Giovanni Albano, medico radiologo, è presidente della Fondazione Giglio dal maggio del 2015 ma solo dall’agosto del 2018 ha assunto un ruolo operativo. Il nuovo statuto, nel 2018, ha assegnato al presidente compiti gestionali. Con il nuovo ruolo Albano ha ridisegnato un percorso di crescita della Fondazione Giglio puntando su innovazione e professionalità e individuato, con una procedura ad evidenza pubblica, un nuovo partner il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma.
In Fondazione arriva di buon ora. Alle 7 i primi incontri con i suoi collaboratori e con i medici che alle 8 entrano nelle sale operatorie. L’intera giornata è un susseguirsi di riunioni operative e di momenti di confronto. “Dopo il parco tecnologico, oggi – ci anticipa – vorrei rinnovare le degenze renderle più confortevoli e ospitali”. In questo momento sono in corso i lavori di rifacimento delle cucine e della mensa inseriti nel nuovo contratto di appalto. Nei pensieri del presidente anche un ampio parcheggio. “Lavoriamo al progetto da più di un anno…”. La sua è una famiglia dedita alla medicina. La moglie Katia Patti è primario dell’oncoematologia del Cervello e i tre figli tutti medici uno medico legale, Davide, gli altri Silvia e Domenico hanno seguito le orme del padre. Quest’ultimo lavora a Milano. Abbiamo intervistato il Presidente Albano.
Che cosa significa avere portato il Giglio nell’orbità del Gemelli?
Significa tanto. E’ un’opportunità di crescita per l’azienda e per i pazienti siciliani che ancora si recano fuori per curarsi. Il progetto Gemelli Giglio è per noi un’occasione straordinaria per riposizionare l’Istituto, rafforzarne il posizionamento in termini di eccellenza e di riferimento per tutta la Regione.
In questi anni quali sono stati i passi più importanti che hanno consentito di fare questo accordo con il Gemelli?
A mio avviso questo risultato lo dobbiamo all’incontro tra la buona politica e una amministrazione che si è tanto impegnata per raggiungere questo obiettivo. Sin dall’inizio con il Governo Regionale, sia con il presidente Musumeci che con l’assessore Razza, ci eravamo posti questo traguardo che ci gratifica e ci consente di riprendere un progetto che la conclusione della sperimentazione gestionale aveva rallentato e che oggi riprende con maggiore vigore. Con questo partner la crescita non sarà solo in termini di erogazioni delle cure ma anche sulla ricerca e formazione.
Come è cambiato l’ospedale Giglio da quando vi è arrivato come presidente della Fondazione.
Non posso dirlo io, lo lascio dire agli altri. Posso dire che i risultati raggiunti sono il frutto non di un singolo uomo al comando ma di una squadra fatta da giovani motivati che mi hanno accompagnato in questi anni partendo soprattutto dall’aggiornamento tecnologico della struttura, le macchine erano vetuste, qui abbiamo fatto investimenti superiori a 20 milioni di euro con coraggio e responsabilità. Insieme a questo abbiamo recuperato risorse straordinarie in varie discipline, consolidato l’esistente e resa l’azienda sempre più competitiva.
Prospettive future?
Nel futuro c’è soprattutto la partnership con il Gemelli che ci impegnerà totalmente nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi che ci siamo detti: ovvero far diventare la Fondazione un istituto di ricerca, di formazione e in grado di dare una sanità di eccellenza. Sicuramente ci sono altre sfide da affrontare. Un obiettivo a medio termine è quello di portare con il Policlinico Universitario Gemelli dei corsi di laurea a Cefalù.