Ultimo di otto figli, Pietro Di Fina nasce in un’umile famiglia: il papà pescatore conosciuto da tutti come “Nino U Longu” e la mamma Giovanna anch’essa figlia di pescatori. Pietro deve il suo nome al fatto che nasce proprio nel giorno di San Pietro: il 29 Giugno del 1936. Alla tenera età di 10 anni inizia a lavorare facendo il pescatore, sicuramente un lavoro duro per un ragazzino della sua età, ma Pietro sente già sulle sue spalle il dovere di aiutare la sua numerosa famiglia. Infatti, nonostante soffra il mal di mare, Pietro non si arrende ed è sempre il primo ad andare sulla barca per “guadagnarsi la giornata”. Gli anni passano, i tempi si fanno sempre più duri e anche pescare diventa sempre più difficile. Pietro decide allora di emigrare in Svizzera, così come avevano fatto tanti cefalutani in quel periodo. Nel 1964 sposa Rosa Maria Cefalù e insieme emigrano in Svizzera nella speranza di migliorare le proprie condizioni economiche e di avere un futuro più roseo.
Dopo qualche tempo però, in seguito a varie vicissitudini, decidono di ritornare a Cefalù. Pietro inizia a fare il bagnino presso il lido Miramare di Cefalù. Amava molto il suo lavoro e con responsabilità e prontezza ogni giorno si occupava della spiaggia e dei bagnanti, osservava il mare da una parte all’altra, o meglio, come dice lui “dal lato Palermo al lato Marina” proprio perché non si soffermava a guardare soltanto il mare antistante il lido dove lavorava ma tutta la costa.
Correva l’anno 1970 ed era il mese di agosto. Il mare era quel giorno forza 5. Pietro aveva messo bandiera rossa fin dal primo mattino. Non smetteva di guardare in acqua e, aiutandosi con il fischietto, cercava di consigliare ai bagnanti di non entrare in acqua o di non allontanarsi troppo dalla riva. All’improvviso arriva, correndo, un ragazzo alto e muscoloso che grida a gran voce: “Aiuto! Il bagnino, il bagnino!”.
Pietro capisce subito che c’è bisogno di lui e gli corre incontro. Il ragazzo che si chiama Giuseppe spiega che il suo amico è in acqua in difficoltà e non riesce a rientrare. Pietro volge subito il suo sguardo verso il mare e vede il ragazzo che annaspa tra le onde lato Palermo nella zona antistante dove c’erano le cabine Ente Turismo. Pietro avvisa immediatamente suo fratello Vincenzo, anche lui bagnino al lido Miramare, per prepararsi a tirare la corda. In un attimo si organizzano: Pietro e Giuseppe con la corda legata al braccio si buttano in acqua. Vincenzo a riva tiene ben stretta la corda. Fanno 2 o 3 tentativi ma niente, le correnti sono molto forti. Vincenzo riporta a riva Pietro e Giuseppe che si fermano giusto il tempo di riposarsi qualche secondo, riprendere fiato e ripartire. Pietro invita il ragazzo a restare a riva ma Giuseppe vuole andare con lui perché vuole aiutarlo a salvare il suo amico.
Dopo vari sforzi, riescono a vincere le onde: Pietro afferra l’uomo in acqua e con grande forza lo porta a riva. Subito gli pratica la respirazione “all’Americana” e, dopo diversi tentativi, l’uomo comincia a riprendersi e viene trasportato immediatamente all’infermeria del lido Miramare. Purtroppo però Giuseppe era rimasto in acqua: stremato dalla stanchezza aveva lasciato la corda a cui era legato e, nonostante fosse pure lui un bravo nuotatore, si era lasciato trasportare dalle correnti. Giuseppe era ormai in balia delle onde, iniziava ad andare sott’acqua e non lo si vedeva più emergere. Pietro, si rituffa in acqua e grida a Vincenzo di dare più corda per spingersi più lontano dove aveva visto l’ultima volta galleggiare il ragazzo.
Finalmente un’onda lo riporta in superfice. Pietro allora lo afferra, lo stringe a sè e Vincenzo li tira entrambi a riva. Una volta giunti sulla terraferma, Pietro si libera subito della corda e comincia a praticargli la respirazione bocca a bocca per 1, 2, 3 volte, niente! Giuseppe non riesce più a riprendersi. Pietro, afflitto e dispiaciuto, dovette accettare la dura realtà: purtroppo per quel ragazzo che aveva cercato aiuto per il suo amico non c’era più nulla da fare.
Oggi Pietro ha 82 anni ma non ha mai dimenticato mai quel salvataggio e lo racconta sempre ai suoi nipotini.