Don Nino Ortolano: l’anima musicale di Cefalù che ha fatto risuonare il sacro in ogni angolo della Diocesi

Don Antonino Ortolano, conosciuto affettuosamente come Don Nino, nasce il 24 ottobre 1924 nel piccolo paese di Aliminusa, situato in provincia di Palermo. Ordinato sacerdote il 27 marzo 1948, ha dedicato la sua vita alla musica sacra e alla formazione della comunità religiosa. Il suo nome è legato in modo particolare alla città di Cefalù, dove ha contribuito in maniera fondamentale alla vita culturale e liturgica, lasciando un’eredità che ancora oggi risuona nelle melodie che ha composto e nell’impronta spirituale che ha saputo imprimere nella Diocesi. La sua morte, avvenuta il 13 febbraio 1996, ha segnato la fine di un’era di dedizione e di servizio, ma la sua memoria resta viva, così come il suo impegno nella Chiesa e nella musica sacra.

Don Nino è stato molto più di un semplice sacerdote. La sua figura si è distinta non solo per la sua formazione religiosa e spirituale, ma anche per il suo impegno musicale, che ha avuto un impatto significativo in tutta la diocesi. Le sue composizioni musicali sono state eseguite in numerose liturgie e manifestazioni religiose, e la sua capacità di fondere la sacralità con la modernità ha reso la sua musica unica nel panorama della musica liturgica. Tuttavia, la sua importanza non si limitava alla composizione, ma abbracciava un impegno che spaziava dalla formazione dei giovani seminaristi alla cura dei malati, fino al suo costante servizio alla comunità.

Il contesto storico e culturale

Negli anni in cui Don Nino Ortolano inizia il suo cammino sacerdotale, l’Italia e il mondo intero vivevano un periodo di forti cambiamenti. La fine della Seconda Guerra Mondiale aveva portato alla ricostruzione di intere nazioni e aveva avviato un processo di rinnovamento sociale, culturale e religioso. In Italia, la Chiesa cattolica si trovava a confrontarsi con una società che stava lentamente abbandonando le vecchie tradizioni e iniziava ad abbracciare una modernità che metteva in discussione anche alcuni aspetti della liturgia e della cultura religiosa.

Nel contesto di questa trasformazione sociale e culturale, il percorso del prete musicista ha avuto un valore fondamentale. Nato in una famiglia devota, Don Nino ha scelto di consacrarsi al servizio della Chiesa, intraprendendo un cammino che lo ha portato a frequentare il seminario di Cefalù, prima di proseguire i suoi studi a Roma, dove ha affinato le sue doti musicali. In un’epoca segnata dal post-concilio Vaticano II, che aveva aperto la Chiesa a un dialogo più profondo con il mondo moderno, Ortolano ha saputo cogliere l’essenza della tradizione liturgica e mescolarla con le influenze della musica contemporanea, dando vita a un repertorio che è stato apprezzato da tutte le generazioni.

I primi passi nel mondo della musica sacra

I primi passi di Don Nino Ortolano nel mondo della musica sacra sono stati segnati da una forte dedizione alla formazione musicale dei giovani seminaristi e alla cura del repertorio liturgico. Tornato a Cefalù dopo aver completato gli studi musicali a Roma, guida alcuni seminaristi nel perfezionamento delle loro capacità vocali e musicali. La sua pedagogia musicale era improntata alla rigore e alla precisione, ma sempre con un occhio di riguardo verso la bellezza e la spiritualità che la musica sacra doveva esprimere.

Negli anni ’70, la Diocesi di Cefalù si trovava a dover fare i conti con il post-concilio Vaticano II, e le liturgie si stavano evolvendo per rispondere alle nuove sensibilità liturgiche e musicali. In questo contesto, Don Ortolano ha svolto un ruolo fondamentale nell’accompagnare questa transizione, mantenendo sempre intatta la tradizione musicale della Chiesa, ma arricchendola con elementi di modernità che hanno reso la sua musica unica. La sua presenza in Diocesi non era molto intensa ma in cambio le sue msiche e le sue composizioni trovavano riscontro nella vicina diocesi di Palermo.

