Cefalù, conferenza dell’astrofisico cefaludese Marco Miceli

L’astrofisico cefaludese Marco Miceli terrà una conferenza sul tema: “Esplodere o non esplodere: le supernovae e William Shakespeare” venerdì 30 settembre alle ore 19:00 presso la Corte delle stelle di Cefalù. Marco Miceli è un astrofisico del Dipartimento di Fisica e Chimica Emilio Segrè dell’Università degli Studi di Palermo.

Insieme ad un Team di ricercatori, Miceli, ha dato vita ad uno studio dal titolo “The supernova remnant SN 1006 as a Galactic particle accelerator” che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Communications. A guidare la collaborazione internazionale è stato lo stesso Miceli. L’articolo ha come prima autrice Roberta Giuffrida, dottoranda in Scienze Fisiche e Chimiche, e coinvolge come co-autori il prof. Giovanni Peres del DiFC insieme a ricercatori dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Palermo, dell’Università di Chicago, dell’Università di Amsterdam e dell’Università di Paris-Saclay. Il lavoro dimostra che l’onda d’urto prodotta dalla supernova osservata sulla Terra nel 1006 d.C. agisce come un potente acceleratore di particelle galattico.

“La nostra Galassia è permeata da un flusso di particelle cariche ad altissima energia, chiamate raggi cosmici, che bombardano costantemente la Terra – spiegano dal team di ricerca –  Sin dalla scoperta dei raggi cosmici, risalente al 1912, la comunità scientifica si è interrogata sulla loro origine fisica. La presenza stessa dei raggi cosmici dimostra che devono esistere nella nostra Galassia delle potenti sorgenti, capaci di accelerare particelle cariche fino ad energie ultra-relativistiche. Diversi indizi suggeriscono che le onde d’urto o shock prodotte dalle esplosioni stellari, le cosiddette supernovae, possono costituire degli efficaci acceleratori naturali di particelle su scala galattica, capaci di alimentare il potente flusso di raggi cosmici osservato. Se gli shock prodotti dalle esplosioni di supernova trasferiscono parte della loro energia ai raggi cosmici, una traccia di questa perdita di energia dovrebbe essere osservabile nel mezzo investito dallo shock. In particolare, ci si aspetta che al crescere dell’efficienza di accelerazione, cresca anche la densità del mezzo investito dall’onda d’urto. Della presenza di questo effetto, finora, erano state prodotte soltanto evidenze indirette e non conclusive”.

“Il nostro lavoro – proseguono i ricercatori – ha combinato raffinati modelli di accelerazione di raggi cosmici con l’analisi di osservazioni dell’emissione nei raggi X del resto della supernova apparsa nel cielo nel 1006 d. C. Siamo riusciti a sviluppare una metodologia che ci ha permesso di misurare con accuratezza la densità del mezzo post shock e di confrontare i risultati dell’analisi dati con le predizioni dei modelli teorici. Abbiamo osservato che l’efficienza dell’accelerazione dipende dall’angolo formato dalla velocità dello shock col campo magnetico ambiente, raggiungendo il valore massimo nelle regioni in cui campo magnetico e velocità dello shock puntano circa nella stessa direzione (“accelerazione quasi-parallela”). Abbiamo scoperto che nelle regioni in cui lo shock accelera le particelle con la massima efficienza, cede loro una percentuale della sua energia compresa fra il 10% ed il 20%. Questi valori sono esattamente quelli necessari perché i resti di supernova possano essere considerati come i principali produttori di raggi cosmici della nostra Galassia. Il nostro lavoro fornisce, inoltre, una forte evidenza a sostegno della teoria di accelerazione quasi-parallela”.

Nella stessa serata di venerdì 30 settembre alla Corte delle Stelle alle ore 18:00 i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica risponderanno alle curiosità del pubblico. Dopo il seminario di Marco Miceli delle ore 19:00 ci sarà una Conferenza-spettacolo dal titolo: ‘Storie di Soli e di Lune‘ (di e con Angelo Adamo, ricercatore all’Istituto Nazionale di Astrofisica).
Alle ore 21:00 si chiude con il Seminario/conferenza dal titolo: ‘Infinita tenebra di luce: l’ombra del buco nero centrale della nostra Galassia. A cura di Luigi Stella, Dirigente di Ricerca presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica e docente di Astrofisica delle Alte Energie all’Università di Roma “La Sapienza”.

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