Andrea Macajone è stato uno dei protagonisti assoluti della cultura cinematografica di Cefalù. Nato il 14 febbraio 1946, è cresciuto in una piccola cittadina siciliana che, all’epoca, viveva principalmente di agricoltura, pesca e tradizioni locali. Ma il destino ha riservato a Andrea una vita segnata dalla passione per il cinema, un amore che lo ha portato a diventare uno dei proiezionisti più longevi e apprezzati della città. La sua carriera è stata tanto lunga quanto significativa: per più di mezzo secolo, ha fatto parte di una generazione che ha assistito al passaggio dall’analogico al digitale nel mondo del cinema, portando con sé l’eredità di una tradizione che ha contribuito a costruire. In molti lo considerano non solo un proiezionista, ma anche un “custode” della cultura cinematografica di Cefalù, capace di preservare e trasmettere alle nuove generazioni il valore di una forma d’arte che, nel corso del tempo, ha visto molti cambiamenti. La sua storia è il racconto di un uomo che ha vissuto il cinema non solo come un lavoro, ma come una passione che ha permeato ogni aspetto della sua vita.
Un’infanzia segnata dalla passione e dalle difficoltà
Andrea Macajone è cresciuto in una famiglia numerosa e umile, che ha avuto un ruolo fondamentale nella sua crescita personale e professionale. Suo padre era un muratore e sua madre una casalinga, e insieme hanno formato una famiglia che, nonostante le difficoltà economiche, ha sempre cercato di sostenere i propri figli in ogni modo possibile. Andrea era il sesto di otto figli, quattro maschi e quattro femmine, e fin da giovane ha imparato l’importanza della solidarietà e del lavoro di squadra. La famiglia ha sempre giocato un ruolo importante nella sua vita, con i suoi genitori che lo hanno incoraggiato a seguire le proprie passioni, nonostante le circostanze.
La vita familiare di Andrea è stata segnata anche dalla tragica morte della madre, che lo ha lasciato orfano a soli dieci anni. Questo dolore lo ha spinto a diventare una persona ancora più determinata, e la sua famiglia è sempre stata un pilastro su cui ha potuto contare. Inizia a lavorare nella falegnameria di fronte casa di proprietà di due persone che in seguito diventeranno suoi cognati in quanto sposano due sue sorelle.
Nel corso della sua vita, Andrea ha formato una propria famiglia con Carla Infantino, con la quale ha avuto due figlie, Angela e Maria. Nonostante gli impegni legati al suo lavoro di proiezionista, che lo teneva lontano da casa nei giorni festivi e durante i fine settimana, Andrea ha sempre avuto il supporto incondizionato della moglie e delle sue figlie. La famiglia di Andrea è stata sempre orgogliosa del suo lavoro, tanto che oggi anche i suoi tre nipotini portano avanti con orgoglio la tradizione della passione per il cinema. Andrea ha cercato sempre di trasmettere ai suoi figli e nipoti l’amore per la settima arte, costruendo per loro un piccolo prototipo di cinepresa per insegnare loro le basi del suo mestiere. La famiglia di Andrea è stata la sua forza, il suo rifugio e la sua più grande fonte di ispirazione, e ha sempre supportato con entusiasmo il suo impegno nel preservare la cultura cinematografica della sua città.
La passione per il cinema e i primi passi nel mestiere
Il vero incontro con il cinema è avvenuto quando Andrea aveva solo dodici anni. L’Arena Graziella, un cinema all’aperto che si trovava vicino a casa sua, è stato il luogo dove Andrea ha avuto il primo contatto diretto con la proiezione cinematografica. Proprietario dell’Arena era Salvatore Liberto, inteso “Cippicu”, nipote dell’allora vescovo Cagnoni. Era ubicata nell’allora Viale Principe Umberto, l’odierna Via Roma oggi market Despar. Qui Andrea ha iniziato a lavorare come assistente di proiezionista, imparando il mestiere da due esperti del settore, Di Fatta e Restivo. Sebbene giovanissimo, Andrea ha imparato rapidamente il mestiere, mostrando una passione e una precisione che pochi ragazzi della sua età possedevano. Le pellicole cinematografiche dell’epoca erano molto fragili e difficili da maneggiare, ma Andrea non ha avuto paura: ha imparato a trattarle con estrema cura e a gestirle con una manualità che gli sarebbe stata utile negli anni successivi. L’Arena Graziella è stata la sua scuola di cinema, un luogo dove ha coltivato una passione che non l’avrebbe mai più abbandonato.