Il culmine di questo impegno musicale si è verificato nel 1984, quando ha avuto l’opportunità di dirigere la Corale Diocesana per le liturgie più significative della Cattedrale di Cefalù. La diocesi, in quel periodo, stava celebrando il ventennale del Concilio Vaticano II e Don Nino si trova coinvolto in un’importante serie di eventi celebrativi. Questo periodo segna la consacrazione definitiva della sua figura come maestro di cappella e compositore, poiché le sue musiche venivano eseguite in occasione delle celebrazioni più solenni, non solo a Cefalù, ma anche a Palermo e in altre città italiane.

Il legame con il vescovo Catarinicchia

Il periodo che va dal 1983 al 1984 è stato particolarmente significativo non solo per la carriera musicale di Don Nino Ortolano, ma anche per il suo stretto rapporto con il Vescovo Mons. Catarinicchia, che ha rappresentato una figura determinante nella sua vita sacerdotale e nella sua carriera musicale. Il Vescovo, molto attento alla valorizzazione delle risorse interne della Diocesi di Cefalù, ha visto in Don Nino un uomo di grande valore spirituale e musicale, capace di arricchire la liturgia e la vita della comunità con la sua arte e la sua devozione.

Nel 1983, il Vescovo Catarinicchia convoca Don Nino in più occasioni presso l’Episcopio, dove si instaura un rapporto di reciproca stima e collaborazione. Don Nino, che già conosceva la Diocesi e le sue necessità, comincia a prendere parte a incontri periodici con il Vescovo, durante i quali condivide le sue idee e le sue composizioni musicali. In questi incontri, il Vescovo ha modo di apprezzare la profondità spirituale e la grande qualità musicale del sacerdote, tanto che decide di coinvolgerlo in alcune delle celebrazioni liturgiche più importanti della Diocesi.

Nel contesto delle celebrazioni per il ventennale del Concilio Vaticano II, che si sono svolte tra il 1983 e il 1984, il Vescovo ha dato a Don Nino Ortolano una grande opportunità: quella di comporre alcune musiche e di poterle fare eseguire per la prima volta in cattedrale da un vero e grande Coro Diocesano. Queste occasioni rappresentavano momenti di grande significato per la Chiesa locale, ed erano un’occasione unica per Don Nino di vedere le sue composizioni eseguite davanti a un pubblico molto ampio, che arrivava da tutte le parrocchie della Diocesi.

Il 22 gennaio del 1984 si tiene a Cefalù uno degli eventi liturgici più significativi. Le musiche di Don Ortolano sono eseguite durante la celebrazione dei Salmi Graduali, un rituale liturgico che ha visto coinvolte le parrocchie della diocesi cefaludese. Durante quella solenne occasione, le sue melodie sono risuonate per le strade della città, mentre il Coro Diocesano, composto da numerosi cantori provenienti da tutte le parrocchie, ha intonato i brani che Ortolano aveva scritto appositamente per l’occasione. Questo evento ha rappresentato un momento di grande orgoglio per Don Nino, che vedeva finalmente la sua musica essere celebrata e apprezzata in modo tangibile anche a Cefalù nella sua cattedrale. La celebrazione si è conclusa con una messa solenne in Cattedrale, durante la quale le sue composizioni sono state eseguite in modo impeccabile.

Anche in questa occasione, il Vescovo Catarinicchia ha dimostrato il suo affetto e il suo riconoscimento verso Don Nino, tanto che alla fine della messa, ha invitato il maestro a cena nell’Episcopio. In quel momento, Don Nino ha vissuto un attimo di grande umiltà, pur consapevole del riconoscimento che stava ricevendo. Tuttavia, la sua natura riservata e modesta gli impediva di cercare la notorietà, e spesso chiedeva al Vescovo di non dare troppo risalto sul loro rapporto sacerdotale e umano. La sua vita era dedicata al servizio e alla liturgia, e mai cercò gloria personale per il suo lavoro, preferendo lasciare che la sua musica parlasse da sé.

Un altro momento significativo di questa collaborazione avviene il 14 luglio 1984, quando la Rai trasmette in diretta una messa dalla Cattedrale di Cefalù, celebrata dal Vescovo Catarinicchia, durante la quale sono state eseguite alcune delle composizioni di Don Nino. Questo evento, che viene seguito da un vasto pubblico in tutta Italia, rappresenta un’altra occasione in cui il lavoro di Don Ortolano riceve il riconoscimento che meritava. Ancora una volta, il Vescovo ha messo in evidenza il valore delle composizioni musicali del sacerdote, dando visibilità alla sua arte e alla sua dedizione alla Chiesa.
Il rapporto tra Don Nino Ortolano e il Vescovo Catarinicchia non è stato solo professionale, ma anche di grande amicizia e affetto reciproco. Nonostante la discrezione di Don Nino, che non amava mettere in mostra il suo lavoro, il Vescovo non solo riconosceva la grandezza musicale del sacerdote, ma lo considerava anche un vero e proprio punto di riferimento spirituale. Insieme, hanno affrontato numerose sfide legate alla rinnovata vita liturgica della Diocesi, e le loro collaborazioni hanno avuto un impatto significativo sulla comunità locale.

