Dal lavoro alla pallavolo: come Piscitello ha educato i giovani fuori e dentro le aule

Angelo Piscitello, nato a Cefalù l’11 luglio 1936 e scomparso il 3 gennaio 2002, è una figura che ha lasciato un’impronta profonda e indelebile nella comunità, soprattutto nel campo dell’educazione, della formazione e dello sport. La sua vita è stata una continua testimonianza di dedizione e passione, non solo come insegnante, ma come vero e proprio educatore capace di trasmettere valori fondamentali ai giovani, sia nel mondo del lavoro che nello sport. Ha insegnato con il cuore e con l’anima, senza mai risparmiarsi, facendo della sua professione una missione. Non solo un esperto meccanico, ma anche un uomo che ha saputo ispirare, motivare e guidare numerosi ragazzi, fornendo loro gli strumenti per affrontare la vita con dignità, coraggio e impegno. La sua influenza va ben oltre l’ambito scolastico, estendendosi anche a quello sportivo, dove ha saputo trasformare la pallavolo in un veicolo di crescita personale ed educativa.

Infanzia e giovinezza

Angelo nasce a Cefalù una cittadina segnata dal contesto storico difficile del dopoguerra. Il suo ambiente familiare è ricco di valori, in particolare quelli del lavoro, della responsabilità e del sacrificio. Fin da giovane si confronta con le difficoltà della vita quotidiana, vivendo in un’epoca in cui la Sicilia, e in particolare il Sud Italia, stava cercando di riprendersi dalle devastazioni della guerra. Tuttavia, è proprio in questo contesto che sviluppa un forte desiderio di costruire un futuro migliore per sé e per gli altri, e una convinzione profonda nell’importanza del lavoro come strumento di crescita e riscatto.

La sua infanzia è segnata dall’amore per la sua terra e dalle influenze positive che riceve dalla sua famiglia. Fin da giovane, comprende che solo con un impegno costante è possibile raggiungere i propri obiettivi. Nonostante le limitate possibilità economiche, la sua famiglia gli trasmette un forte senso della dignità del lavoro e della necessità di mettersi in gioco ogni giorno. Cresce in un mondo che sta cambiando rapidamente, dove i valori tradizionali vengono messi alla prova, ma dove lui trova nella formazione e nell’educazione la chiave per costruire una vita migliore.

Educazione e influenze formative

Angelo comprende presto l’importanza dell’educazione, sebbene non seguisse il tradizionale percorso scolastico superiore. La sua educazione è formata in modo pratico e reale, nell’ambito del lavoro manuale, in particolare nel settore della meccanica, un campo che diventerà il suo terreno d’azione. La sua capacità di apprendere e di trasmettere le sue conoscenze a chi aveva bisogno di imparare è ciò che lo distingue sin da giovane. Quella che potrebbe sembrare una semplice “vocazione tecnica” si trasforma per lui in un vero e proprio impegno educativo che mette in risalto non solo le abilità pratiche, ma anche le qualità morali e umane.

Quando inizia a insegnare all’Engim di Cefalù, un centro di formazione professionale, il suo approccio è innovativo, profondamente umano e caratterizzato da una grande attenzione ai bisogni dei ragazzi. Non si tratta solo di trasmettere loro le competenze tecniche necessarie per diventare dei buoni meccanici, ma di educarli alla vita, al rispetto, alla disciplina, e alla responsabilità. In un periodo in cui molti giovani, spesso provenienti da famiglie difficili, avevano bisogno di un punto di riferimento, Angelo si fa carico del loro futuro, ascoltando le loro difficoltà e guidandoli con pazienza e dedizione. Ogni giorno, non solo trasmette conoscenze tecniche, ma insegna anche a questi giovani come affrontare la vita con impegno e coraggio. La sua passione per l’insegnamento non è mai legata solo alla meccanica, ma alla possibilità di formare delle persone complete, consapevoli e capaci di affrontare le sfide che li attendono.

L’insegnamento e il legame con gli studenti

Angelo Piscitello è un insegnante che lascia il segno, un educatore che riesce a entrare nel cuore dei suoi studenti e a trasformare le loro vite. Non si limita a insegnare un mestiere, ma diventa un punto di riferimento fondamentale nella crescita dei ragazzi. Il suo approccio non è mai puramente tecnico, ma integrato, incentrato sulla persona e sui suoi bisogni. Questi giovani non arrivano all’Engim solo per imparare a riparare motori o macchinari, ma per trovare una strada, un’opportunità, una possibilità di riscatto e di speranza. Angelo è consapevole di questa missione educativa e la affronta con un impegno totale.