All’epoca Andrea aveva 12 anni ma nonostante la giovane età girava le pellicole a mano ed aiutava il gestore. Era affascinato da quel lavoro che sognava di fare da grande. Il proiettore era appoggiato sopra dei mattoni e lo schermo era in muratura tinto di bianco con il bordo blu. All’Arena Graziella vi lavora due anni. Quando vi arriva la costruzione degli attuali palazzi il gestore trasferisce il cinema nella sala Pulvirenti che si trovava all’interno del vescovado di piazza Duomo. Nel 1968 prende il patentino di operatore cinematografico. Le proiezioni in questa sala vanno avanti fino al 1974. In seguito Andrea viene chiamato dal gestore del teatro comunale dove farà anche operatore cinematografico.
Nel 1979, il professor Giuseppe Di Francesca, proprietario del cinema Di Francesca a Cefalù, ha chiesto a Andrea di lavorare per lui. Questo è stato il momento che ha segnato la svolta definitiva nella sua carriera. Il lavoro al Cinema Di Francesca è stato il culmine della sua esperienza come proiezionista: per anni, Andrea ha proiettato film leggendari e ha trasformato il cinema in un luogo di incontro culturale per la cittadinanza cefaludese. Le sue giornate erano scandite da una routine che includeva la preparazione delle pellicole e la gestione dei tre spettacoli giornalieri. Ogni film era un’opera da trattare con cura e rispetto, e Andrea ha dedicato ogni singolo momento a garantire che il pubblico avesse la migliore esperienza possibile.
Un punto di riferimento culturale a Cefalù
Il Cinema Di Francesca è stato molto più di un semplice luogo dove guardare un film: è stato un punto di riferimento culturale essenziale per la comunità di Cefalù. Per molti anni, è stato l’unica forma di svago per i cefaludesi, un luogo di incontro dove le persone condividevano emozioni, risate e storie. In questo contesto, Andrea ha avuto un ruolo cruciale, trasformando il cinema in una vera e propria missione culturale, più che un semplice mestiere. Per lui, non era solo un luogo di intrattenimento, ma uno strumento per educare e diffondere cultura. Grazie al suo impegno, il Cinema Di Francesca ha proiettato film che sono entrati nella memoria collettiva di Cefalù, come Il Padrino, Casablanca e Nuovo Cinema Paradiso, facendo sognare intere generazioni.
Il suo lavoro era una vera e propria arte, affrontata con passione nonostante le numerose difficoltà. Le pellicole che arrivavano erano altamente infiammabili, rendendo necessaria la massima attenzione durante la proiezione. Prima di giungere a Cefalù, i film venivano proiettati in prima visione a Palermo, per poi passare a Bagheria e Termini Imerese. Quando finalmente arrivavano, le pellicole erano spesso già usurate e maltrattate. Venivano consegnate in scatole di metallo, chiamate in gergo cinematografico pizze, e successivamente montate in due o tre tempi prima della proiezione. All’epoca, il Cinema Di Francesca era suddiviso in tre settori: la platea, situata nella parte anteriore; poi, separati da un cancello di legno, i Distinti; infine, nella parte superiore, le Poltrone. Ogni settore aveva un costo differente, riflettendo il livello di comfort e visibilità. Nel 1999, con l’apertura dell’Arena Dafne, Andrea iniziò a lavorare anche durante l’estate, portando avanti il suo mestiere con lo stesso spirito di dedizione e passione che lo aveva sempre contraddistinto.
