandro Bellomo

Un ruolo di particolare importanza fu svolto dalla Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), che fornì uomini e mezzi impiegati in attività di supporto (addestramento, lavori stradali e fortificatori, pattugliamento e ricognizione) e in operazioni di combattimento contro le bande ribelli. Nell’ottica dell’espansione d’oltremare, tra le varie “specialità” del Corpo, fu istituita la Milizia Coloniale.

Bengasi, Il Generale Italo Balbo 1936 – Collezione Alessandro Bellomo

Rilevante fu la scelta di affiancare alle truppe regolari anche quelle indigene, conoscitrici dei territori e abituate a muoversi agevolmente nell’ambiente e in quelle particolari condizioni climatiche.

A.O.I. Il Maresciallo Badoglio sbarca da un Caproni 101, 1936 – Collezione Alessandro Bellomo

In Somalia l’opera del governatore De Vecchi portò al controllo di ampie zone in precedenza occupate dai rivoltosi e a un discreto sviluppo dell’economia interna del paese.

A.O.I. Il Generale Rodolfo Graziani – Collezione Michele Nigro 

Massaua (Eritrea) Palazzo del governatore Collezione Michele Nigro

 

Rassegna truppe coloniali in Eritrea – Collezione Michele Nigro

E’, comunque, innegabile che l’apporto delle moderne tecnologie e la razionalizzazione delle coltivazioni, le infrastrutture realizzate e la concezione sociale in generale, contribuirono ad accrescere, seppure in minima parte, lo sviluppo economico dei territori occupati.

Come già ampiamente collaudato in Africa, assunse un ruolo determinate l’impiego massiccio in tutti i teatri operativi dei carri armati che fornivano un volume di fuoco distruttivo per gli obiettivi a corto raggio ed eccellente per la copertura della fanteria.

Carri M13 R.E.I. – Collezione Alessandro Bellomo

(1) Michele Nigro, Sottotenente in congedo della Guardia di Finanza,

 

Bibliografia e sitografia

Alessandro Melchiori, Milizia Fascista, Soc. An. Tipografica Luzzanti, 1929

Vittorio Vernè, Milizia volontaria sicurezza nazionale: storia, organizzazione, compiti, impiego, Tipografia Zaccaria, 1932

Attilio Teruzzi, La Milizia delle Camicie Nere, Milano, Mondadori, 1939

Ettore Lucas-Giorgio De Vecchi, Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943. Roma, Giovanni Volpe Editore, 1976

Guido RosignoliMVSN. Storia, organizzazione, uniformi e distintivi. Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1995.

Carlo RastrelliUn esercito in camicia nera, Storia Militare n.129 giugno 2004

Giuseppe Longo 2021 – Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) – Milizia Artiglieria Controaerei, Cefalunews, 30 marzo

G. Longo 2021 – Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) – Milizia artiglieria marittima, Cefalunews, 8 aprile

Longo 2021 – Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.) – Le Coorti territoriali, Cefalunews, 13 aprile

G. Longo 2021 – La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M.V.S.N.), sintesi storica, Cefalunews, 1 maggio

Foto di copertina:  Postazione mitragliatrice nell’Africa Orientale Italiana – Collezione Michele Nigro

Si ringrazia per la collaborazione fornita il Dott. Alessandro Bellomo.

Giuseppe Longo
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@longo redazione

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