Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Ragusa presentata da sua eccellenza monsignor Carmelo Cuttitta. A darne notizia è stato lo stesso Presule, nella cattedrale di San Giovanni Battista, alla presenza di tutti i sacerdoti. Con la voce rotta dall’emozione, ha spiegato che la rinuncia all’incarico è motivata dalle sue condizioni di salute. «Come espresso dalla lettera del Santo Padre – ha spiegato monsignor Cuttitta ai sacerdoti presenti in cattedrale – ho rassegnato le dimissioni da Pastore di questa Diocesi perché le mie condizioni di salute non mi consentono di poter assolvere un incarico tanto impegnativo e gravoso. L’ho fatto – ha sottolineato – per il bene di questa Chiesa che merita di avere un vescovo efficiente. In questi cinque anni di servizio in questa Chiesa ho cercato di dare il meglio di me stesso e ringrazio il Signore per le tante persone incontrate e conosciute ringrazio tutti i cari sacerdoti con i quali ho cercato di entrare e di intraprendere un rapporto fraterno anche laici popolo santo di Dio così legato alla fede alle sue tradizioni religiose. Ringrazio in modo particolare coloro che mi sono stati vicini e mi hanno aiutato a portare il carico pastorale il peso del governo della Diocesi e chiedo perdono se ho omesso qualcosa ma non sono stato all’altezza delle vostre aspettative. Vi porterò nelle mie preghiere e nel mio cuore laddove il Signore vorrà che continui a svolgere quel servizio alla Santa Chiesa che sarà consentito alle mie condizioni di salute. Il Signore benedica questa Chiesa e tutti noi e ci confermi – ha concluso – nel nostro servizio al Vangelo. Un abbraccio fraterno a tutti a tutti voi».
Il vescovo Carmelo Cuttitta è nato a Godrano e lì conosce e frequenta l’allora parroco padre Pino Puglisi a cui rimarrà sempre legato. E’ stato stato nominato vescovo di Ragusa da Papa Francesco il 7 ottobre 2015 e aveva preso possesso canonico della Diocesi il 28 novembre dello stesso anno. È stato il quinto vescovo della Diocesi di Ragusa dopo Ettore Baranzini, Francesco Pennisi, Angelo Rizzo e Paolo Urso.