5 pericoli dei cocomori per la glicemia: ecco le più rischiose

Non tutti sanno che i cococomori vanno limitati da chi vuole tenere sotto controllo la […]

Non tutti sanno che i cococomori vanno limitati da chi vuole tenere sotto controllo la glicemia. Come scrive il sito www.angolodeldiabetico.it i cocomori sono cibi “che le persone con il diabete dovrebbero consumare con estrema cautela, poiché possono aumentare troppo rapidamente i livelli di zucchero nel sangue”. Bisogna fare sempre attenzione a quanti se ne mangiano. I cocomori non sono calorici. Apportano circa 30 calorie ogni 100 etto di prodotto.

Nichel. I cocomori sono molto sicuri riguardo alla presenza di nichel. Ci sono, però, persone che soffrono di allergia ai cocomori. I sintomi sono orticaria, tosse, prurito alla bocca, dolore allo stomaco o crampi, vomito, diarrea. Nei casi più gravi si può verificare l’anafilassi con questi sintomi: difficoltà a respirare, rigonfiamento della gola, difficoltà a deglutire, vertigini, dolori addominali, nausea e vomito. Infine anche abbassamento della pressione con shock anafilattico.

Ossalati. Nei cocomori non si trovano grosse quantità di ossalati. Queste molecole sono dei composti che portano alla formazione dei calcoli renali quando si uniscono al calcio. Le statistiche dicono che in Italia, nella maggioranza dei casi di calcolosi renali, le tipiche pietruzze sono costituite proprio da ossalato di calcio. Ecco perché chi soffre di calcolosi non dovrebbe eccedere nel consumo di cibi con ossalati. I cocomori si possono mangiare.

Omega-3. Tutti sappiamo quanti sono importanti questi grassi buoni. Chi soffre di glicemia, però dovrebbe stare molto attento. Quando si consumano molti omega-3 ci potrebbe essere un peggioramento nel metabolismo del glucosio. Nei cocomori non si trovano omega-3 e quindi si possono comsumare anche se non bisogna mai eccedere. Alcuni studi hanno evidenziato che gli omega-3 sono utili contro le malattie cardiovascolari. Sembrano ridurre il rischio di infarti e ictus.

Potassio. In 100 grammi di cocomori si trovano 112 milligrammi di potassio. Non è molto ma è importante per la riduzione della pressione arteriosa e per regolare la frequenza cardiaca. Il potassio interviene anche nella trasmissione degli impulsi nervosi e per la contrazione delle fibre muscolari. Il potassio è un vasodilatatore. Esso contrasta l’azione del sodio e riduce la pressione arteriosa. Il potassio influenza la secrezione dell’insulina delle β-cellule pancreatiche.

Ferro. Nei cocomori si trovano circa 0,2 milligrammi di ferro ogni etto di frutta. E’ una percentuale molto bassa che non porta problemi a chi ha la glicemia alta. Per il sito www.diabete.net se il ferro viene assunto in quantità eccessive può diventare un fattore di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. Le molecole di ferro creano lo stress ossidativo che, nel tempo, può danneggiare le cellule.

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