E’ una delle manifestazioni più importante della città che si svolge all Porto della Marina nel pomeriggio del 6 agosto durante i festeggiamenti del Salvatore. Una storia della «Ntinna a mari» non esiste. La tradizione vorrebbe far risalire le sue origini al 1783 quando la città di Cefalù ringrazia il santissimo Salvatore per lo scampato pericolo di un terremoto. Un’altra tradizione vorrebbe far risalire le sue origini all’epopea dei velieri quando, su queste navi dotate di un albero di bompresso, i marinai si tuffavano in acqua per una sorta di gioco o di divertimento. Di certo la tradizione della Ntinna è antichissima.
Le prime notizie che legano questa manifestazione alla festa del Santissimo Salvatore parlano di un appuntamento chiamato “Albero della cuccagna”. Si svolgeva il 6 agosto e vedeva la partecipazione di tanta gente. Imprecise sono le notizie sul suo svolgimento. Sappiamo che la tradizione di fare una cuccagna a mare in onore del Santo Patrono della città è molto diffusa nel mezzogiorno italiano. A Cefalù questa tradizione si svolgeva alla Marina. Il palo veniva posto orizzontalmente sul mare e i concorrenti dovevano cercare di prendere una bandierina, che presto divenne quella del Salvatore, posta sulla sua sommità. Al vincitore andavano dei premi. A partire dagli anni ‘60, con l’esplosione del turismo a Cefalù, la manifestazione comincia a diventare sempre più importante per la città e i suoi abitanti
L’appuntamento si colora sempre più di agonismo. Vi partecipano i rappresentanti delle diverse famiglie di pescatori cefaludesi. Sono gli anni che vedono vincere la gara, per ben quindici volte, allo ntinnaro dei record: Santo Aquia. Questi inizia a gareggiare quando aveva appena quattordici anni per ritirarsi a 58 anni nel 1981. Nel 1998 è stata fondata l’associazione ‘ntinna a mari. Oggi questa manifestazione è diventata un appuntamento importante dei festeggiamenti del Santissimo Salvatore. Il regolamento ufficiale della manifestazione è arrivato nel 2012.
Per lo svolgimento della gara viene posta una trave di legno lunga circa 16 metri in orizzontale nel Molo di piazza Marina. All’estremità del palo viene posta una bandiera raffigurante il volto del Salvatore. Scopo della gara è riuscire a camminare sul palo, che verrà cosparso di sapone e grasso, e raggiungere la bandiera all’estremità.
All’inizio si effettuano cinque giri preliminari dove non sarà possibile prendere la bandiera. Solo dopo aver cosparso nuovamente il palo di grasso e sapone inizia la vera e propria gara. Vince il concorrente che riesce a camminare per tutta la lunghezza del palo e spezzare l’asta con la bandiera, con le sole mani, senza cadere prima di averla raggiunta. L’asta deve essere totalmente spezzata. Non è possibile, una volta scivolati, continuare la corsa restando aggrappati con mani o braccia. Non è consentito ai concorrenti l’utilizzo di calze o calzature durante la gara.