Ombre della mafia a Cefalù? Tutto comincia quando il quotidiano «Repubblica» scrive che la procura di Termini Imerese ha acceso i riflettori sulla gestione dei rifiuti del Comune di Bagheria dove alcuni noli sono stati concessi alla “No.ve.ma.”, la ditta finita al centro di un’interdittiva del prefetto di Palermo, perché assieme alla “Trade eco service” ritenuta vicina ai boss della famiglia corleonese dei Lo Bue.
Una ricerca all’Albo pretorio del Comune di Cefalù ed ecco vengono fuori otto determinazioni comunali per nolo vasche raccolte rifiuti presso la ditta «Trade eco service» e 46 atti, invece, che hanno a che fare con la «No.ve.ma». Anche questi atti del comune di Cefalù sono finiti sotto i riflettori della procura di Termini Imerese?
Nell’ottobre del 2014, sempre Repubblica, ha dato notizia di una nota riservata del Prefetto, che sarebbe arrivata al Municipio di Cefalù, per dei sospetti sui lavori che in genere vengono assegnati direttamente dal Comune. La nota del Prefetto, oltre al comune di Cefalù, sempre secondo Repubblica, sarebbe stata inviata ad altri undici comuni del palermitano tra cui Bagheria e Corleone. Il sindaco di Cefalù, allora, ha affermato che nessuna nota del Prefetto era arrivata al Comune sul rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nelle procedure di affidamento di lavori pubblici. Su questa nota non si è saputo più niente. Il consigliere Marco Larosa, allora, per fare luce sulla vicenda, ha chiesto copia di tutte le Pec ricevute dal Comune di Cefalù negli ultimi quaranta giorni e la copia di tutti gli incarichi diretti, appalti sotto soglia e a trattativa privata affidati negli ultimi due anni.
Sotto i risultati che vengono fuori all’Albo pretorio storico del Comune di Cefalù quando si effettua la ricerca su «No.ve.ma» e «Trade Eco Sevice»