La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo ha ridotto da 10 a 8 anni la condanna inflitta ad Antonino Alù, un pensionato di Alimena, nel Palermitano, che il 19 febbraio 2017 uccise il figlio Giuseppe Stefano strangolandolo con una corda. Il sostituto procuratore generale aveva chiesto una condanna a 30 anni. Il collegio, presieduto da Giacomo Montalbano, così come in primo grado, ha riconosciuto all’imputato, difeso dagli avvocati Giuseppe Minà e Giuseppe Calabrese, le attenuanti per avere agito in stato di ira. Fu lo stesso Antonino Alù a confessare l’omicidio volontario facendo però emergere una situazione di profonda disperazione. Il figlio, infatti, aggrediva le nipoti e aveva creato un clima di tensione in famiglia. La vittima era stata indagata in un’operazione antidroga per la quale era scattato il divieto di dimora in provincia di Palermo. Il giorno del delitto Giuseppe Stefano Alù aveva da poco festeggiato la fine della misura cautelare in un bar. Al rientro in casa, l’ennesima lite e il tragico epilogo.