Il lavello della cucina ha più batteri del WC? Cosa dicono le ricerche

Il lavello della cucina ha più batteri del WC? Sì. Lo sostengono gli esperti dell’Hygiene Council britannico, sulla base di una serie di test e informazioni raccolte in abitazioni in Uk, Australia, Australia, Germania, India, Malesia, Arabia saudita, Sud Africa e Usa. Il rubinetto è un covo di batteri molto più sporco della tavoletta e dello sciacquone del wc. E l’80% degli strofinacci usati per pulire lavandino e piani di lavoro ospita un pericoloso mix di microrganismi. A sentire gli esperti i risultati sono allarmanti. Emerge una vera e propria carenza di igiene. Il 14% dei rubinetti in cucina è risultato un ricettacolo di Escherichia coli, microrganismo potenzialmente letale, rispetto al 6% degli sciacquoni. Lo Stafilococco aureo, una delle specie batteriche più diffuse e pericolose, responsabile di diverse malattie fra cui la polmonite, è stato rilevato in più dell’8% dei lavelli in cucina, mentre alti livelli di Pseudomonas sono stati rintracciati in un caso su 5, responsabili del cattivo odore degli strofinacci. A leggere i dati sono proprio spugne e pezzette utilizzate per pulire che diffondono in giro i batteri che possono trovarsi negli alimenti. 

La cucina può trasformarsi in un rifugio di batteri? Sì. I motivi sono tanti. Usare male gli strofinacci. Utilizzare il telefonino mentre si cucina. Non lavarsi le mani dopo essere andati in bagno. Maneggiare distrattamente alimenti cotti e crudi. «Sono due i tipi di infezioni collegate con l’alimentazione – spiega Michele Lagioia, direttore sanitario di Presidio dell’ospedale Humanitas. In primo luogo le tossinfezioni alimentari: prodotte da batteri non nocivi di per sé, ma che producono delle tossine potenzialmente molto pericolose, addirittura mortali. Ad esempio il Clostridium del botulismo produce una tossina nelle conserve preparate in modo non adeguato che può portare a intossicazione neurologica letale. Infine le infezioni come il tifo, il colera o l’epatite A. Infezioni che vedono coinvolti patogeni che crescono nel cibo che consumiamo, ad esempio poco cotto o crudo, come i cibi di mare contaminati dal vibrione del colera».

Come rendere sicura la cucina da batteri? Anzitutto lavarsi sempre le mani prima di manipolare i cibi e cucinare. Per fare in modo che i batteri non si diffondano non occorre lasciare stoviglie, bicchieri, pentole ed utensili sporchi nel lavello. Lo scarico del lavandino deve essere tenuto pulito. Disinfettarlo settimanalmente con sale, aceto e acqua bollente. Gli strofinacci utilizzati vanno cambiati ogni giorno con altri puliti e perfettamente asciutti. Occorre usare una spugnetta per lavare stoviglie, pentole e utensili ed un’altra per pulire il tavolo e i ripiani di cucina. Non usare lo stesso tagliere per carni crude ed altri prodotti alimentari. sarebbe bene dedicarne uno alle carni crude, un secondo a quelle cotte, un terzo a ortaggi e frutta e un quarto a pane e prodotti da forno. Il sacchetto dei rifiuti non va lasciato aperto in giro per la cucina. Il secchio della spazzatura va igienizzato ogni 2-3 giorni mediante il lavaggio con acqua calda e candeggina. Passare sotto al rubinetto uova, pesci e carni. Non quelle avicole perché ricche di batteri che, attraverso spruzzi, potrebbero contaminare utensili da cucina ed altri alimenti che si trovano nelle vicinanze. Scopare lavare il pavimento della cucina giornalmente. Pulite i fornelli dopo ogni uso. Una volta alla settimana pulire l’interno del frigorifero con acqua e bicarbonato. Disponete su un ripiano una ciotola contenente aceto bianco per disinfettare l’aria circolante nello stesso. Anche il forno va pulito a fondo una volta alla settimana. La cappa va igienizzata. Igienizzare anche la lavastoviglie.

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