«Ci sentiamo in dovere di ringraziare il direttore per lo spazio concessoci all’interno del suo giornale telematico, seppure modesto in rapporto alla portata della manifestazione “Caccialtesoro – estate 2016”, unico e solo grande evento dell’estate cefaludese». Lo afferma il gruppo «Puntointerrogativo Cefalù» che ha organizzato domenica la quarta edizione della Caccia al tesoro. Li abbiamo intervistati.
Si è chiusa la quarta edizione della caccia al tesoro. Un bilancio.
Innanzitutto il gruppo Puntointerrogativo Cefalù si sente in dovere di ringraziare il direttore per lo spazio concessoci all’interno del suo giornale telematico, seppure modesto in rapporto alla portata della manifestazione “Caccialtesoro – estate 2016”, unico e solo grande evento dell’estate cefaludese. Già dalle 9.30 il lungomare pullulava di gente (qualche migliaio, anche stranieri), evidentemente in trepidante attesa dell’inizio del gioco. Ringraziamo anche i nostri vicini di gazebo Abdullah e Mohammed per averci fatto un po’ di spazio, trasferendo di qualche metro i loro esercizi commerciali. Siamo moderatamente soddisfatti del risultato ottenuto ma si può sicuramente fare di più, coinvolgendo nelle attività un numero maggiore di giovani e, perché no, anche meno giovani.
Le squadre sono state impegnate per un intero giorno a trovare il tesoro. Quanto tempo avete impiegato per organizzare una caccia al tesoro così impegnativa?
In qualità di “professionisti” del settore, ormai i nostri tempi di preparazione vanno progressivamente restringendosi. Diciamo che per 290 giorni ci limitiamo a pensare, raccogliendo spunti dalle cose più disparate, per poi assemblare tutto nell’ultimo mese e mezzo, conciliando sempre e comunque l’organizzazione della manifestazione con i nostri impegni personali.
Quale è stata la prova che è andata oltre le vostre aspettative?
La vera e propria ricerca del tesoro, durata circa due ore. Una sessantina di persone in un fazzoletto di terra, vanamente intente a scandagliarne l’area. Ad un certo punto siamo stati anche costretti ad allontanare tutti per verificare che il “tesoro” ci fosse ancora e non fosse stato “trafugato”. Accertatane la presenza, abbiamo fatto ripartire in sicurezza la ricerca e, dopo una decina di minuti, l’agognato simbolo della vittoria è stato finalmente ritrovato!
E quale invece quella che vi ha deluso?
Una delle novità di quest’anno era la predisposizione di una piccola e casereccia escape room. Per andare avanti era necessario risolvere enigmi e rompicapi ed aprire delle scatoline fermate da un lucchetto a combinazione numerica. Ebbene, alcuni dei partecipanti, dimostrando insospettabili doti da scassinatori, sono riusciti nell’intento di accedere al contenuto delle scatole bypassando la risoluzione dei giochi.
Dovendo assegnare un premio speciale al partecipante più bravo a chi date questo riconoscimento e perché?
Fare un solo nome è impresa improba. Possiamo segnalare alcuni ragazzi che ci hanno particolarmente colpito per la loro perspicacia e abilità: Totò Greco degli “Sbronzi di Riace” (squadra vincitrice), Susanna Tumminello dei “Queralami questo…”, Giulia Parisi degli “Un altro nome a caso”, Rosario Glorioso dei “Corazon? le 10.30” e Alessia Putiri de “Gli stuppagghioli”.
A chi consegnate, invece, il premio «partecipante deludente» e perché?
Questo è un “premio” che, in tutta sincerità, non ci sentiamo di assegnare a nessuno. Anche le squadre più giovani ed alla prima esperienza (“#allievidibobovieri” e “Caccia a to suoru”) hanno dato l’anima fino alla fine. Una nota di demerito va invece a chi, nella notte tra sabato e domenica, ha deciso di punto in bianco di abbandonare la squadra, peraltro campione uscente, costringendo gli altri componenti a battersi in numero ampiamente ridotto per diverse ore prima di gettare la spugna.
A chi assegnate il premio «partecipante rissoso» e perché?
Questa è facile! Non vogliamo fare nomi, diciamo solo che si tratta del figlio di un noto giornalista locale. Siamo riusciti a documentare, grazie alla solerzia del nostro cineoperatore Alessio Vaccaro, un terrificante attacco d’ira del giovane, nei locali della stazione di Cefalù. Il filmato sarà presto disponibile sulla nostra pagina facebook. Ne sconsigliamo la visione ai bambini e ad un pubblico sensibile.
