La pressione alta si combatte anche con il cacao amaro

Il cacao amaro abbassa la pressione. Diversi studi epidemiologici dicono che il cioccolato è utile oltre che all’umore anche al cuore. I flavonoidi del cacao hanno un effetto protettivo sulla salute cardio-circolatoria per la loro capacità di modificare una serie di processi patologici coinvolti nello sviluppo delle malattie cardiovascolari. 

  • 1. Inibiscono l’ossidazione del colesterolo LDL (il colesterolo ‘cattivo’) dai radicali liberi, un importante passo iniziale nella formazione della placca aterosclerotica.
  • 2. Sopprimono la tendenza delle piastrine a raggrupparsi e formare coaguli di sangue. Questo effetto antiaggregante è spesso paragonato a quello ottenuto con l’assunzione della aspirina a basso dosaggio (“aspirinetta”).
  • 3. Regolano le risposte infiammatorie e immunitarie nelle pareti dei vasi sanguigni, che possono essere alterati nelle patologie cardiovascolari.
  • 4. Regolano il tono vascolare, o il grado di costrizione dei piccoli vasi sanguigni, che contribuisce ad innalzare la pressione.
  • 5. Aumentano la formazione endoteliale di Ossido Nitrico (NO), che favorisce la vasodilatazione e quindi la riduzione della pressione sanguigna.
  • 6. Svolgono un’azione antiossidante perché spazzano via i radicali liberi nelle cellule, limitando così i danni che possono provocare.

I flavonoidi sono presenti in svariati alimenti. Frutti ricchi di flavonoidi sono agrumi, mele e albicocche. Questa classe di composti organici è presente anche in ortaggi quali cavoli, broccoli, spinaci, cipolle, pomodori e finocchi. Altri cibi ricchi in flavonoidi sono grano saraceno, cioccolato fondente, cacao, mirtilli e frutti rossi.

Che cos’è la pressione arteriosa

La pressione arteriosa è una misura della forza con cui il sangue scorre nel corpo. Si definisce ipertensione (pressione alta) una situazione in cui si verifichi almeno una delle seguenti condizioni:

  • Pressione sistolica (massima) >= 140 mmHg
  • Pressione diastolica (minima) >= 90 mmHg

La pressione massima è quella misurata nel momento in cui cuore si contrae (batte), mentre la minima è quella misurata tra un battito e l’altro, quando cioè il cuore è rilassato. La pressione tende fisiologicamente ad aumentare con l’età, ma seguendo uno stile di vita sano molte  persone riescono a ritardare o a prevenirne l’aumento. Valori della pressione negli adulti (in mmHg, o millimetri di mercurio):

  • Normale: minore di 120 la massima e minore di 80 la minima
  • Preipertensione: tra 120 e 139 la massima o tra 80 ed 89 la minima
  • Ipertensione Grado 1: tra 140 e 159 la massima o tra 90 ed 99 la minima
  • Ipertensione Grado 2: più di 160 la massima o più di 100 la minima

Gli intervalli della tabella sono validi per la maggior parte degli adulti (di età superiore ai 18 anni) che non soffrono di malattie croniche gravi. 

Fattori di rischio per l’ipertensione

Fattori di rischio. I fattori di rischio per l’ipertensione sono svariati. Tra di essi ricordiamo:

  • Età. Il rischio di ipertensione aumenta con l’invecchiamento. In età adulta la pressione alta è più frequente tra gli uomini, mentre le donne hanno maggiori probabilità di ammalarsi dopo la menopausa. 
  • Sovrappeso o obesità. Maggiore è il peso, maggiore è la quantità di sangue necessaria per fornire ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti dell’organismo. All’aumentare del volume di sangue che circola nei vasi sanguigni, aumenta anche la pressione sulle pareti delle arterie.
  • Sedentarietà. Chi ha uno stile di vita sedentario tende ad avere una frequenza cardiaca maggiore. La sedentarietà inoltre aumenta il rischio di ritrovarsi in sovrappeso.
  • Fumo. Il tabacco non si limita a far aumentare temporaneamente la pressione sanguigna, ma le sostanze chimiche in esso contenute sono in grado di danneggiare le pareti delle arterie che, quindi, si restringono causando un aumento della pressione.
  • Eccesso di sale da cucina (sodio) nella dieta. L’eccesso di sodio nella dieta può causare la ritenzione idrica, e quindi l’aumento della pressione.
  • Carenza di potassio nella dieta. Il potassio aiuta a controbilanciare la quantità di sodio presente nelle cellule. Se non consumate o non trattenete abbastanza potassio, potreste accumulare troppo sodio nel sangue.
  • Carenza di vitamina D nella dieta. Non si sa con certezza se l’insufficienza di vitamina D nella dieta possa causare direttamente l’ipertensione. I ricercatori, però, ipotizzano che la vitamina D possa influire su un enzima prodotto dai reni che agisce sulla pressione sanguigna. Per capire meglio il ruolo della vitamina D per la regolazione della pressione sarà necessario compiere ulteriori ricerche.
  • Abuso di alcool. Con l’andare del tempo l’abuso di alcool può danneggiare il cuore. Bere più di due o tre bicchieri al giorno può far alzare temporaneamente la pressione, perché può indurre l’organismo a rilasciare ormoni in grado di far aumentare il flusso sanguigno e di velocizzare il battito cardiaco.
  • Stress. I livelli di stress eccessivi possono causare un aumento temporaneo ma drammatico della pressione. Se cercate di rilassarvi mangiando di più, fumando o bevendo alcoolici, non fate altro che aumentare i problemi di ipertensione.

Sintomi dell’ipertensione

Il sintomo chiave è ovviamente la pressione alta, ma valutata come media di almeno 2 misurazioni consecutive, rilevate in almeno due occasioni diverse. In genere non si manifesta alcun altro sintomo; il mal di testa è relativamente poco comune e di norma limitato ai casi più severi (crisi ipertensiva). Quando si manifesta è più frequente al mattino e localizzabile nella zona della nuca.

Occasionalmente possono verificarsi altri sintomi, come ad esempio: affaticabilità, impotenza, nausea, palpitazioni, visione offuscata, epistassi (sangue dal naso). I soggetti con pressione alta sono infine più soggetti allo sviluppo di alcuni disturbi, ma che non vanno considerati come effetto diretto dell’aumento della pressione: rottura di capillari nell’occhio, arrossamento del viso, vertigini. Una crisi ipertensiva è la condizione in cui la pressione supera i 180/120 mm Hg, può invece essere accompagnata dai seguenti sintomi: mal di testa severo, mancanza di respiro, naso che sanguina, senso d’ansia.

Breve storia del cacao

La pianta del cacao, Theobroma cacao, ha fatto la sua comparsa 10 milioni di anni fa. I Maya sono gli scopritori e i primi coltivatori del cacao. Gli europei vengono a contatto con il cacao solo grazie a Cristoforo Colombo, che ne importò le fave dopo uno dei suoi viaggi. Per gli Aztechi il cacao e i semi della pianta erano considerati bene di lusso, portati in dono a nobili e sacerdoti ed era uno degli ingredienti più importanti della cucina azteca. Nel 1600 il cioccolato si produce anche in Italia, a Firenze e Venezia. La storia della cioccolateria moderna ha inizio proprio a Torino nel 1678, quando Antonio Ari ottiene dai Savoia il permesso di vendere la cioccolata ‘in bevanda’, e da lì in poi i nomi più importanti della cioccolata, si sbizzarriscono nel creare quelle ricette che oggi gustiamo quotidianamente. Oggi l’Africa è la principale produttrice di cacao (Costa d’Avorio, Camerun e Nigeria) insieme al Sud America (Ecuador e Brasile).

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