Castel di Tusa: Presentazione del libro “La tela dei boss.

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La tela dei boss, è questo il titolo dell’ultima fatica letteraria del giornalista Riccardo Lo Verso, cronista giudiziario del quotidiano Livesicilia.it, presentata in un interessante incontro che si è svolto nello splendido scenario naturale della scogliera della spiaggia “Le Lampare” di Castel di Tusa.
All’incontro, seguito dall’inizio alla fine da un folto ed attento pubblico, hanno preso parte, oltre all’autore del Libro Riccardo Lo Verso, il Sindaco di Tusa Avv.Luigi Miceli, il vice Sindaco e assessore alla cultura Avv. Angelo Tudisca, il Dott. Piero Falcone, Presidente del Tribunale di Agrigento, l’Avv. Roberto Fabio Tricoli noto professionista Palermitano, già vice Presidente del Consiglio della Magistratura Militare, il Dott. Peppino Ragonese avvocato e scrittore, ed ha svolto le funzioni di moderatrice la docente e scrittrice Santa Franco.
La notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969 dall’oratorio di san Lorenzo a Palermo viene rubata la natività con i santi Lorenzo e Francesco d’assisi, una grandiosa opera su tela di Caravaggio.
La ferita più grave per il patrimonio artistico italiano rimane ancora oggi, quasi 50 anni dopo, avvolta dal mistero. In questa inchiesta giornalistica, Riccardo Lo verso svela gli scenari emersi nelle ultime indagini sul misfatto, ritenuto opera di cosa nostra.
Chi e come ha rubato la nativita?
Partendo dal retrobottega di un negozio di giocattoli gli investigatori hanno raggiunto delle certezze.
Al racconto dei collaboratori di giustizia si sono aggiunte le rivelazioni di vecchi padrini che hanno rotto il silenzio.
Un intrigo internazionale che potrebbe riservare clamorose sorprese.
Esistono due scuole di pensiero sulla genesi del famoso quadro di Caravaggio, (che hanno generato addirittura una diatriba tra l’avv.Tricoli e l’Avv. Ragonese durante il dibattito) una ne attribuisce la realizzazione direttamente a Palermo, ma recenti studi hanno datato e posizionato la realizzazione del quadro a Roma nell’anno giubilare 1600. In tale periodo il Caravaggio, realizzò anche la maggior parte delle opere oggi custodite nella Chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma, luogo molto amato dall’attuale Papa Bergoglio.
Purtroppo il quadro di Caravaggio all’epoca esposto all’oratorio di San Lorenzo a Palermo, non era assolutamente protetto e quindi risultò semplice a degli scagnozzi assoldati per il furto, entrare nottetempo nella Chiesa, durante un violento temporale, tagliare ai bordi la tela, arrotolarla su se stessa e quindi fuggire indisturbati.
Tutto questo risulta dai verbali redatti all’epoca del furto e presenti nel libro.
Si trattava chiaramente di un furto su commissione, e poco tempo dopo si seppe che l’opera era finita nelle mani della mafia.
L’opera è stata inserita dall’FBI tra le 10 opere d’arte trafugate più importanti a livello mondiale, rendendo ancora maggiore lo sdegno per l’ennesimo affronto di cosa nostra nei confronti dei Siciliani e del mondo intero.
Nel corso degli anni (ne sono passati quasi 50) sono state molte le voci sul destino del quadro, alcune sembrano delle leggende metropolitane, come quella che vede l’opera utilizzata come sfondo durante le riunioni della cupola mafiosa, o quella che parla di una suddivisione in 4 parti per renderne più facile la vendita sul mercato perché intera sarebbe stato quasi impossibile piazzarla, visto l’inestimabile valore.
Alcune ipotesi addirittura inseriscono l’opera in un fantomatico scambio di opere d’arte tra lo stato e la mafia nell’ambito della famigerata trattativa stato-mafia di cui tanto si è parlato negli ultimi anni, ma non si ha la certezza che l’opera ne facesse parte .
La Procura di Palermo ha riaperto l’inchiesta sul furto della Natività di Caravaggio.
I pm del capoluogo siciliano hanno indagato per anni sulla vicenda ma l’indagine è stata sempre archiviata.
Recentemente la commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi ha fornito nuovi dettagli agli inquirenti. La Commissione ha raccolto tra le altre anche la testimonianza del collaboratore di giustizia Gaetano Grado che avrebbe consegnato personalmente la tela rubata al boss di Cinisi Gaetano Badalamenti.
Fu lui a contattare un mercante d’arte svizzero, che decise di dividere l’opera in quattro prima di venderla.
Purtroppo, tutta la storia suona come una beffa, perpetrata da cosa nostra nei confronti dell’umanità intera, perché il quadro di Caravaggio è un patrimonio dell’umanità, infatti diversi boss e pentiti si sono alternati nel parlare del quadro e fornire le più svariate versioni che a volte si sono rivelati dei veri e propri depistaggi, cosa a cui la storia di questi giorni ci ha abituato quando si tratta di avere a che fare con la mafia.
Nel 2015 un team di professionisti regalò a Palermo una riproduzione fedele, realizzata con tecnologie all’avanguardia, addirittura utilizzando non inchiostri normali, ma colori ricavati con una sorta di clonazione, dai pigmenti dei colori utilizzati dal Caravaggio nella realizzazione delle opere ospitate nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. La copia, commissionata da Sky, del quadro di Caravaggio, fu consegnata all’Oratorio di San Lorenzo e alla collettività, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nel libro, l’autore, ripercorre i meandri oscuri del mistero che avvolge la storia di questo quadro dal momento della trafugazione ad oggi, e lo fa con lo stile di una vera e propria inchiesta giornalistica, con dovizia di particolari, coinvolgendo anche il lettore, che alla fine rimane anch’egli con la rabbia dentro per il grave danno subito e con la voglia di sapere che fine abbia fatto realmente il quadro.
E’ un libro che si legge con facilità e la sua lettura potrebbe essere un buon antidoto alle rilassanti, ma a volte noiose ore passate sotto l’ombrellone in questa incipiente ma ancora incerta estate 2018.

28/07/2018 Massimo Raimondi

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