A quale delle squadre partecipanti consegnate il premio disciplina e perché?
Il premio disciplina o fair play (per gli anglofoni) va a “Gli stuppaghioli”, squadra che negli anni è maturata in misura esponenziale e si è definitivamente lasciata alle spalle un piccolo peccato di gioventù commesso in una passata edizione (tra l’altro dominata).
E a quale squadra consegnate, invece, il premio indisciplina e perché?
Si aggiudica per distacco questo riconoscimento “Un nome a caso”, una vera e propria armata brancaleone. Squadra composta da 6 elementi più una ventina di collaboratori esterni, tutti riconoscibili perché muniti di magliettina di ordinanza (si passa dalla m bambino alla l adulto). Dove sono passati loro non cresce più l’erba. Comu l’unna!
A chi fra i capitani di squadre consegnate il premio «capitano vero leader» e perché?
Due nomi: Diego Ciolino dei “Querelami questo…” e Michael Russo degli “Sbronzi di Riace”. Diego ha trascinato la sua squadra ad un passo dal traguardo, risolvendo in prima persona numerosi indizi ed interagendo con lo staff in maniera assai originale, dimostrando anche una non trascurabile verve comica. Michael è stato più un leader carismatico e caciarone, astuto stratega, ha sfruttato leggerezze tattiche altrui ed ha portato la squadra ad un insperato trionfo.
E a chi, sempre fra i capitani di squadre, consegnate il premio «capitano disastro» e perché?
Anche in questo caso preferiremmo non fare nomi. Possiamo solo descrivere questa persona come un tipo bizzarro nell’abbigliamento e nell’acconciatura, pluripremiato allenatore di pokemon e rissoso leader di una formazione numerosissima. Questa persona, che chiameremo con un nome di fantasia “Luca”, è riuscita nell’incredibile intento di vanificare un vantaggio quantificabile in circa 60 minuti sulle altre squadre, battendo a vuoto, a capo dell’intera armata, l’area in cui il tesoro era nascosto. Come sbagliare un rigore a porta vuota! Simone Zaza.
Nell’organizzazione della caccia qual è stata la prova che vi ha chiesto più tempo nel predisporla?
Un’ altra grande novità di questa edizione è stata l’introduzione del bot, un sistema virtuale automatizzato che ha assistito i partecipanti nel corso della caccia. La programmazione di Sarobot Cefalù, denominato così in onore del nostro amato Primo cittadino, è stata curata in via esclusiva dal nostro Fabio ed ha richiesto svariato tempo e grande fantasia. Crediamo davvero di essere di fronte ad un’opera d’ingegno straordinaria, frutto di una mente per certi versi perversa.
Volendo far conoscere alcuni numeri quante prove avete predisposto per la Caccia al tesoro?
Abbiamo preparato 15 percorsi differenti per altrettante squadre potenziali e 17 indizi per ogni squadra. Tralasciando quelli in comune, abbiamo predisposto più di 200 indizi diversi, collocandone effettivamente, in considerazione del numero ufficiale di squadre iscritte, più di un centinaio.
Tra gli oggetti che avete chiesto di trovare ai partecipanti qual è stato il più difficile da farvi avere?
Sebbene non si tratti di un oggetto, avevamo chiesto alle squadre di portare alla nostra base due turiste bionde straniere under 30, per rispondere alla necessità di trovare l’anima gemella del Conte Guccione, new entry del gruppo Puntointerrogativo. Purtroppo non abbiamo raggiunto l’obiettivo. Cogliamo l’occasione per invitare le giovani lettrici di Cefalunews a farsi avanti, inviando una descrizione, corredata da adeguata documentazione fotografica, alla nostra pagina facebook.
Lanciate un messaggio ai partecipanti alla Caccia al tesoro?
Senza di voi questa manifestazione non esisterebbe, quindi non possiamo che ringraziarvi. Ci auguriamo di aver raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati, ossia quello farvi trascorrere una giornata divertente e spensierata. Possiamo sempre migliorare e per questo chiediamo la vostra collaborazione. Siamo pronti a raccogliere indicazioni e suggerimenti; chiunque può contattarci mediante i nostri canali social, telefonicamente oppure semplicemente fermandoci per strada. Vi chiediamo soltanto di cercare di coinvolgere più gente possibile, giovani e meno giovani. La nostra caccia al tesoro non ha età!