Il titolo indica un Genocidio da fumo ma serve a rendere l’idea di dati realmente allarmanti. Ogni anno, a causa del fumo di sigaretta, muoiono 8 milioni di persone, è come se ogni anno tutti gli abitanti della città di New York sparissero per sempre. Le analisi dei dati sul vizio del fumo in vista della Giornata mondiale senza tabacco.
Entro il 2030 le sigarette uccideranno 8 milioni di persone, 1 milione in più rispetto ai dati attuali, con un incremento vertiginoso sui dati che mostrano la proiezioni futura a 10 anni. Senza politiche di contrasto, anche in Italia, i dati fanno registrare la tendenza di crescita. I dati vengono mostrati in presentazione della ricorrente Giornata Mondiale senza Tabacco, promossa dall’OMS per il 31 Maggio. Per questa edizione del 2019 il tema centrale è “Stop Smoking”, occorre quindi smettere senza se e senza ma, con campagne di sensibilizzazione sugli effetti del Tabacco sulla salute dei polmoni.
In Italia ogni anno 80.000 morti per le sigarette
Nonostante gli ultimi dati mostrano valori in crescita nei paesi a basso e medio reddito, dove vive almeno l’80% della popolazione di 1,1 miliardo di fumatori, i dati sui decessi rimangono preoccupanti nei paesi più moderni ed industrializzati, soprattutto dal punto di vista della comunicazione. Nel nostro paese sono alti i dati del vizio del fumo, 12,2 milioni di italiani sono infatti fumatori, il 3,8% in più rispetto all’anno precendente, il 27% degli uomini e il 19% delle donne. Preoccupante sono i dati che riguardano i più giovani, tra i 14 e i 17 anni, il vizo del fumo di sigarette segue poi l’avvicinamento alla cannabis.
Nel mondo ci sono 24 milioni di ragazzi tra i 13 e 15 anni con il vizio del fumo
Occorre quindi passare al contrattacco con misure indicate e mirate. Oltre all’aumento costante del prezzo dei prodotti, l’informazione e la sensibilizzazione risulta sempre l’arma migliore. Occorre spiegare al potenziale consumatore che nel fumo sono presenti oltre 7000 sostanze chimiche diverse, 69 delle quali sono da anni considerate cancerogene a seguito di diversi studi e ricerche. Occorre poi investire sui giovani e adottare politiche di comunicazioni che possono far rallentare la preoccupante crescita del vizio del fumo nelle generazioni al di sotto dei 15 anni di età.