I pescatori di Cefalù da Papa Francesco. Le parole del Santo Padre

Si è da poco conclusa nell’Aula Paolo la speciale udienza privata con i pescatori voluta da Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Pesca. Un incontro fraterno che sottolinea l’attenzione del Papa per la situazione di precarietà e le sfide che i pescatori si trovano ad affrontare ogni giorno nel loro lavoro.
All’incontro, insieme ai pescatori giunti a Roma da tutta Italia, ha partecipato anche una delegazione di 28 persone – i pescatori e le loro famiglie – provenienti di Cefalù guidati da mons. Rosario Dispenza, responsabile Servizio Pastorale Turismo, Tempo Libero, Sport e Apostolato del Mare.
Il ringraziamento dei partecipanti all’amministrazione comunale di Cefalù per aver supportato l’iniziativa, consentendo loro di raggiungere Roma in pullman, e alla Diocesi di Cefalù per aver offerto il momento conviviale.
Il modellino di barca è stato realizzato da Giuseppe Brocato.
Udienza ai Pescatori provenienti da diverse Marinerie Italiane e ai partecipanti al Convegno “Universalità e Sostenibilità dei Servizi Sanitari Nazionali in Europa”, 23.11.2024

Cari fratelli e sorelle, buongiorno, benvenuti!

Saluto i confratelli Vescovi presenti, i responsabili dell’Apostolato del Mare in Italia, le rappresentanze dei pescatori, le associazioni di categoria e i sindacati; e saluto i partecipanti al Convegno internazionale Universalità e sostenibilità dei Servizi Sanitari Nazionali in Europa, tenutosi ieri all’Università Lateranense.

Mi rivolgo per primi a voi, cari fratelli e sorelle del mondo del mare, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale della Pesca. La vostra attività è antichissima; ad essa sono legati anche gli inizi della Chiesa, affidata da Cristo a Pietro, che era pescatore in Galilea (cfr Lc 5,1-11). Nondimeno, essa vive oggi svariate difficoltà. Vorrei perciò suggerirvi qualche riflessione sul valore di ciò che fate e sulla missione che tale valore comporta.

Nel Vangelo i pescatori incarnano atteggiamenti importanti. Ad esempio la costanza nella fatica: i discepoli sono descritti come «affaticati nel remare» (Mc 6,48) per colpa del vento contrario, o ancora provati dall’insuccesso, mentre stanchi ritornano a terra a mani vuote, dicendo: «Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla» (Lc 5,5). Ed è proprio così: il vostro è un lavoro duro, che richiede sacrificio e tenacia, di fronte sia alle sfide di sempre, sia a nuovi urgenti problemi, come il difficile ricambio generazionale, i costi che continuano a crescere, la burocrazia che soffoca, la concorrenza sleale delle grandi multinazionali. Questo però non vi scoraggia, anzi alimenta un’altra caratteristica vostra: l’unità. In mare non si va da soli. Per gettare le reti è necessario faticare insieme, come equipaggio, o meglio ancora come una comunità in cui, pur nella diversità dei ruoli, il successo del lavoro di ciascuno dipende dall’apporto di tutti. In questo modo la pesca diventa una scuola di vita, al punto che Gesù la usa come simbolo per indicare la vocazione degli apostoli: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini» (Mc 1,17).

Care donne e cari uomini, voi del mare, dal Cielo vi aiuti anche il vostro Patrono, San Francesco di Paola.

Allora, buon lavoro a tutti e la Madonna vi accompagni. Vi benedico di cuore. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!

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