Il testo approvato dal Consiglio dei ministri

Il testo approvato ieri dal Consiglio dei ministri prevede due possibili interventi di cui Banca Carige può avvalersi, come misure di ultima istanza. A questo scopo il governo ha stanziato un fondo di 1,3 miliardi di euro di cui: 1 miliardo destinato alla sottoscrizione di azioni della Banca al fine di rafforzarne il patrimonio e 300 milioni per le garanzie concesse dallo Stato sulle passività di nuova emissione e sull’erogazione di liquidità di emergenza. Il valore di 3 miliardi citato all’interno del decreto non corrisponde ad alcuno stanziamento aggiuntivo da parte del governo, ma consiste nel limite nominale del valore dei bond sui quali può essere posta la garanzia, per i quali vengono stanziati 300 milioni di euro. Sono queste, come precisato da fonti di Palazzo Chigi, le misure previste nel Dl a tutela del risparmio per il salvataggio dell’istituto genovese firmato questa sera dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Resta il fatto che nell’ipotesi teorica che Carige emettesse titoli di debito per tutti e 3 i miliardi e poi non fosse in grado di ripagarli, toccherebbe allo Stato che ha dato la sua garanzia far fronte alle obbligazioni, portando il conto totale dell’intervento fino a un massimo teorico di 4 miliardi. Un’ipotesi che il governo non prende nemmeno in considerazione, ritenendola impossibile. “Nello stato di previsione del ministero dell’Economia è istituito un Fondo con una dotazione di 2 miliardi per l’anno 2019, destinato alla copertura degli oneri derivanti dalle operazioni di sottoscrizione e acquisto di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale e dalle garanzie concesse dallo Stato su passività di nuova emissione e sull’erogazione di liquidità di emergenza a favore di banca Carige”, si legge nel decreto. Saranno i tagli ai fondi multilaterali di sviluppo e al Fondo globale per l’ambiente a ‘pagare’ il salvataggio di Carige. “Al fine di evitare o porre rimedio a una grave perturbazione dell’economia e preservare la stabilità finanziaria, il ministero dell’Economia è autorizzato, fino al 30 giugno 2019, a concedere la garanzia dello Stato su passività di nuova emissione di Banca Carige, nel rispetto della disciplina europea in materia di aiuti di Stato, fino a un valore nominale di 3.000 milioni”. Si legge al primo articolo del decreto legge. Il decreto prevede inoltre che per chiedere l’intervento dello Stato, Banca Carige dovra’ presentare a Bce e Bankitalia un Piano di rafforzamento patrimoniale. Il “Programma” dovrà indicare l’entità del fabbisogno di capitale necessario, le misure che la Banca intende intraprendere per conseguire il rafforzamento, nonché il termine per la realizzazione del Programma. Lo Stato dal canto suo, tramite il Mef, è autorizzato a sottoscrivere o acquistare, sempre entro sei mesi, “anche in deroga alle norme di contabilità di Stato”, nel limite massimo di un miliardo, azioni emesse da Carige. Il decreto tuttavia prevede un ‘paracadute’: qualora il Programma non fosse ritenuto sufficiente dalle Autorità competenti, l’istituto può ripresentare la richiesta.

Conte: Governo non ristruttura banche da offrire a privati, tutela risparmio

“Per traghettare” Carige “si è intervenuto con questa misura precauzionale ma questo Governo, ed è soluzione condivisa” con i vicepresidenti Salvini e Di Maio “non intende affatto intervenire per ristrutturare imprese bancarie, per offrirle a privati o per favorire azionisti che investono nel capitale di rischio. La nostra premura e’ stata per i correntisti e per i risparmiatori” ha indicato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ospite di Porta a Porta.

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