A Cefalù si snoda uno dei percorsi più affascinanti del Geoparco UNESCO: il sentiero della Cortina Megalitica. Questo tratto, oggi riqualificato come museo all’aperto, rappresenta una tappa imprescindibile tanto per gli specialisti di archeologia quanto per i turisti più attenti e raffinati.
Le mura megalitiche: testimonianza di un’antica maestria
Le antiche fortificazioni, note come mura megalitiche, costituiscono una delle più maestose testimonianze dell’urbanistica protostorica in Sicilia. Databili non prima del V secolo a.C., queste opere difensive si caratterizzano per la posa a secco di enormi blocchi di calcare, ciascuno accuratamente sagomato e inserito senza l’ausilio di malta. Il loro imponente spessore conferisce alla struttura un’aura di solidità e sacralità, che ancora oggi suscita ammirazione.
Nel corso dei secoli, le mura di Cefalù subirono vari rifacimenti e modifiche. Durante il periodo romano, le mura vennero rinforzate e adattate alle nuove esigenze difensive, con l’inserimento di torri e bastioni. Anche nel Medioevo, le mura furono ulteriormente potenziate per difendere la città dalle incursioni dei pirati e degli eserciti nemici. Oggi, gran parte di queste mura è ancora visibile, specialmente lungo il tratto che corre parallelo all’attuale via Pierri, e testimoniano l’evoluzione della città e della sua importanza nel corso dei secoli.
Le mura di Cefalù non erano solo un elemento difensivo, ma anche un simbolo di potenza. La loro costruzione rappresentava il desiderio di una comunità di proteggere la propria indipendenza e il proprio territorio.
Il tratto meglio conservato delle mura si estende da Porta Giudecca fino a Capo Marchiafava, un segmento urbano che domina il mare e offre una delle più spettacolari vedute della città vecchia.
Il paesaggio e l’identità storica
L’intera area è oggi parte integrante del Sentiero del Geoparco, un itinerario immerso in una cornice naturale di rara bellezza, dove la presenza della montagna si coniuga alla vicinanza del mare. Camminando lungo la cortina muraria, si percepisce la stessa suggestione che il geografo arabo al-Idrisi colse nel XII secolo, quando descrisse “Galfudi” – l’antica Cefalù – nel suo Libro di Ruggero come una “fortezza fabbricata sopra gli scogli contigui alla riva del mare”. Una definizione che ancora oggi appare incredibilmente calzante.
Un museo all’aperto per la memoria collettiva
Il restauro della cortina megalitica ha avuto non solo un fine conservativo, ma anche un importante valore culturale: restituire alla città e ai suoi visitatori un segmento vitale della sua memoria storica. L’intervento ha trasformato l’area in un museo a cielo aperto, dove l’archeologia si intreccia con la vita quotidiana, e la narrazione storica si fonde con il silenzio contemplativo del paesaggio.
Questo tratto di sentiero rappresenta oggi una vera e propria passerella tra le epoche, dove lo sguardo del viaggiatore moderno si sovrappone a quello di viandanti antichi, architetti greci e cronisti arabi. Un luogo dove il tempo ha lasciato impresse le sue stratificazioni nella pietra, nel vento e nella luce.
Per specialisti e viaggiatori dell’anima
Sia che siate archeologi, storici dell’arte, amanti del paesaggio o semplici viaggiatori in cerca di autenticità, la strada sulla cortina megalitica di Cefalù è un’esperienza da vivere. Lungo questo percorso il passato si rivela non come eco lontana, ma come presenza viva, scolpita nella roccia e nel cuore della città.
Per informazioni sul percorso, visite guidate e materiali informativi, è possibile rivolgersi al Presidio del Parco delle Madonie, dove è possibile effettuare anche la visita virtuale al sentiero in 3, o ai punti di accoglienza turistica del Comune di Cefalù.