Ha trascorso alcune notti insonni per la sua Sicilia. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, lo ha rivelato a Castelbuono davanti ad una folla di persone arrivata in piazza Margherita per ascoltarle la presentazione del suo libro durante il Castelbuono Jazz Festival. Per la prima volta in pubblico il presidente Grasso ha spiegato perché non si candida a presidente della Regione. Lo ha fatto con in prima fila l’attuale Governatore della Sicilia, Rosario Crocetta.
“Sì, mia moglie qui può confermare che non ci ho dormito per diverse notti. È stato quando sembrava che si stessero creando le condizioni per una fine anticipata della legislatura, in quel caso io mi sarei sentito libero. Ma non è andata così e il rispetto per i miei doveri istituzionali mi ha imposto questa decisione. Non è stato per vigliaccheria o per sfuggire dalle responsabilità, ho sempre accettato le sfide nella mia vita. E magari in futuro potrò essere disponibile per la mia Sicilia che continuo a volere libera da prevaricazioni e privilegi”.
Grasso ha spiegato perché non si candiderà per le prossime elezioni del 5 novembre. “Ho spiegato che i miei doveri istituzionali mi impedivano in questo momento di accettare. Il presidente del Senato ha anche un ruolo di supplenza del Presidente della Repubblica, io sono stato anche Capo dello Stato nella transizione tra il presidente Napolitano e il presidente Mattarella. Se avessi accettato la candidatura avrei dovuto immediatamente dimettermi, e in questa situazione delicata anche l’elezione di un nuovo presidente del Senato sarebbe stato un rischio per la stabilità, e ci sono dei passaggi delicati e importanti per l’Italia, e quindi per la Sicilia, che devo portare a termine”. Quali sono questi passaggi delicati che Grasso vuole portare a termine? La legge di stabilità da approvare ma anche alcune leggi quali quella sulla cittadinanza e quella sul biotestamento, ma anche la riforma del processo civile, quella sulla protezione di chi segnala fatti di corruzione all’interno della pubblica amministrazione.
“Ho ancora la speranza che si possa lavorare sulla legge elettorale. E poi la riforma del regolamento del Senato che permetterà di renderne più rapido il funzionamento. Inoltre c’è da portare a termine il lavoro di avvio dell’ufficio che ho voluto per valutare l’impatto effettivo della legislazione sul Paese e il suo stato di attuazione. Per la prima volta un’istituzione, con metodo scientifico e la collaborazione di docenti universitari, sta valutando l’impatto delle leggi, in modo da mettere in risalto efficienze e lacune, e dare modo al legislatore di correggere il tiro con maggiore consapevolezza. Dalle reazioni che stanno avendo i primi dossier credo sia uno strumento utile e che proseguirà anche nelle prossime legislature, un lascito di cui sono orgoglioso”.