Ho sempre stimato il Presidente Sergio Mattarella, con cui, ai tempi dell’Università, a Palermo, ho sostenuto il mio primo esame del corso di laurea in Giurisprudenza, Diritto Costituzionale.
Austero, rigoroso, giusto, caratteristiche che negli ambienti scolastici e formativi, come nella vita, ho sempre riscontrato nelle persone veramente preparate, che non hanno nulla da dimostrare e conseguentemente nulla per cui atteggiarsi, ma che, al contrario, cercano di trasferire, con semplicità ed immediatezza, conoscenza ai discenti o a coloro con cui si relazionano ..Per costoro ho sempre avuto una predilezione e reputo sia una fortuna poter incontrare persone di tale spessore nel proprio cammino.
Da Presidente della Repubblica, l’On.Prof. Avv. Sergio Mattarella ha ampiamente dimostrato di avere rappresentato la nostra Repubblica democratica nel modo migliore. Ha attraversato momenti difficili e delicati, tra una pandemia mondiale e ben cinque crisi di Governo, assolvendo sempre con competenza ed alto senso delle Istituzioni, il ruolo di garante della Costituzione.
È stato un grandissimo esempio di uomo di Stato, esimio giurista, accademico, già giudice della Corte Costituzionale e Parlamentare di spessore e contenuti, che ha dato onore alla nostra terra di Sicilia, al di là del sacrificio del fratello Piersanti e della sua grande valenza simbolica, interpretando i valori della democrazia parlamentare, della giustizia ed i principi fondamentali della nostra Costituzione, sempre con eleganza, austerità, rigore e correttezza.
Sergio Mattarella è stato un grande Presidente ed ogni volta che ho avuto l’ onore di incontrarlo, nelle sedi istituzionali, lui, che a tratti ed in passato soprattutto, è sempre apparso mite e distaccato, ha saputo fare vibrare il nostro cuore di emozioni e ci ha fatto sentire orgogliosi di servire le istituzioni democratiche.
Di lui e dei suoi significativi discorsi pronunciati in questi sette anni, voglio ricordare le parole di fine anno, che suonano come una sorta di manifesto politico e di ideali per chiunque si candidi ad assumere un ruolo istituzionale: e’ doveroso «spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale» e «salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione» in modo da trasmetterli «integri» a chi verrà dopo.
Ancora una volta una grande lezione!!
Spero che il suo successore, uomo o donna che sia, abbia lo stesso sentimento deontologico dello Stato e dei suoi principi fondamentali.
Grazie, Presidente!