Al 71° Festival di Cannes il secondo film italiano in concorso. Matteo Garrone torna sulla Croisette per la quarta volta nella rassegna ufficiale presentando “Dogman”, “un film che si ispira liberamente ad un fatto di cronaca nera accaduto trent’anni fa, ma che non vuole in alcun modo ricostruire i fatti come si dice che siano avvenuti”. La pellicola esce nelle sale italiane il 17 maggio.
Il film è ispirato a una storia vera, il delitto del Canaro della Magliana, un brutale fatto di cronaca nella Roma degli anni 80. Ma il racconto di Garrone si distacca dal reale per disegnare una storia di frustrazione e vendetta. Protagonista è il timido Marcello (Marcello Fonte), parrucchiere per cani, che si fa trascinare in un vortice di sudditanza, amicizia, criminalità e atroce vendetta dal suo amico Simoncino, ex pugile con la passione della cocain e che controlla la zona con la violenza. Una storia a tinte forti che ci riporta alle atmosfere dei primi film del regista.
“Ho iniziato a lavorare alla sceneggiatura dodici anni fa: nel corso del tempo l’ho ripresa in mano tante volte, fino a chiarire dentro di me come affrontare una materia così cupa e violenta, e il personaggio che volevo raccontare: un uomo che, nel tentativo di riscattarsi dopo una vita di umiliazioni, si illude di aver liberato non solo se stesso, ma anche il proprio quartiere e forse persino il mondo. Che invece rimane sempre uguale, e quasi indifferente”, racconta Matteo Garrone, che a Cannes ha già trionfato due volte, con “Gomorra” e “Reality” (poi ha presentato anche “Il racconto dei racconti”).