Quando stamattina ho appreso della tua nascita nel giorno senza tramonto, ho percorso gli anni della nostra amicizia. Palermo, Collesano, Caltavuturo, Cefalù e poi la tua partenza per l’Ecuador. Ogni volta che ci si incontrava mi sorprendevi sempre con qualche novità. La più bella, che mai mi sarei aspettato, quando mi hai detto che saresti andato in America Latina. Fin dal martirio di Oscar Romero quella terra ti parlava. E tu l’hai lasciata parlare così tanto nella tua vita fino a quando ci sei andato con la tua instancabile presenza. Sei stato così il padre missionario che volevi essere e lo sei stato in mezzo alle foreste. La foto che ho scelto ti ritrae durante un tuo rientro. Raccontavi le tue giornate in Ecuador e le battaglie contro le multinazionali. Parlavi dei tuoi amici ecuadoregni e delle tue giornate in mezzo alle foreste. Ne parlavi e il tuo viso si illuminava, sprizzava felicità e santità nello stesso momento. Sì, Lorenzo, proprio così. Il tuo volto mostrava la felicità del sacerdote che dava la vita per gli ultimi. Il tuo volto lasciava trasparire anche la dolce speranza di chi riesce a fare spazio alla Santità nella sua vita. Ora sei fra i Santi del Paradiso. A noi resta il ricordo di avere camminato insieme ad una persona davvero speciale che ha saputo fare della sua vita la casa della Santità. Ciao Lorenzo.