Ogni giorno, nelle sue lezioni, non si limita a insegnare i principi della meccanica, ma offre ai suoi studenti la consapevolezza dell’importanza del lavoro e della professionalità. Sa che il mestiere non è solo uno strumento per guadagnarsi da vivere, ma una via per costruire la propria dignità. È sempre attento a ciascun singolo studente, capace di capire le difficoltà e i sogni di ognuno, e sa come motivarli, come sostenerli nei momenti di incertezza. Per lui, essere insegnante è una responsabilità che va ben oltre la trasmissione di nozioni. È un impegno che implica essere una guida nella vita dei giovani, e lo fa con passione e dedizione, senza risparmiarsi mai. Molti dei suoi allievi oggi ricordano con affetto e gratitudine il suo insegnamento, riconoscendo in lui non solo un maestro, ma un padre spirituale che ha dato loro la possibilità di costruire un futuro migliore.

Un educatore anche fuori dalla scuola

Angelo non si limita a essere un educatore nell’ambito tecnico e professionale. La sua visione educativa si estende anche al mondo dello sport, che considera un altro strumento fondamentale per la crescita dei giovani. Nel 1980, diventa il primo presidente del settore pallavolo della Polisportiva Murialdo di Cefalù, ruolo che ricopre fino al 1991. Anche in questo ambito, la sua passione per l’educazione non conosce limiti: vede nello sport un’occasione di formazione che va oltre l’aspetto fisico e competitivo. Lo sport, per lui, è un mezzo per insegnare il rispetto, la lealtà, la cooperazione, e soprattutto la capacità di affrontare le difficoltà. La pallavolo diventa così, nelle sue mani, un laboratorio educativo dove i ragazzi imparano a confrontarsi con le proprie emozioni, con il gruppo e con la disciplina.

Pur non avendo una conoscenza approfondita della pallavolo all’inizio si impegna con tutta la sua energia per imparare le regole del gioco e per far crescere la squadra, puntando sempre sull’aspetto educativo piuttosto che sul mero risultato sportivo. La sua visione dell’insegnamento è quella di un educatore che sa che lo sport è un’occasione formativa completa, capace di trasmettere le stesse lezioni di vita che impartisce in aula. Sotto la sua presidenza, la Polisportiva Murialdo cresce, raggiungendo importanti traguardi, come la promozione della squadra femminile alla Serie C nel 1988. Ma il suo vero successo sta nell’essere riuscito a trasformare ogni partita, ogni allenamento, ogni trasferta in un’occasione di educazione e di crescita personale.

Vita personale e dedizione alla comunità

La vita privata di Angelo è altrettanto segnata dalla sua dedizione agli altri. Sposato con Mimma Simplicio il 27 luglio 1965, condivide con lei una vita dedicata al servizio della comunità. Non solo come insegnante, ma anche come attivo membro della parrocchia degli Artigianelli, dove svolge un ruolo importante nell’Azione Cattolica, cercando sempre di trasmettere i valori di fede, servizio e solidarietà. In ogni suo gesto mette sempre al centro l’altro, dimostrando un amore profondo per la comunità e un impegno incessante verso il bene comune. La sua vita privata è legata al suo impegno pubblico, e questa sinergia è ciò che lo rende una figura così amata e rispettata. E’ un marito e un padre esemplare: dedito alla famiglia e all’educazione dei figli ai quali, in modo autorevole, ha trasmesso valori quali: onestà, rispetto, correttezza, senso del dovere e spirito di sacrificio per il raggiungimento degli obiettivi.

L’eredità di Angelo Piscitello è fatta di giovani che, grazie al suo esempio, hanno imparato a diventare uomini e donne responsabili, capaci di affrontare le sfide della vita con coraggio e determinazione. La sua passione per l’insegnamento e il suo impegno come educatore, non solo nelle aule scolastiche ma anche nelle palestre, lo rendono una figura che ha saputo trasformare ogni aspetto della vita dei giovani in un’opportunità di crescita. Non è solo un insegnante, ma un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a formare le generazioni future, insegnando loro l’importanza di lavorare con passione, di vivere con onore e di rispettare gli altri. La sua figura resterà per sempre nel cuore di tutti coloro che lo hanno conosciuto, come un esempio di impegno, dedizione e amore per l’educazione e per la vita.

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