Don Nino, pur rimanendo sempre un uomo di grande umiltà, ha avuto la rara opportunità di vedere il suo lavoro essere riconosciuto e apprezzato da uno dei più alti rappresentanti della Chiesa locale, che ha saputo valorizzare il suo talento senza mai esagerare o trasformarlo in una forma di protagonismo. La sua vicinanza al Vescovo, infatti, è sempre stata caratterizzata da un profondo rispetto reciproco, basato sulla fede comune e sul desiderio di servire la Chiesa in modo autentico e disinteressato. Questo legame, che si è rafforzato negli anni, ha senza dubbio contribuito a dare un ulteriore impulso alla carriera musicale di Don Nino e a stabilire un legame che ha lasciato un’impronta duratura nella Diocesi di Cefalù.

L’influenza e l’eredità di don Nino Ortolano

Don Nino ha lasciato un’impronta indelebile nella musica sacra della Diocesi di Cefalù e nella tradizione liturgica. La sua influenza non si è limitata solo alla città sede vescovile, ma si è estesa ben oltre i confini locali. Le sue composizioni, caratterizzate da un equilibrio perfetto tra tradizione e innovazione, sono state apprezzate da un pubblico vasto, che ha riconosciuto in lui un vero e proprio maestro della musica sacra. Le sue composizioni per il Natale, la Pasqua e le celebrazioni più solenni hanno continuato ad essere eseguite a distanza di anni, e la sua eredità musicale è destinata a vivere ancora a lungo.

La sua musica, che si distingue per la sua profondità spirituale, ha avuto un impatto duraturo anche sulle nuove generazioni di musicisti e di fedeli, che hanno trovato in lui un esempio di dedizione e di amore per la Chiesa. La sua eredità non si limita quindi alle sue composizioni, ma si estende anche alla sua capacità di trasmettere la fede e la passione per la liturgia alle nuove generazioni. Le sue opere hanno ispirato molti giovani a intraprendere il cammino musicale e spirituale, e la sua figura rimarrà per sempre un punto di riferimento per tutti coloro che desiderano fare della musica una via di servizio a Dio e alla comunità.

Un uomo di fede e generosità

Don Nino Ortolano è stato anche un uomo di grande umanità. La sua vita, semplice e modesta, si è contraddistinta per un generoso impegno verso chiunque avesse bisogno di aiuto. La sua disponibilità, soprattutto nei confronti dei più deboli e dei malati, è stata una costante nella sua esistenza. La sua carità fraterna, espressa tanto nei gesti quotidiani che nei momenti più significativi della vita, è stata una delle sue caratteristiche più ammirate.

Il suo impegno nella cura degli infermi, come quello che ha offerto al Canonico Leonardo Palacardo, infermo e bisognoso di assistenza, ha rappresentato un altro esempio del suo amore verso il prossimo. La sua vita non è stata solo quella di un sacerdote dedito al culto e alla musica, ma anche di un uomo che ha vissuto il Vangelo in ogni momento della sua esistenza, offrendo la sua vita in servizio degli altri senza mai cercare riconoscimenti.

Don Nino ha lasciato una traccia profonda nella storia della Diocesi di Cefalù e nella vita culturale della città. Le sue composizioni musicali, che hanno accompagnato le liturgie più importanti della diocesi, sono un segno indelebile del suo talento e della sua devozione. La sua eredità va oltre la musica: la sua vita è stata un esempio di fede, umiltà e dedizione al servizio degli altri. La sua memoria vivrà nelle sue opere, ma soprattutto nel ricordo di coloro che lo hanno conosciuto e che sono stati ispirati dal suo amore incondizionato per Dio e per il prossimo. La sua figura, purtroppo ormai scomparsa, continuerà a essere una testimonianza per tutti coloro che cercano un esempio di vera devozione e di generosità.

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