Le Confraternite della Diocesi di Cefalù si sono radunate ieri a Valledolmo, nel giorno della Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
Durante l’incontro, oltre all’interessante intervento della prof.ssa Viola, la prof.ssa Marinella Bonomo ha fatto una sintesi di quanto fatto e discusso dalle Confraternite durante la fase consultiva del XII Sinodo diocesano.
“Le confraternite – si legge nel documento – hanno rappresentato e rappresentano un “tesoro” per la Chiesa in quanto espressione della pietà popolare già rivalutata, negli anni successivi al Concilio, da Paolo VI che, in Evangelii nuntiandi”.
Sul Sinodo in generale così si sono espresse alcune confraternite che hanno individuato diverse modalità per contribuire fattivamente al Sinodo.
Innanzitutto con al Carità, attingendo dalle proprie forze e mantenendo vive le tradizioni della fede popolare del proprio paese.
E con la preghiera, assicurando la presenza alle diverse iniziative della parrocchia e in unione con la Chiesa universale.
“Camminando insieme sulla stessa strada con la guida di Gesù ed esercitando il discernimento comunitario. È necessaria la partecipazione all’Eucaristia e il confronto con le altre confraternite”.
Le Confraternite della Diocesi di Cefalù:
una vita tra il Kerigma e la fede popolare.
“Le confraternite della Diocesi di Cefalù hanno arricchito, nel passato, e impregnano, nel tempo presente, la storia di ogni giorno della presenza di Dio, creando un legame tra le diverse generazioni. Per tali ragioni occorre custodirne le manifestazioni incarnando gli insegnamenti di Cristo, nutrendosi della sua Parola e dell’Eucarestia, lasciandosi plasmare dall’azione dello Spirito Santo, facendosi, soprattutto, strumento nelle mani di Dio con spirito mutualistico e di condivisione”.
Tuttavia “Si percepisce, inoltre, il desiderio forte di rimanere ancorati al passato con il rischio di accrescere il divario tra le generazioni. Diventa, allora, sempre più urgente cercare nuove vie attraverso le quali promuovere, nelle comunità, cammini di fede anche attraverso l’azione delle confraternite il cui ruolo non può limitarsi alla salvaguardia di principi e tradizioni”.
E popi un allarme legato alla crisi econmica del nostro territorio: “Anche nelle confraternite lo spopolamento produce effetti negativi: leggendo i verbali, si sente lo smarrimento e il disagio dei confrati che costatano la progressiva riduzione del numero degli associati e il venir meno della componente giovane che dovrebbe, invece, assicurare continuità nel tempo e fornire slancio e impulso nuovi e creativi”. Ed ancora: “Inoltre, la mancanza di lavoro, il degrado sociale e culturale e la crisi valoriale che caratterizzano il tempo presente, favoriscono l’insorgenza di comportamenti devianti nei giovani che si allontanano sempre più dai cammini di fede”.
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