Albano: «Area Covid al Giglio solo se ci sarà il picco di positivi nella seconda metà di aprile»

«L’individuazione di un’area Covid presso l’ospedale di Cefalù risponde ad una ragionata programmazione assessoriale, ed è immediatamente comprensibile come tale scelta assicuri al territorio cefaludese e madonita una pronta ed efficace risposta all’emergenza in corso, tale da confermare, ancora una volta, la specifica attenzione verso le problematiche sanitarie del comprensorio». Lo afferma il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Giovanni Albano, rispondendo a quanti a livello istituzionale locale e sociale, hanno manifestato perplessità e riserve in ordine alla opportunità di accogliere pazienti Covid all’ospedale Giglio. «Da più parti – prosegue Albano – è stata avanzata, senza alcun fondamento, l’ipotesi che una siffatta scelta assistenziale ed organizzativa possa essere correlata alla volontà di reperire aggiuntive risorse economiche: nulla di più sbagliato e di più ingiusto, anche in considerazione del fatto che l’ente si troverà verosimilmente ad affrontare oneri aggiuntivi per la gestione dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus. Prevalgono piuttosto – sottolinea il presidente – il responsabile adeguamento alla pianificazione regionale e il dovere, sanitario ed etico, di rispondere adeguatamente, sul piano assistenziale, alla corrente pandemia, tutelando la salute pubblica. Tali obiettivi possono essere scientificamente ed operativamente conseguiti, adottando misure organizzative che consentano di assicurare contestualmente il contrasto all’infezione pandemica e la continuità di risposta assistenziale a tutte le altre patologie ordinarie, in particolare di natura emergenziale». Il presidente Albano entra anche nel merito delle attività realizzate per mettere in sicurezza il presidio ospedaliero da eventuali contagi. «La Fondazione – rileva – ha provveduto ad isolare, rispetto ai percorsi ordinari, l’accettazione, la mobilità interna, la degenza, la gestione e il trattamento degli eventuali pazienti covid. E’ da escludersi qualsiasi possibile contatto diretto o di sovrapposizione tra i percorsi pazienti Covid e “no covid”. La Fondazione – tiene ancora a sottolineare il manager – si pone ancora una volta a disposizione del proprio territorio, garantendo sicurezza sanitaria e capacità di risposta anche alla nuova emergenza, nel rispetto della pianificazione regionale e a tutela della salute della popolazione che resta il prioritario obiettivo della propria azione, così come di quella delle istituzioni locali alle quali si chiede oggettiva considerazione dei fatti e condivisa assunzione di comuni responsabilità nei confronti delle Comunità amministrate. Infine – precisa il presidente – la Fondazione Giglio attiverà il reparto Covid, come stabilito dal cronoprogramma regionale, nel caso in cui si dovesse raggiungere il picco di positivi al virus previsto, al momento, nella seconda metà di aprile».

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