Al Festival del Cinema di Cefalù la regista russa Anna Makhnyuk. Presenta un film su un corso di recitazione dove tutti i partecipanti dovrebbero condividere le loro storie. La storia di Elena alla fine evoca una profonda simpatia. Ma questa sensazione è nuova per lei. Anna Makhnyuk è nata a Rostov sul Don. Fin da piccola Anna è sempre stata appassionata di teatro e da quando aveva 5 anni ha iniziato ad esibirsi sul palco. Il primo stipendio è stato speso per un’enorme scatola con lecca-lecca. Successivamente Anna è entrata in un’università locale per studiare economia. Dopo la laurea si è trasferita a Mosca. Una volta che ha lasciato tutto e ha deciso di andare in America per studiare all’American Academy of Drama Art (AADA). Successivamente è entrata nella scuola di recitazione del tedesco Sidakov. E ora lavora come regista in Italia e continua la sua formazione.
«Vivo in Italia già da 5 anni – commenta – Il problema dell’emigrazione è qui di grande rilevanza, tutti parlano di questo argomento e talvolta in modo aggressivo e inequivocabile. Questo film è basato su una storia vera. Ho sentito un uomo che aveva perso i suoi cari ed era fuggito dal Paese a causa della guerra dire che agli immigrati non doveva essere permesso di essere accolti nei porti d’Italia. Sono rimasto profondamente colpito. Mi chiedevo come possano esistere tali contraddizioni in una persona. Ho riflettuto a lungo su questo argomento e alla fine ho avuto l’idea di questo film».
E Anna continua: «Mentre lavoravo al film, mi sono reso conto sempre di più che il tema principale di questo film non sono gli immigrati e la crisi causata da questo problema. Il problema principale è la dualità della natura umana. Ognuno di noi in qualche modo si esprime in questo modo. Questa caratteristica può essere vista sia all’interno dell’individuo che delle persone in generale. Vietiamo ai nostri figli di giocare con il telefono, mentre non possiamo farne a meno. Insegniamo al mondo intero la democrazia e la tolleranza, mentre sganciamo bombe per una migliore comprensione. Ci sono molti esempi, ognuno di noi li ha. Volevo attirare l’attenzione delle persone su questa dualità e pensare a quanto incoerentemente ci comportiamo».