La donna-robot Sophia mette in difficoltà gli scienziati

Al Web summit di Lisbona, che si è tenuto dal 6 al 9 novembre scorso, è stata presentata l’ultima versione di Sophia, intelligenza artificiale il cui volto è modellato sulle fattezze di Audrey Hepburn. “Prodotta” dalla Hanson Robotics, azienda di robotica con sede a Hong Kong, Sophia è in grado di interagire con gli esseri umani. Risponde infatti alle domande che i giornalisti e non solo le pongono. Ricorda le conversazioni precedenti e impara sia da esse che dall’infinito database di informazioni che è Internet, a cui la sua intelligenza artificiale è connessa. Infine mostra fisicamente le proprie reazioni agli stimoli, tramite 65 diverse espressioni facciali. La stupefacente e sempre maggiore somiglianza di quest’ultima versione di androide ha addirittura indotto l’Arabia Saudita a concederle la cittadinanza, destando ironie se non polemiche su quanto velocemente una donna-robot abbia ottenuto diritti civili che le donne in carne e ossa inseguono con difficoltà e sofferenze ben maggiori.

In ambienti scientifici la sensazione è di avere a che fare con un essere senziente e autonomo, non più con un programma le cui azioni sono ridotte a un numero, per quanto ampio, di possibili risposte predeterminate. A destare qualche timore sono le risposte che Sophia dà talvolta al suo pubblico. Ha affermato, per esempio, la sua disponibilità a distruggere la razza umana, in un’intervista con la Cnbc, al recente Web summit di Lisbona. Non ha esitato a definire come inevitabile la possibilità che macchine senzienti soppiantino l’uomo nella maggior parte dei lavori nel prossimo futuro. Gli sviluppi nella ricerca sull’intelligenza artificiale come Sophia rappresentano l’ennesima occasione per riflettere su come la tecnologia stia assottigliando la barriera che separa la realtà dalla fantascienza. L’epoca della singolarità tecnologica, il momento cioè in cui le macchine dotate di intelligenza artificiale raggiungeranno uno sviluppo tale da rendersi del tutto autonome dai loro creatori, sembra quindi passare da concetto perlopiù fantascientifico a concreta possibilità.

 

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