Il cambiamento più grande che Andrea ha dovuto affrontare nel corso della sua carriera è stato il passaggio dalla pellicola al digitale, un’evoluzione che ha avuto un impatto significativo sul suo mestiere. Le nuove tecnologie hanno semplificato notevolmente il lavoro dei proiezionisti, eliminando molte delle difficoltà e delle complessità del vecchio sistema analogico. Tuttavia, per Andrea, accettare questa trasformazione non è stato semplice. La magia della pellicola, con il suo processo di montaggio manuale e il suo suono caratteristico, rappresentava qualcosa di unico, e la sua scomparsa ha lasciato un vuoto che non è mai riuscito a colmare completamente. Sebbene il digitale fosse più efficiente, Andrea ha sempre sostenuto che il cinema tradizionale avesse una bellezza e un fascino che il nuovo formato non avrebbe mai potuto replicare.
Andrea ha vissuto questo cambiamento con un po’ di malinconia, ma ha continuato a lavorare con la stessa passione e dedizione di sempre. Nel 2017, dopo ben 50 anni di attività, ha deciso di andare in pensione, segnando la fine di un’era per il cinema di Cefalù. Nonostante l’avvento del digitale e la crescente automatizzazione del lavoro, Andrea ha saputo mantenere viva la tradizione del cinema, trasmettendo alle nuove generazioni il suo amore per la pellicola e per l’arte della proiezione.
L’eredità di Andrea Macajone
L’eredità di Andrea Macajone è quella di un uomo che ha dedicato la sua vita a un’arte che, oggi, sembra ormai destinata a diventare un ricordo lontano. La sua passione per il cinema, la sua dedizione al lavoro e il suo impegno nel mantenere vivo un pezzo della storia di Cefalù sono ciò che lo rendono una figura leggendaria per la sua città. Non solo un proiezionista, ma un vero e proprio custode della cultura cinematografica locale, Andrea ha fatto della sua carriera una missione, cercando di trasmettere a tutti il valore e l’importanza della settima arte.
Nel 2002, Andrea ha ricevuto un importante riconoscimento, la medaglia come più anziano proiezionista del cinema, un tributo alla sua lunga carriera e al suo contributo alla cultura cinematografica di Cefalù. Ma il vero riconoscimento per Andrea è stato l’affetto e il rispetto che la sua città gli ha sempre riservato. In molti lo considerano un eroe locale, un uomo che ha vissuto per il cinema e che ha saputo trasmettere alle nuove generazioni il valore della tradizione cinematografica. La sua eredità, quindi, è molto più che quella di un semplice proiezionista: Andrea Macaione è stato una parte essenziale della storia culturale di Cefalù.
Conclusione: un uomo che ha fatto la storia
Andrea Macajone è stato una figura fondamentale nella storia del cinema di Cefalù. Il suo amore per la settima arte, la sua dedizione al lavoro e il suo impegno nel preservare e trasmettere la cultura cinematografica alla sua comunità sono ciò che lo rendono una figura di riferimento. La sua carriera, lunga e ricca di esperienze, è stata segnata dal passaggio dalla pellicola al digitale, ma anche dal continuo desiderio di mantenere vivo il fascino del cinema tradizionale. La sua eredità è quella di un uomo che ha vissuto il cinema come una passione, come una forma d’arte che va oltre il lavoro quotidiano.
La biografia di Andrea Macajone, presentata in questo articolo, farà parte di una pubblicazione che Cefalunews sta curando per la sua uscita prevista nel mese di aprile 2025. Il libro raccoglierà le biografie di quei personaggi che hanno lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità e oltre. Se conosci storie di persone che hanno segnato la storia della nostra città con il loro impegno, che abbiano lavorato per il bene comune o che abbiano lasciato una traccia nelle istituzioni, nelle scuole, nelle chiese, nelle strade o nei luoghi di ritrovo, ti invitiamo a contribuire.
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