A Piano Battaglia c’è tanta neve ma i maestri di sci delle Madonie, per lavorare, devono emigrare sulle Alpi dove la neve non arriva e si deve sparare con i cannoni. Uno scandalo tutto meridionale, anzi madonita sul quale bene farebbero i sindaci del territorio a prendere posizione.
A fare conoscere quanto accade è dalla sua pagina Facebook il maestro di sci Franco Miserendino che per un ventennio ha gestito gli impianti di Piano Battaglia quando ancora non erano gli attuali.«Noi maestri di sci siamo costretti ad emigrare sulle Alpi pur avendo neve e lavoro a casa nostra. È ora di finirla date la concessione delle piste ed assumetevi le proprie responsabilità come avete stabilito nel bando di gara». E Miserendino continua: «Con impianti obsoleti si sciava sempre. Venti anni di gestione alle spalle. L’ex provincia mi consegnava impianti e piste di cui ne ero preparatore e gestore. Credo sia corretto dare alla piano Battaglia srl la concessione delle piste per poter gestire dato che gli impianti sono stati costruiti sopratutto per sciatori. Chi ha architettato questa doppia gestione sta portando notevoli danni a tutti».
Chi ha architettato il blocco degli impianti sciistici a Piano Battaglia? Chi non vuole che Piano Battaglia diventi una stazione sciistica? Chi ha deciso di chiudere Piano Battaglia dove, in questi primi giorni del nuovo anno, è arrivata così tanta neve che ci viene invidiata dalle stazioni sciistiche del nord Italia?
E’ solo la burocrazia che impedisce di mettere in funzione gli impianti di risalita (seggiovia, skilift e tapis roulant) al monte Mufara? A Piano Battaglia, infatti, la gestione delle piste non è di competenza della società privata, ma della Città metropolitana di Palermo, perché nel bando di affidamento dei servizi sarebbe stata esclusa la manutenzione delle piste malgrado una legge nazionale del 2003 pare stabilisca che spetti a chi ha la gestione degli impianti. «Per i primi due anni – ricorda in una nota la Piano Battaglia srl – abbiamo assolto a quest’onere a titolo gratuito, al solo scopo di non pregiudicare gli investimenti fatti fino ad oggi, ma è chiaro che non possiamo continuare a farlo in eterno. Abbiamo evidenziato formalmente la situazione agli uffici competenti della Città Metropolitana già dal 9 febbraio del 2018. Non sono però bastati undici mesi per risolvere quello che dovrebbe essere un semplice atto amministrativo. Per tutto questo tempo – prosegue la nota – abbiamo reiterato la richiesta numerose volte e interloquito con la Città metropolitana fornendo tutta la nostra collaborazione al fine di arrivare puntuali all’apertura della stagione invernale, che sarebbe possibile nei prossimi giorni».
Nella foto il maestro di sci Franco Misendino.