Un deputato all’Ars per le Madonie: Di Maggio subentra a Cascio

Le Madonie hanno un deputato regionale All’Ars. E’ l’avvocato Giuseppe Di Maggio di Campofelice di Roccella. Subentrerà all’ex presidente dell’Assemblea regionale Siciliana Francesco Cascio che proprio oggi è stato condannato a due anni e otto mesi per corruzione. Cascio, infatti, dopo la condanna verrà sospeso da deputato Ars, così come prevede la legge Severino. Al suo posto subentrerà Di Maggio che alle ultime elezioni regionali si era candidato con il Pdl ed al momento è il primo dei non eletti. Alle elezioni regionali del 2012 Di Maggio ha ottenuto nella lista «il popolo delle libertà Musumeci presidente» 5.053 preferenze. Prima di lui solo sette candidati con il primo degli eletti Francesco Cascio che di preferenze ne ha ricevuto 12.395. Dal 2003 al 2008 è stato consigliere di Foza Italia della provincia di Palermo. Dal 2008 al 2012 è stato assessore provinciale alla pubblica istruzione nel governo del presidente Giovanni Avanti. Si è dimesso per candidarsi alle regionali.

Il deputato regionale Francesco Cascio è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione dal gup di Palermo nel processo, con rito abbreviato, per la corruzione nella vicenda della realizzazione di campi da golf all’interno di un resort a Collesano con fondi europei. Il giudice ha accolto in pieno la tesi dell’accusa, i pubblici ministeri Paolo Guido, Gaspare Spedale e Gery Ferrara, secondo cui Cascio, all’epoca dei fatti esponente di Forza Italia ed assessore regionale al Turismo, avrebbe fatto ottenere il finanziamento europeo di sei milioni di euro alla società titolare del resort pur in assenza di requisiti. I beneficiari sarebbero stati gli imprenditori Giuseppe e Gianluigi Lapis, padre e figlio, titolari della Ecotecna srl, che costruì il Golf Club Le Madonie. Un finanziamento “illegittimo” che avrebbe avuto come contropartita la fornitura di “lavori e servizi” dalla stessa società per la costruzione di una villa a Collesano di proprietà di Cascio.

Secondo l’accusa Cascio avrebbe ricevuto in cambio 5.200 euro corrisposti da Ecotecna per la stipula dell’atto preliminare di vendita del terreno. Oltre al denaro, di cui Cascio ha sempre ribadito “di non sapere nulla”, il deputato di Ncd avrebbe goduto della realizzazione delle opere di sbancamento e movimento terra e di altri lavori durante la realizzazione della villa, del riconoscimento a titolo gratuito a Cascio e alla moglie dello status di soci onorari del golf club. Tutti benefit pagati dalla Ecotecna. I fatti contestati risalgono tra il 2002 e il 2010. Cascio avrebbe agito “in concorso” con altri due ex dirigenti regionali, Agostino Porretto e Aldo Greco, che hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio e il processo comincerà il 6 marzo prossimo. La condanna, seppur in primo grado, complica dal punto di vista politico un’eventuale ricandidatura alle prossime elezioni regionali del coordinatore regionale di Ncd. Cascio ha più volte sottolineato che avrebbe deciso se candidarsi o meno dopo l’esito della sentenza. Oltre alla condanna per corruzione Cascio è indagato anche nell’inchiesta sulla compravendita di voti con pacchi di pasta e latte che la procura generale si è avocata nei mesi scorsi.

«Se Francesco Cascio non si fosse sentita la coscienza a posto, non avrebbe scelto il rito abbreviato ma quello ordinario, fidando soltanto sui tempi piuttosto che sulla propria estraneità a fatti che configurino reato» dicono a una sola voce i deputati regionali e suoi colleghi del Nuovo centro destra, col capogruppo, Nino D’Asero. I componenti Ncd in Ars esprimono «vicinanza all’amico Francesco, certi come siamo che potrà e saprà fare chiarezza nel processo di appello, facendo valere le proprie ragioni».

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