Raccontiamo in questo articolo la storia del marinaio Mariano La Malfa, siciliano di Piazza Armerina (EN) il quale nel corso la Seconda Guerra Mondiale era in forza sul cacciatorpediniere Maestrale. La nave da guerra su cui egli era imbarcato costituiva il caposquadriglia della “X Squadriglia Cacciatorpediniere della II Divisione incrociatori” con base alla Spezia. La classe Maestrale, nota anche come classe “Venti”, era formata da quattro unità navali: il già citato Maestrale e i tre gemelli, Grecale, Libeccio, e Scirocco.
Il marò La Malfa il 9 gennaio del 1942, fu testimone oltre dell’incidente che coinvolse la propria nave nel Mediterraneo, anche della fatale detonazione (egli vide il bagliore di una fiammata causata dall’urto su una mina) che compromise irrimediabilmente lo scafo del cacciatorpediniere Corsaro, sopraggiunto in soccorso del Maestrale. In realtà, il Corsaro, della Classe “Soldati” saltò su due mine affondando rapidamente a circa 40 miglia da Biserta. Le cariche esplosive erano state disseminate in mare dal posamine veloce britannico HMS Abdiel, nella notte tra l’8 ed il 9 dello stesso mese.
Dopo un paio di settimane il neo marinaio viene trasferito a Pola (ex Jugoslavia) per frequentare il corso allievi e conseguire la specializzazione di “cannoniere e armarolo”.
L’8 gennaio del 1943, ultimate le operazioni di carico, il “Maestrale” al comando del capitano di vascello Nicola Bedeschi parte da Napoli per Palermo, dove si unisce al cacciatorpediniere “Corsaro”, per scortare a Biserta la nave da trasporto “Ines Corrado”.
Senza mezzi di governo, il Maestrale andò alla deriva rischiando di finire sul campo minato collocato dagli inglesi.
La Malfa apprese la notizia mentre si trovava in licenza a Merano.
I nuovi arrivati furono alloggiati in alcune baracche poste al centro del campo. All’interno dei capannoni, gli enormi spazi erano riempiti da innumerevoli file di letti a castello. Dopo alcuni giorni dall’arrivo, trascorsi senza ricevere alcun tipo di cibo, il gruppo di militari di cui faceva parte anche Mariano fu schierato e a ognuno dei militari fu chiesta l’adesione alla Repubblica sociale italiana che comportava il rimpatriato in Italia e la prosecuzione della guerra a fianco delle truppe tedesche.
La maggior parte dei prigionieri, tra cui lo stesso La Malfa, rifiutarono l’offerta. Nei giorni successivi, durante uno degli appelli che scandivano la giornata degli internati, un interprete chiese ai presenti se vi fosse qualcuno con esperienze lavorative nel settore della meccanica.
Il 28 ottobre del 1945, passò il confine svizzero attraverso il valico del Sempione.
Nell’Ottobre del ’46, avendo vinto il concorso nella Guardia di finanza, si congeda dalla Marina militare.
Presso i reparti di assegnazione si distingue per il coraggio e lo spirito di iniziativa.
In Sardegna, dopo che un fulmine provoca l’incendio del distaccamento dove faceva servizio, interviene prontamente mettendo in salvo il collega rimasto ustionato ed il materiale dell’Amministrazione.
La sua permanenza nell’ambiente militare, comunque, non cessa. Entra, infatti, a far parte dell’Associazione nazionale finanzieri d’Italia dove ricopre per circa un ventennio, la carica di Presidente della Sezione palermitana (attualmente è Presidente onorario del citato sodalizio).
Vorrei ultimare la narrazione di questa interessante vicenda citando il motto araldico coniato da Gabriele d’Annunzio per la Regia Guardia di finanza: “Nec Recisa Recedit” (neanche spezzata retrocede), c
Note:
(*) Michele Nigro, Sottotenente in congedo della Guardia di Finanza, nel corso della carriera ha ricoperto incarichi vari a Trieste ed alla sede di Palermo. Riveste, in atto, la carica di Sindaco nel Consiglio Direttivo della Sezione A.N.F.I. (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia) di Palermo. Ha pubblicato, sul sito interno della Guardia di Finanza e sulle riviste del Corpo, vari articoli sulla costituzione e sviluppo di alcuni reparti con sede a Palermo e sull’attività della Finanza in Sicilia in diversi periodi storici.
(2) Virginio Trucco è nato a Roma, ha frequentato l’Istituto Tecnico Nautico “Marcantonio Colonna”, conseguendo il Diploma di Aspirante al comando di navi della Marina Mercantile. Nel 1979,frequenta il corso AUC (Allievo Ufficiale di Complemento) presso l’Accademia Navale di Livorno, prestando servizio come Ufficiale dal 1979 al 1981. Già dipendente di Trenitalia S.p.A. lo storico navale Virginio Trucco è membro dell’Associazione Culturale BETASOM (www.betasom.it).
Foto di copertina: Mariano La Malfa scuola cannonieri Messina (Archivio La Malfa)
Si ringraziano:
Michele Nigro, Mariano La Malfa, Virginio Trucco e Alessandro Bellomo.
Bibliografia sitografia
Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Mondadori, 2002.
Marina Militare Italiana – Almanacco Storico Navale Classe Maestrale.
Cacciatorpediniere Maestrale, trentoincina.it.
Giuseppe Longo
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