Sai dove puoi mangiare le farfalle al pistacchio? Ecco la località che devi subito visitare

Alle pendici dell’Etna, si trova una città, famosa in tutto il mondo per il pistacchio: si tratta di Bronte. La legenda racconta che fu fondata dal ciclope Bronte che, insieme a Sterope e Piracmone, furono condannati a lavorare nella fucina del vulcano per forgiare i fulmini di Giove e le armi per gli eroi.

Un pò di storia

La fondazione di Bronte, però, è più probabilmente ricollegabile all’arrivo di un numeroso gruppo di albanesi, scappati dalla guerra, quando furono smarriti i “capitoli di fondazione” della città, che garantivano una certa libertà per i feudatari e gli ecclesiastici. Il mancato ritrovamento diede a questi ampio margine di azione nella vita attiva, tant’è che sono presenti tracce nel dialetto brontese della lingua albanese.

Bronte fu, però, danneggiata e, spesso anche, distrutta dalle eruzioni vulcaniche dell’Etna; la più grave risale al 1843 quando la colata di lava fu anticipata da una copiosa caduta di acqua che colpì una settantina di persone, per lo più morte perché dilaniate dal fuoco.

Tra gli eventi storici che interessano Bronte, sicuramente quello più controverso è raccontato nel film di Florestano Vancini: Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato. Vancini mette in evidenza un evento accaduto nel 1860, la rivolta dei “cappelli”, all’indomani dell’arrivo sull’isola dei Mille guidati da Giuseppe Garibaldi: i contadini di Bronte, stanchi del malgoverno degli inglesi presenti nei loro territori, si sollevarono contro sedici “cappelli”, cioè i signori (vicini al nemico straniero), ai quali era riservato indossare i cappelli, al contrario dei contadini, ai quali era, invece, permessa la “coppola”, marchiando così la differenza sociale. Garibaldi, che non voleva per nessun motivo inimicarsi gli inglesi, inviò a Bronte il più temibile dei Mille, Nino Bixio, il quale soffocò la rivolta in poco tempo: molti furono processati e altri addirittura uccisi sul momento.

Da non perdersi le farfalle al pistacchio

Come si diceva, è conosciutissima per il pistacchio, che dal 2009 ha acquisito la Denominazione di Origine Protetta (DOP). Tra l’ultima settimana di settembre e la prima di ottobre si tiene la sagra dedicata al pistacchio, durante la quale è possibile degustare tutte le varianti del frutto prodotto dalla pianta dello “scornabeccu”. Generalmente il pistacchio è usato in cucina per la realizzazione dei dolci: si pensi al gelato, alle torte e ai classici pasticcini. Ma il pistacchio di Bronte si presta benissimo anche per essere unito ai salumi (salami e mortadella in primis), ma anche come condimento per i primi piatti, come la pasta alla brontese, per la preparazione della quale sono necessari i seguenti ingredienti per due persone: 30 grammi di granella di pistacchio di Bronte, 50 grammi di pancetta affumicata (o lo speck), 50 grammi di panna da cucina, uno scalogno, mezzo bicchiere di brandy o vino bianco, olio evo, sale a proprio piacimento. Si usano generalmente la farfalle come pasta, perché si adattano sia alla pasta che alla granella di pistacchio.

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